"Sono costantemente in uno stato di delirio", tuona la regina. Un monito al regno delle tenebre, una metafora che allude maliziosa alla pretesa di uno scettro. L'immagine e le ire fumose dello show business si placano e si sciolgono, in un'analisi stellare degna dei più attenti scrutatori della volta celeste. Una regina che ha scalato la torre d'osservazione alla volta di una ricerca di sicuro facilitata da strumenti e mezzi innovativi, che consegnano nelle mani dei curiosi una produzione deluxe brillante, luminescente, magnetica e vivace, uno scrigno riflettente la meraviglia del caos. L'agglomerarsi di particelle umanoidi, con tutti i loro artigli e appigli, esplode. Un'introduzione che è rivelazione della sorgente della rivoluzione.
"Army", "Lost And Found", "Devotion", "Scream It Out", la parentesi della debolezza umana nel cuore del disco che vuole manifestare la potenza e la maestosità evidenziandone i termini più animali. Delirium vuole essere anarchia al potere ma è raggiante testimonianza di un'oligarchia di grazia e torpore provocante. Può descrivere, nelle intenzioni, stati d'animo di felicità, pazzia o anche l'esatto contrario. Ebbrezza, esaltazione, desiderio. Ellie Goulding è regina delle nevi. È artefice, seduttrice, scacco matto. È onestà al potere con voto democratico e, soprattutto, stravolge il sistema in cui si era volentieri adagiata da dentro, entusiasmando con la luce uno scenario che ben volentieri prova maggior attrazione nel toccare il buio.
"Una parte di me vede questo album come un esperimento, volevo rendere l'album il più fruibile possibile". Un grande disco Pop che nostalgicamente rivela - oltre la siepe di questa produzione - che il mondo è popolato ed osannato dai fantasmi del passato non ancora sazi della riproposizione del passato stesso: sono costantemente in uno stato di delirio.