Ciao ragazzi, benvenuti ai microfoni di SpazioRock. Il vostro stile è davvero particolare e sono felice di poter ascoltare qualcosa del genere in Italia. Tutto è iniziato nel 2016.. scommetto che questo ultimo anno sia stato tanto impegnativo quanto ricco di soddisfazioni. Non è così?
Ciao e grazie in anticipo dell'opportunità! Si quest'anno è stato davvero molto intenso, abbiamo iniziato con il primo singolo e ci siamo dedicati al resto dell'album in maniera assidua, nonostante diversi periodi travagliati. Però siamo davvero contenti, abbiamo avuto una risposta positivamente inaspettata da parte di chi crede in noi dall'inizio, e che soddisfazione aver finito e pronto il nostro primo disco.
Ieri è uscito il vostro primo album, "The Last Man". Immagino steste aspettando questo momento da sempre. Come vi sentite alla prese col vostro debutto ufficiale? Cosa vi aspettate e cosa invece non vi aspettate?
Sì, da sempre! A dir la verità ci aspettiamo di poter trasmettere qualcosa di bello a chi ci ascolta, qualcosa di diverso, qualcosa che sia autentico. Per il resto sinceramente non abbiamo grosse pretese, ogni musicista si augura che il proprio disco vada bene, quindi non ci aspettiamo che il nostro lavoro musicale vada perso o dimenticato a breve!
Me lo chiedo dal momento in cui ho iniziato ad ascoltare il disco: chi è "The Last Man"?
Bene, "The Last Man" rappresenta qualsiasi persona che nelle situazioni più difficili e inaspettate della vita, riesce a trovare un modo per superare gli intoppi e cavarsela. E' una sorta di resilienza, in questo caso riflessa su di noi, durante il nostro percorso musicale. Quindi è "l'ultimo uomo che dà una possibilità a se stesso".
L'artwork è da pazzi, a noi piace tantissimo. Abbiamo partecipato direttamente alla sua progettazione, con un grafico che ha fatto un gran lavoro riproducendo noi tre fusi in un solo uomo! Ci riporta un po' al mood Stone Sour!
Una traccia dopo l'altra ho avuto la possibilità di entrare nella vostra dimensione musicale e ne ho percepito le influenze musicali. Qualche elemento mi ha ricordato l'alternative rock degli ultimi anni '90. Quali sono i vostri gruppi di riferimento?
Ammetto di avere un debole per "Dena" e "Thank You", ma non sarò di certo né il primo né l'ultimo a dirlo. Possiamo chiedervi a quale di queste due canzoni siete più legati e per quale motivo?
Ma grazie! Dena è stato il primo singolo, l'inizio, il debutto, quindi in un certo modo ci siamo particolarmente legati, infatti tra di noi spesso diciamo "Dena è sempre Dena". Ma "Thank You" non sarà da meno perché rappresenta una ventata di energia, personalmente per Frank ancora di più, in quanto il testo fa riferimento ad una persona importante della sua vita.
Personalmente ho provato una certa emozione quando ho ascoltato "Easy". Ritengo abbia una bella armonia e mi ricorda le tipiche ballad grunge o sbaglio?
Come funziona il vostro processo di songwriting? Frank è il leader ed è anche l'unico compositore oppure si tratta più di un'attività corale?
Come mai la scelta di scrivere i testi in lingua inglese?
Tra le band che abbiamo ascoltato, hanno sempre avuto la meglio quelle americane e inglesi, quindi è venuto un po' automatico comporre in lingua inglese, cercando di abbracciare un pubblico oltre che italiano anche straniero. Poi chi lo sa...
"Dena", brano del 2016 ha segnato il vostro esordio musicale, da lì in poi sono successe grandi cose per voi, come apparire su MTV New Generation, suonare al Balcony TV Roma ed all'Arezzo Wave. Quali sono i vostri prossimi obbiettivi?
Eh si, sono state bellissime esperienze. Il nostro obiettivo è promuovere il disco in uscita nel migliore dei modi, facendolo arrivare a più persone possibile e ovviamente quello di andare in giro a suonare i nostri brani.
Che potete anticiparci riguardo ad un eventuale tour?
Stavamo aspettando prima l'uscita dell'album. Per ora è ancora "Work In Progress".
Se doveste scegliere di aprire il concerto di un artista o band italiana, chi scegliereste e perché?
Sinceramente, detto fra noi, avremmo tanto piacere e l'onore di aprire ai Blastema ma temiamo che non sarà possibile, però ci sono anche i Negrita, gli Afterhours, i Negramaro...
Parlando invece di realtà emergenti, secondo voi qual è il principale problema dell'industria musicale italiana al giorno d'oggi?
Per noi il problema principale è che purtroppo non c'è più tanto spazio per molti generi e l'industria si è ridotta a poca scelta nel panorama emergente. Speriamo che le cose possano nettamente migliorare.
Vista la difficoltà nel farsi notare, molti artisti provano vie alternative per la scalata al successo. Voi, in passato, avete mai preso in considerazione di partecipare ad un talent?