Lords Of Black
II

2016, Frontiers Records
Heavy Metal

Recensione di Eleonora Muzzi - Pubblicata in data: 17/03/16

Cast stellare per un progetto estremamente ambizioso. Non c'è migliore modo per introdurre i Lords Of Black, trio composto da Ronnie Romero, Tony Hernando e Andy C, tra i musicisti più noti della scena heavy/power vecchia scuola, sia con i propri progetti che come turnisti o, come Romero, per la loro partecipazione in band storiche, nel suo caso la nuova incarnazione dei Rainbow. Non esattamente i primi arrivati.

 

A due anni di distanza dall'esordio omonimo, gli spagnoli rilasciano quello che dal titolo sembra essere il sequel diretto del precedente lavoro, e all'ascolto risulta essere esattamente questo, quasi semplicemente si fosse messo in pausa il disco e lo si avesse ripreso qualche tempo dopo. "Lords Of Black" e "II" sono quindi le due facce della stessa medaglia o per dirla in termini più musicali, i due lati della stessa cassetta. O dello stesso vinile, vedete la metafora analogica che più vi aggrada.

 

Un po' heavy, un po' power vecchio stile, un po' progressive, "II" è un po' un viaggio nella memoria musicale di quello che era il metal europeo una ventina d'anni fa - forse anche qualcosa di più - quando a farla da padrone erano le coloratissime copertine di Helloween e Angra, i lunghissimi assoli dei Blind Guardian e l'attenzione per i dettagli e gli arrangiamenti dei Dream Theater, piccole cose che un po' si sono perse nel tempo, soppiantate da espressioni più moderne o semplicemente evolutesi in qualcosa che è ancora heavy/power ma ha ora qualche cosa in più.

 

"II" invece tira una linea più o meno su tutto (o quasi) quello che è successo dal 2000 in avanti e prendono ispirazione dal passato, assimilandolo quasi fossero nozioni su un libro di storia e ributtandolo fuori con un approccio un po' più moderno.

 

E qui iniziano i problemi.

 

Perchè "II" è ottimo disco, nel suo genere, è fatto benissimo sotto ogni punto di vista e non è nemmeno il caso di parlare dell'esecuzione perchè è da manuale. Romero ha una voce potente e la sa usare alla perfezione, Hernando ha una padronanza magistrale delle sei corde e le pelli non hanno segreti per Andy C., ma la competenza con il proprio strumento non è sempre portatrice di grandi lavori.

 

L'effetto che "II" può portare nell'ascoltatore, dopo l'iniziale compiacimento nel sentire qualcosa di così classico, melodico e perchè no barocco in un momento in cui le espressioni più grezze del metal regnano incontrastate nel panorama musicale odierno, è quello che egli possa dirsi "beh, potevo ascoltarmi "Keeper Of The Seven Keys", era uguale." Paragone forte, perchè non sono uguali, però la sensazione è un po' quella. "II" è un disco anacronistico. Nel senso meno positivo del termine. Lo scorso anno abbiamo assistito a dei ritorni al passato non indifferenti, quasi tutti fatti molto molto bene, vedi "Black Magic" dei Motorhead, però c'era sempre qualcosa di odierno, quel piglio in più che dava al Passato un'arieggiata e una pennellata di vernice per togliere un po' le macchie lasciate dal tempo.

 

In sostanza, "II" è il classico disco fatto benissimo per i canoni di un passato ormai superato, perfetto per ascoltatori più in là con gli anni o che apprezzano questo genere, quella fascia di metal melodico che da qualche anno di tanto di in tanto sputa fuori una band o due veramente valida, come i Lords Of Black. Per l'ascoltatore un po' più avvezzo a stili meno articolati, più diretti o semplicemente un po' più estremi, rischia di venire alla noia particolarmente in fretta. Fosse uscito qualche anno fa sarebbe stato salutato come un capolavoro assoluto. Ma siamo nel 2016, e oggi suona come un buon disco, ma niente di eccezionale.





01. Malevolently Beautiful
02. Merciless
03. Only One Life Away
04. Everything You're Not
05. New World's Comin'
06. Cry No More
07. Tears I Will Be
08. Insane
09. Live By The Lie, Die By The Truth
10. Ghost Of You
11. The Art Of Illusion Part III - The Wasteland
12. Shadows Of War

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