Primal Scream
More Light

2013, 1st International
Psychedelic Rock

I Primal Scream si ricordano come si fa e pubblicano una delle migliori prove della carriera

Recensione di Alberto Battaglia - Pubblicata in data: 08/07/13

Quest'ultimo Primal Scream sembra proprio un Greatest Hits d'inediti; della raccolta c'è l'eterogeneità, c'è la lunghezza, c'è la qualità e, invero, anche il citazionismo, tutti contenuti in queste 13 tracce di “More Light”.  Bisogna ammettere, però, che se desiderate arrivare presto al dunque avrete bisogno di un avvertimento: in questo album c'è molto e forse anche troppo, con il rischio conseguente di perdersi in questo ubriacante caleidoscopio. Bravo, comunque sia, Bobby Gillespie, che ha riassunto le diverse forme assunte dalla band in questi anni, riuscendo nel proposito di rivitalizzarle.


La rollingstonata radiofonica di “It's Alright, It's Ok”, carina ma un po' inutile, è solo un cavallo di troia con cui far parlare di sé nei canali più convenzionali, ma se qualcuno comprasse “More Light” per trastullarsi sulla spiaggia con altri pezzi sulla falsa riga di quel singolo rimarrebbe completamente deluso. I Primal Scream di oggi danno con questo disco innanzitutto una grande prova di eclettismo nel campo psichedelico, anche se sui 13 brani del disco la capacità compositiva, quella che lascia il segno, emerge solo in tre o quattro episodi, ma... che episodi. Diamo il tempo ai Primal Scream di cominciare e veniamo immediatamente travolti da “2013”, una canzone che ha una forma dionisiaca, allucinante e coinvolgente al servizio di un testo che è una vera invettiva:


What happened to the voices of dissent?
Getting rich I guess
Become part of the establishment
Power corrupts the best
They killed the counter-culture
underground
It offers no critique
No revolutionary spirit left
They've sanitised the freaks


C'è la morte della rivoluzione sessantottina fra queste parole, ormai assorbita dalla società attuale. A questa denuncia si sovrappone una drammatica frase melodica di sassofono che è il cuore battente di questo pezzo, che via via che scorrono i suoi nove minuti d'incalzante durata diventa sempre più annichilente, disperso. Uno dei brani migliori della loro carriera, oltre che del 2013. “River of Pain” segue abbassando il volume, riavvolgendo più volte le suadenti e ipnotiche note di una chitarra acustica per poi dilagare in una variante orchestrale di grandissimo effetto, si aggiungono così altri sette minuti di acide divagazioni. Per molti altri pezzi si può ben dire che eccedono nella lunghezza, pur rimanendo lontani dall'esser banali (le influenze hip-hop in “Culturicide”, il feedback pop rimodernato in “Hit Void”, il pastiche 60s di “Goodbye Jonny”, il blues su di giri “Turn Each Other Inside Out”), altri, invece, sono decisamente meno riusciti (“Tenement Kid”, “Sideman”). Tra le gemme però, rimangono ancora alcune altre creazioni. Fra queste “Elimination Blues”, una sintesi originalissima che recupera le pulsazioni tastieristiche applicate al blues (Red Red Meat), vi aggiunge coriste soul, ripetitive frasi di chitarra e assoli mono-nota. Ancora più sorprendente è “Relativity”, un pezzo “apolide” caratterizzato dal lamento di Gillespie e percosso da tuonanti ritmiche arabe; nella seconda parte tutto si smorza in un'andatura cullante e narcotica che avanza ad libitum. Vicini alla conclusione, poi, appare la quieta levità di un brano come “Walking with the Beast”, che ricorda i momenti più teneri di band acide come Mercury Rev: i rintocchi acustici di quella chitarra vibrano come la superficie luminosa del mare vista da sott'acqua.


Non penso che “More Light” possa imporsi realmente come una sorpresa, una novità, né i Primal Scream ritornare tra le band di punta del Regno Unito grazie a questo album, anche se qualcuno lo crede. Ma forse questi non sono gli aspetti che, dopotutto, contano di più: piuttosto che quello di inventare il talento di Gillespie è sempre stato più quello di maneggiare e rimodulare miti musicali preesistenti. Con quest'ultima prova i Primal Scream ritrovano soprattutto quest'abilità, che non cambia la storia, è vero, ma la riassume e la dilata allo stesso tempo.





01. 2013
02. River Of Pain
03. Culturecide
04. Hit Void
05. Tenement Kid
06. Invisible City
07. Goodbye Johnny
08. Sideman
09. Elimination Blues
10. Turn Each Other Inside Out
11. Relativity
12. Walking With The Beast
13. It's Alright, It's OK
14. I Want You (Bonus Track)
15. City Slang (Bonus Track)

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