Shiraz Lane
For Crying Out Loud

2016, Frontiers Music
Hard Rock

Ah, beata gioventù, sempre carica di idee e buona volontà. Che siano buone idee o meno non importa, basta averne e tentare di metterle in pratica, poi semmai si aggiusta il tiro.
Più o meno è quello che sembra succedere con questo album dei giovanissimi finnici Shiraz Lane.
Recensione di Eleonora Muzzi - Pubblicata in data: 15/04/16

Perchè l'album "For Crying Out Loud" si presenta in uno stato quasi da work in progress, o almeno che si stato composto in momenti molto diversi dell'ancor breve ma già costellata di piccole vittorie carriera.
Gli Shiraz Lane si rifanno ai tempi d'oro dell'hard rock misto glam, ne prendono i canoni e li seguono alla lettera, hanno un ottimo senso della melodia, espresso principalmente tramite linee di chitarra dirette e assoli ben piazzati. La sezione ritmica c'è tutta e anche la voce, per quanto appaia ancora decisamente immatura e in necessità di ulteriori lezioni perchè si sente come in alcuni punti tenda a stridere e a sforzare le corde vocali oltre il proprio range, in fin dei conti risulta anche piacevole, se piace un certo tipo di sonorità.

 

 

Ma c'è un netto contrasto all'interno dell'album. Come se fosse diviso in due da uno spartitraffico, i primi sei brani in tracklist contengono tutte le caratteristiche positive elencate finora ma le si sente ovattate, mascherate da difetti di songwriting come l'eccessiva formularità dei brani e la netta mancanza di identità precisa della band, che per ora vive un po' di citazionismo spicciolo per certi versi. Dopo l'inizio travolgente, inutile negarlo, di "Wake Up", i cinque brani successivi scorrono senza lasciare all'ascoltatore molto, se non la sensazione che i pantaloni del vocalist stringano un po' troppo a livello dell'inguine, in certi frangenti. Poi, su "Behind The 8-Ball", è come se si fosse svoltato l'angolo dopo millemila chilometri di rettilineo, e l'idea che si ha di "For Crying Out Loud" cambia radicalmente, perchè cambia la qualità stessa dei pezzi presentati. Più divertenti, meno banali, più ricchi, scritti, eseguiti e cantati nettamente meglio dei precedenti. Come se fosse passato un annetto buono tra la composizione dei primi sei brani e questi ultimi.

 

 

Il risultato è un album che intrattiene ma è incostante, con i pezzi migliori relegati alle ultime posizioni. Si fa ascoltare e a tratti apprezzare, per quello che è, l'opera di una band giovanissima - si parla di ventenni - che hanno tanta voglia di fare musica e quella si sente, sono le idee di cui si parlava nel paragrafo introduttivo che non sono sempre buone. O meglio, sono buone, ma a volte non vengono eseguite come meriterebbero.





01. Wake Up
02. Momma's Boy
03. House Of Cards
04. Begging For Mercy
05. Same Ol' Blues
06. Mental Slavery
07. Behind The 8-Ball
08. For Crying Out Loud
09. Bleeding
10. M.L.N.W.

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