Bury Tomorrow
Earthbound

2016, Nuclear Blast
Metalcore

Recensione di Roberto Di Girolamo - Pubblicata in data: 31/01/16

Tornano sul mercato anche i Bury Tomorrow, dopo soli due anni dal precedente "Runes" che ha permesso loro di girare l'Europa in lungo e in largo e di raggiungere la prima posizione nella chart rock inglese.


L'obiettivo dichiarato di questo "Earthbound" è stato quello di mirare dritto al sodo in termini di songwriting per dare ai fan quello che si aspettano dal gruppo. Alla luce di questa onestà il format funzionante del precedente album viene assottigliato nella durata delle singole tracce e dunque sfinato.

 

In questa accortezza generale brillano le clean vocals del chitarrista\singer Jason Cameron, che finisce per rubare i riflettori al Daniel Winter-Bates, sia per spazio effettivo che per reali meriti sul campo.

 

A differenza delle formazioni a stelle e strisce, le melodie vocali seppur catchy non assumono mai la dimensione di un coretto scolastico elementare (tranne forse nell' ultimo ritornello in "Memories") e il cantato harsh è più grave e ruvido rispetto alla norma, mantenendo però la chiarezza necessaria alla comprensione dei testi.


Tra tutte le canzoni svettano la title-track (non a caso scelta come singolo), con quell'attacco chitarristico che chi ha amato gli In Flames da Clayman in poi non può non apprezzare e "301", supportata dall'abrasiva voce di Jamey Jasta degli Hatebreed. Ugualmente efficace la conclusiva "Bloodline", il cui andamento spezzato mette in risalto un basso erosivo sconosciuto alle altre tracce del disco. Il resto delle composizioni si difende bene senza tuttavia regalare particolari scossoni, e ciò farà probabilmente la felicità sia dei fan della band sia degli aficionados più ostinati di questo sound.


La produzione è organica ma pulita e moderna come ci si aspetterebbe da un disco di queste fattezze, con le sei corde droppate sempre in bella mostra a dettare le danze e a fungere da basamento ai movimenti umorali tipici del genere.


Pur essendo l'ennesimo disco metalcore, "Earthbound" presenta una sensibilità melodica leggermente più matura rispetto a quella di altre formazioni simili. La band ha reso la propria proposta sì più fruibile, ma anche più concisa e scorrevole. Da qui in poi i ragazzi di Southampton/Portsmouth dovrebbero forse personalizzare la propria formula e virare così, in modo lungimirante, verso altri lidi.





01. The Eternal
02. Last Light
03. Earthbound
04. The Burden
05. Cemetery
06. Restless & Cold
07. 301
08. Memories
09. For Us
10. Bloodline

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