Empyrios
Zion

2013, Scarlet Records
Thrash/Prog Metal

Recensione di Marco Mazza - Pubblicata in data: 18/04/13

Dopo ben cinque anni i riminesi Empyrios tornano alle stampe con il loro terzo full-length "Zion". Quello che i nostri quattro hanno da sempre come obiettivo è un progetto ambizioso: miscelare il progressive metal con sonorità più spiccatamente thrash. Nella loro musica si possono sentire echi di Symphony X, Nevermore, Devin Townsend, Evergray, Fear Factory o Meshuggah. I precedenti lavori sono stati senz’altro positivi, sia con l’album d’esordio, “... And The Rest Is Silence“, che con la precedente uscita, “The Glorious Sickness”, che si è rivelato un lavoro ancora migliore del precedente.
 
“Zion” narra del risveglio dell'umanità da un profondo letargo, uno stato d’inconsapevolezza della propria condizione. E’ la presa di coscienza dell'origine di tutti i mali con cui essa è costretta a vivere, il peccato originale causa di tutto: la fede. "Zion" è il tentativo degli esseri umani di riavvolgere la loro storia, di tornare all'inizio di tutto e redimersi dai propri errori, al regno di David, a Sion.
 
Il suono proposto riprende quanto già visto con “The Glorious Sickness”, quindi con meno divagazioni power ed elettroniche rispetto al debut album. L’uscita si compone di undici tracce per oltre cinquanta minuti. Melodia e tecnicismi prog sono amalgamati con la potenza e i ritmi sincopati del thrash. Un lavoro certamente ben fatto e in grado di esaltare le capacità della band. Un’oscillazione tra le sue due anime in un equilibrio ben gestito. L’opener è “Nescience”, sulla cui base progressive s’inserisce un thrash di stampo decisamente Fear Factory; a tratti sembra davvero un pezzo scritto dagli statunitensi, con la sua batteria da cardiopalma e i richiami industrial. Anche la parte vocale ricalca quella di Burton Bell. Nella successiva, “Domino”, sono i Meshuggah a essere chiamati in causa, forse i loro maggiori ispiratori. E’ un saliscendi continuo tra parti più melodiche ad altre più violente, caratteristica comune a tutti i pezzi proposti. I brani seguono schemi molto simili tra loro, ciò nonostante scorrono fluidi senza mai annoiare. La chitarra di Simone Mularoni regala continuamente splendidi riff, veloci e coinvolgenti. La batteria di Dario Ciccioni è perfetta ed è in grado di portare i ritmi a livelli siderali. Il tutto emerge da un tappeto progressive su cui si stende la voce pulita di Silvio Mancini, spesso affiancata dal ruvido growl del bassista Simone Bertozzi, vedi in particolare brani come "Unplugged" o "Wormhole". Inserti elettronici sono ancora presenti, come ad esempio nel finale dubstep di "Masters", sono però relegati a un ruolo di second'ordine rispetto al passato e solo con la funzione di contorno.
 
Pur essendo cosa già vista, il tentativo di miscelare stili diversi tra loro risulta nel complesso interessante e ben riuscito, in questo senso l’obiettivo dei quattro è centrato, riesce a presentare con successo una musica con una testa a due volti: prog e thrash. Quanto presentato è però afflitto da un ‘effetto collage’: i due elementi presi singolarmente appaiono poco originali, con citazioni troppo esplicite. Si ha a volte la sensazione che quello fatto degli Empyrios sia stato un lavoro quasi da ‘assemblatori’ di musica già esistente. Si assiste inoltre a una scarsa varietà compositiva, i pezzi ruotano sempre attorno allo stesso pattern. Questo non vuol dire che il gruppo non sia dotato di talento o non presenti spunti di creatività, quanto fatto, soprattutto a partire dal loro secondo album, cerca proprio di andare in questa direzione. Lodevolissimo il tentativo e buono il risultato, tuttavia manca ancora qualcosa per realizzare un definitivo salto di qualità. “Zion” resta comunque un album suonato ottimamente, assolutamente piacevole e divertente all’ascolto, ottima la produzione. Gli “Empyrios” con la loro ultima release, pur senza evolversi, confermano quanto di positivo già mostrato in precedenza.



01. Nescience
02. Domino
03. Masters
04. Reverie
05. Unplugged
06. Renovation
07. Wormhole
08. Square One
09. Zion
10. Blackmail
11. Madman

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