La seconda fatica discografica dei LastDayHere è il risultato dell’esperienza maturata dopo gli ultimi due anni di attività, che i ragazzi della band hanno vissuto intensamente piazzando molte tappe, tra cui alcune in Canada, per promuovere il disco d’esordio “From Pieces Created” a fianco di band del calibro dei Black Stone Cherry. Intanto la line-up è leggermente cambiata con l’arrivo del nuovo batterista Saso, che si aggiunge ai già presenti Marko (voce), Jure (chitarra), Uros (chitarra solista) e Tomm (basso).
“A New Beginning”, dai testi davvero profondi ma dalla melodia non innovativa, troppo simile a quella del primo lavoro, è carico di enfasi che spesso va a cozzare contro un eccessivo uso di effettistica compiuterizzata, come ad esempio in “Hope Never Dies”. Nonostante qualche aspetto discutibile, dettato dal gusto personale, l’album è oggettivamente brillante e tecnicamente ben confezionato: la band presenta una buona variabilità di ritmo e armonia, rimanendo fedele al marchio Alternative Metal. È forse l’eccessiva fedeltà che smorza il calore di “A New Beginning”, che di nuovo cela ben poco: questi ragazzi hanno la possibilità di sperimentare e di osare, e ponendo il proprio sound a metà tra quello degli Alter Bridge e quello dei Nickelback non si dimostrano abbastanza impavidi da poter essere acclamati dalla critica.
Il Rock duro che sgorga direttamente dagli altipiani di una nazione che musicalmente si sta lentamente facedo notare sul palcoscenico europeo è in piena fase di prova: i LastDayHere intanto traducono perfettamente in volume tutti gli spunti artistici emergenti dalla loro Slovenia. La sfida più dura, quella dei live, è già quasi vinta: con ottime aspettative e rinnovato entusiasmo attendiamo la band per qualche tappa nella vicina Italia, confidando che un nuovo tour possa portare ulteriori spunti per una maturazione necessaria.