Già fondatore e chitarrista dei Marillion, Steve Rothery è conosciuto oltre che per il tocco magico della sua sei corde, anche per la capacità di capovolgere gli schemi del music business, con e senza la band che gli ha dato la fama. “Live In Rome” va in questa direzione e anticipa di un mese il suo debutto solista “The Ghost Of Pripyat”, reso possibile da un’abile strategia di crowdfunding e la cui genesi si spreca fra aneddoti e retrospettive: la prima offerta per un debutto da solista nel 1985 nel mezzo delle sessions di “Misplaced Childhood”, la scena che si ripete circa dieci anni dopo, poi il recente invito al Guitar Festival di Plovdiv, qualche idea sviluppata per l’occasione con molta istintività, la ricerca degli elementi giusti per una band. Se il concepimento del disco è stato particolare, la lavorazione non è stata da meno: il live immortala i due concerti sold out tenuti nella capitale a febbraio di quest’anno e oltre a tastare il polso alla produzione in corso d’opera, costituisce un gustoso assaggio di quello che si preannuncia come una piccola gemma per gli amanti del rock progressivo.
Il primo CD è una carrellata del materiale che andrà a comporre il disco in uscita a settembre. Ce n’è abbastanza da rimanere stupiti: accompagnato da una band di prim’ordine (e non potrebbe essere altrimenti), nei sei brani proposti, tutti oltre i dieci minuti di durata, Rothery smussa lo stile che lo ha reso famoso nei Marillion disegnando atmosfere meno rarefatte che si spingono quasi fino al post rock. Gli undici minuti iniziali di “Morpheus” sono pura emozione destinata ad amplificarsi in studio con la partecipazione del nume tutelare Steve Hackett, “White Pass” e “Yesterday’s Hero” si caratterizzano per i cambi d’atmosfera e le interessanti progressioni, “Summer’s End” e “Kendris” non nascondono le proprie pulsioni ritmiche su cui Rothery pennella fraseggi dal gusto talvolta anche inedito. Lo spazio Marillion è concentrato sul secondo CD e tocca ai bravi Manuela Milanese e Alessandro Carmassi l’arduo compito di sostituire Hogarth e Fish dietro il microfono. Le versioni di “Waiting To Happen”, “Afraid Of Sunlight”, “Cinderella Search” e “Sugar Mice” potrebbero non sfigurare in uno dei tanti live della band, mentre “Easter” si conferma brano di caratura superiore e dunque meno “maneggiabile”. Finale di set con due brani incredibili firmati RaneStrane, band romana legata a doppio filo ai Marillion, che per l’occasione prestano il tastierista Alessandro Romano; tocca a Rothery mettere il sigillo sulle ultime tracce con il suo tocco inconfondibile.
“Live In Rome” rappresenta una ghiotta anticipazione dello Steve Rothery solista e se queste sono le premesse, conviene prenotarsi per tempo. Se siete andati in estasi i soli di “Easter” e ” Neverland”, le melodie di “Ghost Of Pripyat” rappresentano un biglietto di sola andata per quei lidi. Aggiungete che il disco vedrà la partecipazione di alcuni nomi illustri, fra cui l’onnipresente Steven Wilson e l’ex Genesis Steve Hackett, ed ecco che le premesse per un disco speciale ci sono tutte. In conclusione, modalità “pre-order” decisamente su on per il debutto solista di Steve Rothery!
Il primo CD è una carrellata del materiale che andrà a comporre il disco in uscita a settembre. Ce n’è abbastanza da rimanere stupiti: accompagnato da una band di prim’ordine (e non potrebbe essere altrimenti), nei sei brani proposti, tutti oltre i dieci minuti di durata, Rothery smussa lo stile che lo ha reso famoso nei Marillion disegnando atmosfere meno rarefatte che si spingono quasi fino al post rock. Gli undici minuti iniziali di “Morpheus” sono pura emozione destinata ad amplificarsi in studio con la partecipazione del nume tutelare Steve Hackett, “White Pass” e “Yesterday’s Hero” si caratterizzano per i cambi d’atmosfera e le interessanti progressioni, “Summer’s End” e “Kendris” non nascondono le proprie pulsioni ritmiche su cui Rothery pennella fraseggi dal gusto talvolta anche inedito. Lo spazio Marillion è concentrato sul secondo CD e tocca ai bravi Manuela Milanese e Alessandro Carmassi l’arduo compito di sostituire Hogarth e Fish dietro il microfono. Le versioni di “Waiting To Happen”, “Afraid Of Sunlight”, “Cinderella Search” e “Sugar Mice” potrebbero non sfigurare in uno dei tanti live della band, mentre “Easter” si conferma brano di caratura superiore e dunque meno “maneggiabile”. Finale di set con due brani incredibili firmati RaneStrane, band romana legata a doppio filo ai Marillion, che per l’occasione prestano il tastierista Alessandro Romano; tocca a Rothery mettere il sigillo sulle ultime tracce con il suo tocco inconfondibile.
“Live In Rome” rappresenta una ghiotta anticipazione dello Steve Rothery solista e se queste sono le premesse, conviene prenotarsi per tempo. Se siete andati in estasi i soli di “Easter” e ” Neverland”, le melodie di “Ghost Of Pripyat” rappresentano un biglietto di sola andata per quei lidi. Aggiungete che il disco vedrà la partecipazione di alcuni nomi illustri, fra cui l’onnipresente Steven Wilson e l’ex Genesis Steve Hackett, ed ecco che le premesse per un disco speciale ci sono tutte. In conclusione, modalità “pre-order” decisamente su on per il debutto solista di Steve Rothery!