L'Orso
L'Orso LP

2014, Garrincha Dischi
Folk Rock

Recensione di Gaia Minozzi - Pubblicata in data: 30/07/14

Se il diario di un ventenne fosse un vinile, sarebbe quello de L'Orso: la famiglia milanese di casa Garrincha (etichetta indipendete bolognese nata nel 2008) che si riconosce in "quel paesaggio che attraversi in bicicletta quando dal paese ti dirigi in città", effettivamente fotografa un paesaggio ben facile da interiorizzare e che, come una polaroid, una volta impresso rimane appeso in melodie ora raccolte nel loro primo LP. I pezzi già proposti negli scorsi EP, e qui riarrangiati, abbracciano due inediti, "Il tempo passa per noi" e "La meglio gioventù", che seguono linee nuove, più frizzanti e ritmate restando comunque fedeli all'intimo senso di velleità e all'andamento da carillon dei primi.

 

Si parte dalla coscienza dell'agonia dei rapporti trascinati di una più sinfonica "Ottobre come Settembre", dove gli archi dolcemente si sottomettono mentre la voce incalza nella foga "dei marciapiedi di settembre che si trascinano come un cancro in un ottobre che pare non mantenga più promesse"; dalle dure prime mancanze causa "chilometri contro", passando per le immagini di "Tornando a casa", che rimangono sospese dai fiati e dai cori finali, per l'amore che "perde la m e diventa a-ore", e per i ritmi sempre più sostenuti del primo inedito "Il tempo passa per noi". Poi è facile scivolare nell'insofferenza ritmata e quasi arrabbiata de "La meglio gioventù", che insieme all'altro inedito apre L'Orso a nuovi modi e stilemi.

 

La rievocazione delle aspirazioni, dei modelli e dei desideri di una generazione nell'atmosfera quasi onirica di "James Van Der Beek" (brano che ha reso noto "L'Orso" fuori dalla nazione) è accompagnata dal collega, sempre di casa Garrincha, Pernazza. La chiusura è affidata a "Baci dalla provincia", dove l'inadeguatezza ai tempi contemporanei è segnata dai cliché, dalle delusioni, dal senso d'impotenza. Sebbene l'amarezza della conclusione, l'effetto malinconico che accompagna l'intero viaggio filtra con uno sguardo quasi vintage l'inettitudine di fondo. Tutti i nodi del vissuto di un ventenne sono sciolti in un linguaggio semplice e chiaro, quasi ad innalzare l'esperienza personale a condizione comune. Ció si riflette anche nella strumentazione tradizionale, che nella scena indie italiana sta tornando a respirare, con i fiati e gli archi che si addolciscono e si modulano sulle chitarre e sulla batteria.

 

La copertina è qualcosa di diverso rispetto a quelle degli scorsi EP, dove mani, uccellini e nature morte sembravano raffigurate da una matita incerta e i calori davano un senso d'intimità e calore. Ora una casa ben squadrata e di un colore asettico è dipinta a metà, ma il rullo è lì, appoggiato, e la finestra è aperta, come se i lavori fossero stati interrotti per evadere, almeno per un'ora. Un'altra volta tra i paesaggi e i colori che L'Orso ha creato per noi e che prendono forma in questo "L'Orso LP": una bellissima occasione per (ri)avere vent'anni, per (ri)sentirli.





01. Ottobre come settembre
02. Tornando a casa
03. Il tempo passa per noi
04. I nostri decenni
05. Con i Chilometri contro
06. Certi periodi storici
07. La meglio gioventù
08. Invitami per un tè
09. James Van Der Beek feat.Magellano
10. Acne giovanile
11. Baci dalla provincia

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