"Un uomo che dà un'ultima possibilità a se stesso": è con questa frase che tre giovani della provincia di Teramo hanno definito l'identità e la filosofia che sta dietro al loro album di debutto: "The Last Man".
Si tratta di Frank Capitanio, terzetto formato nel 2016 da Frank, Eddy e Lory, il cui disco d'esordio ruota attorno a 10 nostalgici brani sul tema della resilienza e del coraggio, nella cornice di un viaggio che inizia con lo scopo di trovare sé stessi e termina con la consapevolezza che abbattere ogni muro che la vita ci pone davanti sia l'ultima possibilità che possiamo darci. Questo è "The Last Man" e rappresenta qualsiasi persona che, nelle situazioni più difficili e inaspettate della vita, riesce sempre a trovare un modo per superare ogni ostacolo. È la storia di ognuno di noi ed è un riflesso costante anche nella loro vita, come fanno intendere fin dall'artwork del disco che mostra i tre protagonisti fusi in un solo uomo.
Fin dal primo brano, la toccante ballad "Reason To Fly", si percepisce la forte influenza delle band che hanno ispirato i nostri, i quali hanno plasmato il proprio suond sia sul rock anni '90 che su quello di altri nomi dei primi 2000 come ad esempio, tra gli altri, Incubus e Muse. Del resto, da sempre, croce e delizia di ogni band esordiente sono le nette somiglianze con i loro storici beniamini che non tardano a riproporsi anche durante il rapping finale di "All The Time Lost". Ma tutto può ancora cambiare e "Dena" ci riesce rendendo giustizia all'album con uno dei pezzi più belli del disco. Una ballad di puro stampo rock, elaborata e decisamente non scontata a realizzare uno degli highlights del disco, non per nulla è stato il primo singolo estratto. Un attacco di basso ed un divertente gioco di chitarre, quasi a voler simulare il suono dello storico organo Hammond anni '60, spacca a metà la tracklist con "Loser". Bisogna ammettere che il punto forte di Frank Capitanio sono le ballad ed "Easy" ne è un esempio concreto: i tre riescono a costruire un buon pop rock su un giro di chitarra frequentemente usato in musica, e di conseguenza ritenuto poco originale, ma il cantato riesce a sorvolare sopra ogni perplessità.
Ad ogni modo, è la title track, "The Last Man", la migliore traccia per descrivere quelle che sono le due facce dell'album: a tratti romantico, a tratti duro, spietato. Ma un artista non è ritenuto tale se non ha una musa alla quale dedicare dolci parole e ciò chiama in causa la penultima canzone del disco, "Thank you", una delle tracce più romantiche dell'album alla quale Frank stesso è maggiormente legato come ci ha raccontato durante la nostra intervista.
Ciò che particolarizza questo debutto è però la sua atmosfera che, di brano in brano, si fa sempre più cupa e struggente, raggiungendo il culmine durante l'ultimo pezzo, "Choose The Day" quasi a voler mostrare il protagonista di questo viaggio sonoro (the last man) liberarsi dalle proprie catene ed evadere alla ricerca della propria identità.
Coloro che fossero interessati a sperimentare questa giovane proposta del rock italiano, si prepararino a suoni emozionanti e sentimentali, senza però aspettarsi nulla di estremo. Dieci tracce a salutare da lontano il frastuono e la rabbia che gli anni '90 ci hanno mostrato e lasciato, ma che non si è (ancora) in grado di replicare.