Tying Tiffany
Drop

2014, Trisol
Elettronica

Recensione di Alessio Sagheddu - Pubblicata in data: 10/06/14

Tutto faceva presagire il meglio ad essere sinceri: il fare distorto di "Peoples Temple" e la spudorata tenacia di un “Dark Days, White Nights”, avevano già fatto intendere che qualcosa, nella musica di Tying Tiffany, sarebbe cambiata. Il passo è grande e abbastanza palpabile: dagli ermetici localini italiani a platee ben più ampie in giro per l'Europa; Questo nuovo "Drop" è la chiave, il modus operandi che permette alla nostra, di portare l'electro pop made in Italy, in giro per il mondo.

 

E’ uno schiaffo, uno schiaffo in pieno volto, quasi a voler dire: “Mi libero di un paese in cui sono passata quasi in sordina”, esternato con fare pacato, sovrumano. La Tiffany è l'esatto esempio dell'artista italiano dei giorni nostri. Lo stesso artista che fatica per ottenere dei risultati e magari non riesce al primo tentativo, ben lontano dall'abbattersi, prende per mano la propria arte, riuscendo a sfornare lavori come questo, che diciamocelo, non passa certo inosservato. In un mondo poi dove l'universo "Suicide Girl" viene prontamente tradotto come un vivere sul lastrico tra vita, morte ed eccessi, la Tiffany dimostra proprio quello che l'ignorante di turno non include nella sua lista di preconcetti: le apparenze ingannano e nel caso della Nostra, è proprio il labirinto emotivo che costruisce questo lavoro a parlare per lei. Altra sberla ben assestata.

 

La chiamano IDM (Intelligence Dance Music). Ma come si fa a trovarla, captarla? Cos’è la "musica intelligente"? Forse, quella dell'animo, del respiro frammentato, dell'umiltà?

 

Testi sfumati nell'aria che respiriamo ogni giorno, cadute dell'anima ed un nuovo percorso, all'insegna dell'intimismo e del respiro, ora cadenzato e a pieni polmoni, ora nervoso quanto irregolare. La musica permette tutto questo: dalle immersioni sott'acqua, in un moltiplicarsi di colori ( “Deep Blue River “) a ben altri sospiri, fluttuanti ed eterei, questa volta su terra ferma ( “Dissolve” ).  C’è poi una “A Lone Boy”, forse una delle poche tracce dove il synth non assale a pieno regime la voce, che rimane invece espressiva e commemorativa fino alla fine. Con questo “Drop” insomma, Tying Tiffany centra il bersaglio dedicando un album alla propria anima e a quella di chi ascolta, tralasciando l’immagine, l’immagine di una donna fuori dagli schemi che fino a questo punto, aveva un po’ preso il soppravvento.





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