Alteria
La Vertigine Prima Di Saltare

2017, Autoprodotto/MasterMusic
Alternative Rock/Rock

Recensione di Laura Faccenda - Pubblicata in data: 05/10/17

"La sfida di scrivere in italiano per la prima volta è stata difficile e spesso ho percepito la sensazione del rischio, il timore di non farcela o di non essere all'altezza, una vera e propria ‘vertigine'. Pian piano sono entrata in ‘confidenza' con la mia lingua madre e, immediatamente dopo, è arrivata la sintonia delle parole con la musica e la gratificazione di trovare il modo, il mio modo."

 

Sono queste le parole utilizzate da Alteria per introdurre il nuovo progetto solista, in italiano. Consacrata da anni come una delle voci e delle frontwomen più influenti del panorama rock nazionale, è stata ex leader dei NoMoreSpeech con cui nel 2012 ha pubblicato l'album omonimo e ha aperto, durante il tour promozionale, gli Aerosmith nel 2010 e i Red Hot Chili Peppers nel 2013, entrambi all'Heineken Jammin' Festival. Già nel dicembre 2013 ha affrontato la sfida di un album solista affiancata da alcuni dei musicisti con cui aveva collaborato. Il disco "enCORE", in lingua inglese, fa emergere la voce in tutta la sua potenza, la personalità in tutta la sua carica. Segue un tour di circa 100 concerti tra club e festival di tutta Italia.

 

È trascorso del tempo, e il prossimo 6 ottobre vedremo realizzato il risultato di un lungo e avvincente lavoro svolto dalla talentuosa cantante: "La Vertigine Prima di Saltare". Un titolo che parla da solo. Alla sintesi è stata preferita un'espressione chiara che delinea precisamente uno stato d'animo, espresso già nella prima traccia "Premessa" che inizia proprio con le stesse parole del titolo. Ci si trova trasportati in un'atmosfera onirica in cui la voce riempie uno spazio quasi privo di musica. È una dichiarazione di intenti, un proemio in cui artista e musa confluiscono in un'unica persona. "Non mi nascondo più, paure ne ho, e se non fossi abbastanza?". C'è però una nuova strada da percorrere e affrontare, con il sorriso. "Peccato" rappresenta il grido di battaglia, una voce pungente, rabbiosa si staglia su chitarre distorte e ritmi alternative che segnano l'anello di congiunzione tra l'impostazione sonora precedente e quella attuale. È un inno all'importanza del perdono e dell'auto-perdono, trasformando le colpe in fiori, per sbocciare di nuovo. La scia puramente rock continua su "Cuore Demonio", brano che prorompe attraverso un "Io" pronunciato con decisione, per rivendicare una scelta del tutto personale, decisione di chi è già passato sopra a troppe ingiustizie, di chi, in un momento cruciale, ha strappato via con dolore il suo stesso cuore. Si percepiscono i primi accenni elettronici in "Sacro e Profano", canzone quasi parlata e incentrata sul tema della dedica: agli errori, ai nuovi propositi e, ancora una volta, a se stessi. Il ritornello esplode in un "Salvati!" che non ha il tono del consiglio ma quello della preghiera spassionata, in nome di speranze che non hanno orientamento, sono sacre e profane, perché intime. Il filo rosso, che percorre il tema del desiderio di liberazione, attraversa anche "Santa Pace", quinta traccia del disco. A livello musicale, aumentano le contaminazioni e la presenza dei synth, la metrica è allungata fino ad arrivare al punto centrale, in un alternarsi di potenza vocale e delicatezza, di consapevolezza di sé e protezione della propria fragilità.

 

La perla acustica dell'album è rappresentata da "Diventare Chi Sei", introdotta da una chitarra vagamente southern rock. Nell'intimo brano dedicato alla figlia, viene messa un'eredità in mano alla piccola con la quale, come ci ha confessato Alteria nella nostra ntervista, si confronta attivamente per quanto riguarda il rapporto con la musica. Il vortice di suoni psichedelici su cui ruota "In controluce" riporta a un'atmosfera dolceamara, specchio della sensazione di vertigine che precede un salto, a metà fra l'apertura al nuovo e l'eterna lotta con i demoni interiori. Gli ossimori contenuti nei titoli "Insieme Soli" e "Passi Fermi" rimandano alla volontà di valorizzare anche le contraddizioni e i contrasti, in qualità di aspetti imprescindibili della natura umana. Tra i due, il primo pezzo è esplicitamente quello più punk del disco, crudo e diretto; nel secondo avviene la confessione dei propri limiti, gli stessi che a volte ci chiedono di superare, oltre le forze, ignorando anche il vuoto percepito.
Tuttavia, attraverso l'immersione e la riemersione da quel vuoto si riesce a non sparire. Si spiegano di nuovo le ali per trasformarsi nella versione più libera di sè, diventando "acqua, sole, mare, vento". La traccia conclusiva "Taste", l'unica dal titolo in inglese, sintetizza con efficacia sia il concetto di apertura ("l'infinito non ha spazi") che fa da perno alle tematiche trattate, sia la totalità eterogenea dei suoni sapientemente fusi durante tutto l'ascolto.

 

Il salto è stato fatto. La vertigine è stata sviscerata in profondità e ha portato i suoi buoni frutti. Alteria padroneggia consapevolmente le parole, si esprime attraverso esse, le converte in note, comunica senza inibizioni, non ha paura di condurre l'ascoltatore nel proprio mondo, musicale e personale. La cantautrice esorta a saltare, ad accogliere le proprie paure per superarle, ad accettare se stessi con l'obiettivo di migliorarsi, sempre secondo le proprie scelte. E la sua è stata una scelta vincente.





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