Se c'è chi considera lo scorso "Narrow" il secondo full-lenght di Anja Plaschg in arte Soap&Skin, allora questo tre-tracce su maxi vinile titolato "Sugarbread" può benissimo essere visto come EP interlocutorio tra due episodi discografici. E che EP...

Vero, sulla quantità siamo a livelli scarsi, per non dire scarsissimi ("Me & The Devil", per quanto perfettamente adattata agli infernali canoni tormentati di Anja, è pur sempre una cover del bluesman Robert Johnson, ripescata dal lontanissimo 1937 e totalmente ricostruita, come "Voyage Voyage" su "Narrow"), pur tuttavia la qualità abbonda. Prendiamo la titletrack in incipit: parte con quello che possiamo considerare a tutti gli effetti la registrazione di uno stupro, subito avvolto da un sinfonismo gotico e da una sacralità roboante che lascia il posto ad un mood quasi danzereccio. "Too much", come direbbe Carla Gozzi, ed in effetti il tutto avrebbe il sapore goliardico della parodia, se non fosse che c'è Soap&Skin dietro all'operazione, e quindi l'insieme assume il dolce sapore del consolidamento artistico dell'utero più nero e tormentato che possediamo attualmente in musica. Infine, abbiamo "Pray", anche questa dal mood gotico ma riservata unicamente ai protagonisti piano e voce, a chiudere il cerchio su registrazioni che i più affezionati ascoltatori dell'artista austriaca sanno benissimo essere figlie di quanto proposto ultimamente dalla Nostra in sede live.

Ennesimo episodio discografico che farebbe arrossire l'attuale PJ Harvey, incapace oramai di cristallizzare in forma così pura l'estrogineo dolore, "Sugarbread" sembrerebbe all'apparenza un orpello inutile, ed invece è il gioiello che fa la differenza. Consigliato sia ai fan devoti che ai neofiti, pronti poi ad entrare, con questo viatico, nell'oscura celebrazione tenuta da Sua Excelsior Dolor Anja Plasch.