Articolo a cura di Dario Fabbri e Simone Zangarelli
L’origine del titolo
Per quanto riguarda il titolo dell’album, i Muse si sono ispirati ad un libro sulla teoria delle stringhe, “Hyperspace” (1994), scritto dal fisico teorico americano Michio Kaku. All’interno del suo libro, Kaku ha suggerito il titolo “Origin Of Symmetry” per un futuro saggio sulla scoperta della supersimmetria, facendo riferimento al classico “On The Origin Of Species” (1859) di Charles Darwin. Sull’origine del titolo del disco si è espresso il frontman della band inglese, Matthew Bellamy, dichiarando: “Tutti hanno scritto sull’origine della vita, quindi ora inizieranno a guardare all’origine della simmetria; c’è una certa stabilità nell’universo e scoprire da dove essa ha origine sarebbe come scoprire se Dio esiste”. Inoltre, durante un’intervista ai microfoni di NME, il leader del gruppo ha aggiunto: “Il nome dell’album, ‘Origin Of Symmetry’, è tratto da un libro sulla geometria dell’universo e su come sia tutto in un bellissimo equilibrio, una cosa perfetta in dieci dimensioni. Spiega tutte le forze misteriose intorno alle quali abbiamo inventato le religioni”.
Le curiosità sulla copertina
Nel corso di un’intervista del 2001, Matthew Bellamy ha parlato della realizzazione della copertina del disco, rivelando come si trattasse della scelta definitiva di una serie di opere di 14 artisti diversi, ai quali era stato conferito lo stesso tema. Inoltre, il frontman ha ammesso anche che tutte le copertine realizzate potrebbero essere unite, ottenendo la sensazione che comunque rimanga un certo senso di continuità, attraverso la percezione di persone diverse della stessa opera e questa cosa l’ha affascinato moltissimo. L’immagine finale è stata creata dall’artsita William Eager e rappresenta file di pali del telegrafo disposti in perfetta simmetria l’uno con l’altro, con le relative ombre che si distendono su un panorama desertico e che creano un certo contrasto con il cielo arancione che fa da sfondo. Tuttavia, non si tratta delle uniche peculiarità presenti sulla copertina, in quanto è possibile notare in alto a destra una versione irregolare del logo della band: mentre per il logo che appare in tutti gli altri album del gruppo è stato utilizzato il carattere Frutiger Black, per la versione alternativa di “Origin Of Symmetry” è stato usato l’Helvetica Bold.
I “nuovi Radiohead”
A seguito della pubblicazione del loro primo album in studio, “Showbiz” (1999), i Muse sono stati etichettati da più parti come i “nuovi Radiohead”, a causa delle molteplici analogie presenti in questo lavoro con i primi tre dischi della band capitanata da Thom Yorke. Tuttavia, con “Origin Of Symmetry” ha avuto inizio il processo che ha portato, da una parte, all’allontamento di Bellamy e soci dalle sonorità di “Showbiz” e, dall’altra, alla formazione di un’identità musicale forte e ben distinta da quella dei Radiohead e delle altre band rock dell’epoca. Infatti, rispetto al suo predecessore, “Origin Of Symmetry” presenta più riff e assoli di chitarra, ma l’intento originale del trio era quella di mostrare al grande pubblico il loro lato più eccentrico, ricorrendo a strumenti meno convenzionali come l’organo, il vibrafono e il clavicembalo. Nonostante i numerosi elementi innovativi inseriti in tutti gli album a partire da “Origin Of Symmetry” e il processo di allontamento da certe sonorità avviato ormai 20 anni fa, c’è chi tutt’ora si riferisce ai Muse con l’appellativo “nuovi Radiohead”.
Rinascere in una realtà nuova
Uno dei temi più ricorrenti all’interno di “Origin Of Symmetry” e nel resto della discografia dei Muse è il rapporto tra uomo e tecnologia, l’evoluzione sempre più rapida di quest’ultima e le inevitabili conseguenze di questa evoluzione sul mondo così come lo conosciamo. In altre parole, il trio inglese si immagina, in un futuro non troppo lontano, un’umanità totalmente in balìa delle macchine, in cui le classiche relazioni tra gli esseri umani saranno radicalmente stravolte, andando così a tratteggiare i contorni di un vero e proprio futuro distopico. Un esempio lampante di questo ragionamento si può trovare in “New Born”, traccia d’apertura di “Origin Of Symmetry”. Prendendo in prestito le parole di Matthew Bellamy al riguardo: “Si tratta di una semi-paura dell’evoluzione della tecnologia e di come in realtà stia distruggendo tutta l’umanità. La mia paura è che non possiamo controllarla perché si muove più velocemente di noi, quindi le canzoni mi pongono in un luogo nel futuro in cui il corpo non è più importante e tutti sono collegati ad una rete. La frase d’apertura (di “New Born”, ndr) è ‘collegalo al mondo’, quindi si tratta di connettere te stesso su scala mondiale e rinascere in un’altra realtà. In un certo senso, è sulla stessa linea del film ‘Matrix’, anche se non avevamo intenzione di copiare la loro idea sulla tecnologia e su come si è evoluta”.
Non solo chitarra, basso e batteria
Come già anticipato, i Muse hanno utilizzato strumenti ben poco convenzionali per ottenere il sound che desideravano durante le registrazioni dell’album. Uno dei co-produttori di “Origin Of Symmetry”, John Leckie, ha esortato la band a lavorare su alcune delle loro idee più sperimentali, come ad esempio l’utilizzo di percussioni particolari per alcune canzoni, ossia l’uso di balafon, ossa di animali e unghie di zampe di lama durante la registrazione di “Screenager”, i forti richiami alla musica spagnola in “Darkshines”, mentre per la conclusiva “Megalomania” è stato utilizzato un organo a canne da chiesa in stile gotico. Tra i brani più sperimentali è impossibile non citare “Micro Cuts”, la cui base è composta da un’atipica combinazione di elementi di musica barocca e metal, sulla quale Bellamy canta per lo più in falsetto, sia nelle parti basse che in quelle alte. Infine, la musica classica ha influenzato profondamente i tre musicisti inglesi mentre registravano il disco: in particolare, ha impattato sul modo in cui Matthew Bellamy percepiva la musica e, non a caso, la scrittura della canzone “Space Dementia” è stata ispirata dalle composizioni del pianista e direttore d’orchestra Sergej Rachmaninov, artista che lo stesso Bellamy ha iniziato ad ascoltare con una certa frequenza nel periodo in cui ha composto l’album.
Micro Cuts: lo strano sogno di Matthew Bellamy
La leggenda narra che “Micro Cuts”, settima traccia dell’album, sia stata scritta a seguito di una serata in cui i tre musicisti inglesi hanno assunto funghetti allucinogeni e, in particolare, il testo sarebbe il racconto fedele dell’allucinazione vissuta da Matthew Bellamy, il quale, insieme ai compagni Dominic Howard e Chris Wolstenholme, si sarebbe risvegliato la mattina seguente in un bosco mezzo nudo e in stato di confusione. Nel corso di un’intervista del 2001, il frontman ha confermato – almeno in maniera parziale – questa versione dei fatti, raccontando come la canzone sia stata ispirata da un sogno in cui lui si trovava nel bel mezzo di un deserto ed erano presenti delle lame giganti che oscillavano dal cielo, aggiungendo: “Ero in questo posto arido, grigio, morto, con un orizzonte infinito e cercavo di evitare queste lame che volavano dappertutto. Mi entravano in testa e potevo sentirle tagliarmi il cervello. Poi sono andato dal dottore e lui mi ha detto di bere più acqua e basta”.
La separazione dalla Maverick Records
“Origin Of Symmetry” è stato pubblicato in Inghilterra e in Europa a metà del mese di luglio del 2001. Il prodotto finale è il risultato di un periodo di registrazione durato da settembre del 2000 a febbraio del 2001. Tuttavia, durante questo lasso di tempo, non sono mancati contrasti con una casa discografica in particolare, ossia la Maverick Records, la quale si sarebbe dovuta occupare dell’uscita del disco negli Stati Uniti, programmata per il 28 agosto 2001, così come aveva fatto nel 1999 con il precedente album in studio della band, “Showbiz”. In particolare, la Maverick era dubbiosa circa l’abbondante uso del falsetto da parte di Bellamy in canzoni come “Plug In Baby” e “Micro Cuts”, e la richiesta di ridurre l’uso del falsetto all’interno del disco da parte dei rappresentanti della casa discografica portò la band inglese alla decisione di abbandonare la Maverick. L’album, alla fine, è uscito attraverso Taste Media, mentre negli USA è stato rilasciato tramite Mushroom Records solamente nel 2005, a ben 4 anni di distanza dalla sua pubblicazione nel resto del mondo e persino dopo l’uscita del terzo album del gruppo, “Absolution” (2003).
Citizen Erased e George Orwell
Tra le pagine di “1984” di George Orwell, Matt Bellamy ha trovato l’ispirazione per scrivere “Citizen Erased”, la storia di un cittadino che vede cancellati i suoi diritti inalienabili e sembra non volersene riappropriare, come un moderno Winston Smith che non riesce ad uscire da una trappola che si estende fin dentro la psiche. “Citizen Erased riguarda una persona che scompare nel nulla, che rifiuta di prendere il controllo/potere e sceglie di svanire dalla memoria piuttosto che abbracciare il caos; sentirsi calpestati e inchinarsi”, ha detto Bellamy a proposito di questa traccia, considerata come un’anticipazione di “The Globalist” del 2015: “The Globalist è l’opposto: una persona che porta il proprio potere/controllo verso fini inquietanti. Entrambi potrebbero essere la causa/effetto dell’altro”.