Grant Nicholas
Black Clouds [EP]

2015, Popping Candy
Indie

Recensione di Riccardo Coppola - Pubblicata in data: 11/04/15

Anche la musica semplice può evolvere, sottocutaneamente, per mezzo di pennellate e sfumature impercettibilmente diverse, un piccolo passo alla volta. E' questo quello che riesce a fare, grazie alla sua parentesi acustica, Grant Nicholas: a una decina di mesi dalla sua inattesa prima testimonianza da solista, il cantautore gallese riesce infatti a inoltrarsi in terreni mai avvicinati in tantissimi anni di militanza in un outfit pop-rock, dove voci e inclinazioni artistiche riuscivano a mantenersi sostanzialmente sempre uguali a se stesse, nella comoda e rassicurante ombra delle chitarre elettriche.

 

I fili conduttori col passato, questa volta, rimangono infatti limitati alle deliziose grafiche (curate anche questa volta dalle mani di bambina della figlia Hana Sky) e in quella già sentita "Joan Of Arc" piazzata per qualche motivo sul finire dell'EP, quasi a voler ricordare l'artista con cui abbiamo a che fare. Perché in "Black Clouds" l'allontanamento dal rock è quasi assoluto, e non c'è posto nemmeno per la natura ibrida di hit giocose come "Time Stood Still". Nicholas imbeve i primi istanti della sua nuova opera di una cupa malinconia, dando vita alle stupende armonizzazioni elettroniche della title track e all'elegante soul di "Better Days To Come", finendo poi per esorcizzarla -anche se mai del tutto- con la flebile luce e col tono saltellante degli arpeggi di "Everyday Society", e con l'inedita armonica a bocca che completa il sound più vecchia scuola di "Reminisce".

 

La brevissima e dolce poesiola "After The Fall" completa un minialbum d'assoluto valore, che trae giovamento dalla sua durata ridotta (un quarto d'ora, minuto più minuto meno) finendo per far perdere il conto dei riascolti, e che dimostra come la sopraggiunta (tardivamente) maturità renda il frontman dei Feeder capace di toccare corde più moody senza cadere mai -un errore commesso spesso, in passato- nello stucchevole. Che le nuvole all'orizzonte vengano dissipate o meno, e che l'umore resti più o meno contemplativo, sembrano dunque già gettate le basi per un secondo capitolo che superi il già ottimo "Yorktown Heights".





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