Mumford & Sons
Delta

2018, Mumford & Sons
Pop-Rock

Recensione di Costanza Colombo - Pubblicata in data: 23/11/18

"If I say I love you, then I love you"

 

Le vie del ribadire l'ovvio sono infinite. Eppure c'è chi, diversamente da altri, è in grado d'asserirlo con fine e ferma grazia.

 

Con "Delta", la premiata ditta Mumford & Sons fa filetto e non soltanto in copertina. In barba alle recenti correnti reazionarie e creazioniste, sussiste fior fior d'evidenza sperimentale sia per l'evoluzione della specie che quella di Marcus e compagni.

 

Scollinato scorno e trauma del cambio di sound tra l'antica tradizione e il precedente "Wilder Mind", i nostri sono ben lungi dall'assestarsi sullo stazionario e infilano 14 brani diversificati e sorprendenti per soluzione sonora. A tal proposito meritano anticipata menzione "The Wild" e "Picture You": un finale in climax orchestrale per la prima e con tastiere e pulsazioni elettroniche da night trip la seconda.

 

Eccezion fatta per la quarantaduesima traccia registrata in studio, a cui è affidato l'oneroso compito d'aprir le danze, e la successiva e fin troppo radiofonica "Guiding Light" a fungere da tramite di continuità, l'impatto con l'età adulta arriva con "Woman" e si sviluppa passando per altri brani, a tratti inusuali, quali l'adorante e sincopata dolcezza di "Rose Of Sharon" oppure il miltoniano schioccare di "Darkness Visible", in ampia e ombrosa antitesi a quanto la segue.

 

Singolo ben più intenso del primo, "If I Say" realizza la sua immediatezza non scadendo in mero post-pop bensì giocando sporco su archi e tremula voce, e aprendo l'ultima sezione di una tracklist che vi darà da fare per giorni e giorni prima di farsi assorbire organica.

 

Una ricerca, non ossessiva e ostentata, del moderno, frammentato nel più ampio spettro di sonorità a cui il trademark dei nostri abbia mai aspirato. Un sound appetibile, figlio della produzione di Paul Epworth, una firma abituata a nomi ben più mainstream, ma comunque di sostanza.

 

Tra i vari interrogativi sollevati da un Mr Mumford che suona stavolta autorevolmente maturo nel suo approccio all'emozione, il più critico è il fulcro dell'ispirata "Wild Heart", ultima roccaforte prima di sfociare in quell'universale "Delta" d'umane circostanze da esprimere nel frangente più burrascoso del trascorso tour: il riaffacciarsi sulla soglia di casa.

 

"When it feels like nothing else matters
Will you put your arms around me?"





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