The Defiants
The Defiants

2016, Frontiers Records
Heavy Metal

Cosa succede quando prendi tre tra membri attuali e passati dei Danger Danger e li rimetti insieme? I Danger Danger 2.0? Beh... Ni.
Recensione di Eleonora Muzzi - Pubblicata in data: 23/04/16

Più o meno le premesse di questo nuovo progetto di heavy melodico nato, appunto, da tre costole dei Danger Danger sono ben delineate. Brani orecchiabili, linee vocali che tendono al falsetto molto spesso e lunghi assoli veloci e melodici, con una parte puramente ritmica tendenzialmente sacrificata in favore di ritornelli catchy che ti si incastrano nelle orecchie e non c'è verso di toglierseli dalla testa per tutta la giornata.

 

Ed è più o meno quello che succede con "The Defiants", primo album omonimo di questo trio ben assortito e, da quanto si può sentire, anche ben assortito.
Pur non essendo chissà quale capolavoro della musica moderna, "The Defiants" ha un potenziale che spesso ci dimentichiamo quando recensiamo album: il fattore divertimento.
Spesso e volentieri ci ritroviamo davanti a dischi che non sappiamo caratterizzare, ovvero quei dischi non bellissimi, ma nemmeno orrendi, che gira e rigira ogni volta che li riascoltiamo li apprezziamo sempre di più. Perchè sono dischi divertenti e spensierati, senza quelle sfumature complesse che ti costringono a stare lì ad ascoltare per bene per carpirne tutte le sfumature.

 

"The Defiants" è proprio questo. Un disco buono, senza infamia (decisamente) e senza lode (ma comunque di buona fattura) che prendere l'ascoltatore e lo intrattiene con quello spirito scanzonato che te lo fa apprezzare anche di più. Se escludiamo l'intro, che messa a confronto col resto del disco è eccessivamente seriosa, questo album è veramente divertente. L'inserimento di elementi un po' country pop sparsi qua e là poi rimescola le carte in tavole in momenti di puro intrattenimento musicale.

 

C'è inoltre da contare il fattore karaoke. I tre afferrano la palla al balzo e creano un disco su cui è veramente facile ritrovarsi a cantare come dei matti, a discapito delle orecchie dei nostri vicini, e che guadagna molti punti come disco da road trip. Con l'arrivo dell'estate e dei lunghi viaggi per raggiungere i luoghi di villeggiatura, con conseguenti code perchè non c'è verso, un po' di coda la incontri anche se parti alle tre del mattino di due giorni prima per fare la famosa partenza intelligente, questo è il tipo di disco migliore per far passare il tempo.

 

Come già detto, non un lavoro eccellente ma nemmeno da buttare via, anzi. Propone il ritorno di un sound un po' pop e un po' heavy che da qualche tempo o si era perso o veniva sfruttato male. Un buon lavoro per una band che ha delle radici ben piantate e da cui sa tirare fuori cose molto buone.





01. Intro (Carillon's Theme)
02. Love And Bullets
03. When The Lights Go Down
04. Waiting On A Heartbreak
05. Runaway
06. Lil' Miss Rock 'n' Roll
07. The Last Kiss
08. Save Me Tonight
09. Take Me Back
10. We All Fall Down
11. That's When I'll Stop Loving You
12. Underneath The Stars

Intervista
Anette Olzon: Anette Olzon

Speciale
L'angolo oscuro #31

Speciale
Il "Black Album" 30 anni dopo

Speciale
Blood Sugar Sex Magik: il diario della perdizione

Speciale
1991: la rivoluzione del grunge

Speciale
VOLA - Live From The Pool