Hexperos (Alessandra Santovito)
I Gothica sono stati per molti anni uno dei progetti più validi della scena “goth” italiana, creando un sound gotico non solo nella concezione musicale, ma unendo ad essa componenti letterarie ed artistiche. Gli Hexperos rappresentano l’ideale continuazione e sublimazione di quello storico gruppo, grazie alla presenza della talentuosa cantante Alessandra Santovito (mente ed autrice dei testi in entrambi i progetti) che, in seguito all’incontro con Francesco Forgione, ci regala un lavoro di qualità estremamente alta, realizzato da artisti per artisti. “The Veil of Queen Mab”, sorta di concept incentrato, come si evince dal titolo, sulla figura shakespeariana della regina delle fate, è un lavoro realizzato con professionalità, che certamente porrà il gruppo tra i migliori esponenti del genere a livello mondiale. Alessandra, donna ancor prima che cantante, ha risposto con umiltà e sensibilità degna dei veri artisti alle nostre domande, soddisfando inoltre alcune nostre curiosità sulla sua carriera. Venite a scoprire con noi il mondo di Mab...

Fotografie ad opera di Donatella Lomma (1 e 2) e Antonella Giuliano (3 e 4)

Si ringrazia Sergio Puglisi per la preziosa collaborazione
Articolo a cura di Marco Belafatti - Pubblicata in data: 11/11/10
Ciao Alessandra, benvenuta su SpazioRock. Come stai? Per me è un piacere ed un onore tornare ad intervistare una delle migliori voci della scena neoclassica italiana ed internazionale!

Grazie, tutto ok, soprattutto dopo questa bella introduzione! Sto vivendo, con gioia e timori vari, un periodo particolare: la mia prima gravidanza. Parte del mio mondo sta cambiando, c’è una trasformazione fisica in atto veramente misteriosa: imperscrutabili meraviglie della natura.

Molti fan ti conoscono grazie alla tua attività negli Hexperos, il progetto che condividi con il tuo compagno Francesco Forgione, ma sappiamo che hai una lunga carriera alle spalle e che, in passato come oggi, hai partecipato a diversi progetti musicali, anche al di fuori della musica gotica e neoclassica comunemente intesa...

Sì, ho sempre amato la musica e per fortuna da bambina, a casa dei miei genitori, se ne ascoltava sempre tanta e buona. Infatti, ho iniziato a cantare da piccolina in un coro di musica tradizionale. Da adolescente, lavoravo presso varie emittenti radiofoniche locali, recitavo con una piccola compagnia teatrale e suonavo in una band doom metal! Nel frattempo, anche per racimolare qualche soldino in più, mi sono cimentata nella classica musica da piano bar con standard internazionali, jazz , bossa nova, blues ecc., ho conosciuto musicisti davvero in gamba ed anche lì ho acquisito esperienze importanti, sebbene non sia il mio ambito preferito. Ho dei bei ricordi legati alla mia precedente band Gothica, a varie collaborazioni e naturalmente, le soddisfazioni più grandi, le ho avute in seguito agli studi in conservatorio e al Secondo Livello in Canto Lirico. Ricordo con piacere alcuni concerti di musica da camera e di Oratorio. Soprattutto, è stato bellissimo cantare come I soprano nel Gloria di Vivaldi, che adoro; nel "Magnificat" e in "Erschallet", "Ihr Lieder" di Bach ed interpretare "Le Siete Canciones Populares Españolas" di Manuel De Falla, un paio le ho inserite anche nei due cd degli Hexperos, sono troppo belle, coinvolgenti, viscerali, varie, colte e popolari, gli ho dedicato anche buona parte di una tesi. L’opera è una delle mie passioni, non la preminente, però mi piace cantare nel coro di buone compagnie, così non ho molte responsabilità e non sono costretta a tralasciare altri progetti che mi interessano di più, ma allo stesso tempo posso indossare fantastici costumi, lavorare con bravi direttori e registi, migliorare. Le opere che ho amato di più sono "Bohème" e "Traviata". Attualmente, oltre al progetto Hexperos, Francesco ed io stiamo suonando anche nell’ensemble di musica medievale Stella Nova, un’altra grande passione.

Vorresti parlarci dei tuoi studi in ambito classico/operistico? Da quali opere o autori vai ad attingere il tuo repertorio e quali sono i tuoi compositori preferiti?

Il mio repertorio è quello classico di un Soprano Lirico, infarcito di molta musica da camera. Tra le arie che mi rappresentano di più vocalmente ci sono: "Giunse al fin il momento… Deh Vieni non tardar" di Mozart; "Eccomi in lieta vesta… Oh quante volte!" di Bellini; "O mio babbino caro" e "Quando men vo" di Puccini; "Selva Opaca" di Rossini, l’"Ave maria" dall’"Otello" di Verdi… I miei compositori e repertorio preferiti sono però legati all’Oratorio (Vivaldi, Pergolesi, Mozart, Bach, Haendel, Verdi, Dvořák), e soprattutto alla musica da camera: Manuel De Falla, Hugo Wolf, Federico Mompou, molti Lieder, arie del periodo barocco (Vivaldi, Caccini…).

A questo punto mi sembra giusto porti una domanda su Francesco, sperando di non apparire troppo indiscreto: com'è avvenuto il vostro incontro? Immagino che le stelle abbiano voluto che ad unirvi non fosse soltanto un sentimento reciproco, ma anche un gusto artistico raffinato e in costante crescita...

Quando ho conosciuto Francesco, c’è stata subito una reciproca simpatia, all’inizio credevamo fosse solo una forte amicizia. Francesco è un ragazzo con una personalità profonda e complicata, ma solitamente con gli amici è il classico ‘simpaticone’, gioviale e scherzoso che attira gli affetti di molti e non si pone problemi nel relazionarsi o conoscere nuove persone, come spesso accade a me. Quasi subito è scoccata tra noi la famosa scintilla, una vera passione travolgente, attrazione fatale a tutti gli effetti. In questo caso, sinceramente, la ragione è arrivata in un secondo momento. Siamo stati travolti dal sentimento durante un tramonto, ammirando la stella Espero che sorgeva. Fortunatamente, c’era già una reciproca ammirazione dal punto di vista musicale, ma Francesco si è rivelato molto più di quanto mi aspettassi. E’ un ragazzo dalle tante risorse e soprattutto è il tipico musicista che si cimenta con vari strumenti e riesce a suonarli tutti senza troppe lezioni: certo, per raggiungere la perfezione poi serve l’approfondimento, ma comunque riesce a cavarsela, oltre che col suo strumento principale, il contrabbasso, anche con violoncello, arpa bardica, percussioni, viola da gamba, tastiera, chitarra ecc… Non ultimi, i suoi studi come tecnico del suono e audio engineering, tant’è vero che le registrazioni degli Hexperos sono realizzate nel nostro studio gestito da lui.

hexperos_intervista_2010_02Quali sono i gusti musicali di Francesco e le sue attività al di fuori degli Hexperos?

Francesco ama con passione profonda e viscerale la musica medievale, barocca e molte composizioni per colonne sonore. Appena può, oltre il lavoro, compone o si esercita con vari strumenti. Adora la natura e gli animali, come me, ed accudisce amorevolmente i nostri quattro coniglietti che gironzolano per casa, creando qualche danno… Sarà un papà amorevole.

Prima di andare a parlare nello specifico di “The Veil Of Queen Mab”, il nuovo album degli Hexperos, penso che sarebbe interessante approfondire insieme il concetto di Gesamtkunstwerk (opera d'arte totale in italiano), termine impiegato per la prima volta nel 1849 da Richard Wagner nel saggio “Die Kunst und die Revolution” (“Arte e Rivoluzione” in italiano). Con questo vocabolo Wagner andò a proporre un concetto di rappresentazione teatrale nel quale potessero convergere diverse forme artistiche, come la musica, la pittura, la poesia, creando una sintesi perfetta di ogni genere d'Arte. Personalmente ritengo che, nel panorama gotico e neoclassico odierno, gli Hexperos siano tra le poche band ad essersi avvicinate a questo ideale. Credi che la tua Arte possa in qualche modo essere accostata a questa linea di pensiero?

Credo di sì, ho sempre cercato nei miei progetti di fondere la mia passione per l’arte in tutte le sue sfaccettature, per questo negli album ci sono vari omaggi alla poesia, alla prosa, alla mitologia, alla pittura o alla fotografia, alla musica del passato.

A questo proposito, mi preme far notare ai nostri lettori come i riferimenti al mondo della letteratura  siano da sempre una costante della tua attività artistica. In questo album le influenze spaziano dalla mitologia anglosassone rivisitata da Shakespeare (sua la figura della Regina Mab in “Romeo e Giulietta”) al poeta nicaraguegno Rubén Darío, autore del racconto “El velo de la reina Mab”. Dopo la dea Venere e le Esperidi, custodi del giardino delle mele dorate e protagoniste del primo album, ecco un'altra emblematica figura femminile. Qual è la vostra rappresentazione personale della Regina delle fate e quali sono i punti di contatto con gli autori sopraccitati?


La Regina Mab è un personaggio che mi ha sempre affascinato: si incontra spesso in Shakespeare, forse il mio autore preferito; è la regina delle fairies, vive in un mondo naturale e fantastico. Ma, in questo album, è soprattutto la versione di Darío che mi ha portato a comporre molti brani in suo onore. L’immagine della regina dei sogni che col suo velo azzurro conforta gli artisti dalle loro disillusioni, dalle sofferenze della vita mi è molto cara.

Un'altra presenza ricorrente è quella della Luna, il diadema che risplende nella notte e che, forse ancor più di ogni rappresentazione letteraria o artistica, rimanda ad una concezione atavica e spirituale del femminile. Nel mondo della musica oscura non è raro imbattersi in celebrazioni, più o meno credibili o convincenti, dello spirito della Dea Madre. Voi come vi ponete di fronte a questa sorta di revival della cultura pagana?

Non sono stata io a rincorrere la Luna, quanto la Luna a perseguitare il mio immaginario sin da adolescente. Non posso fare a meno, ciclicamente, di scrivere qualche poesia su di lei o cantare versi a lei dedicati. Forse è colpa del forte legame che proviamo in particolare noi donne, da sempre collegate a questo pianeta nella letteratura e nelle credenze popolari. D’altronde, come non restare affascinati dall’astro che illumina le tenebre, rispecchiando tenuemente di notte la luce del sole ed esaltandone i colori. In Agosto, qui da noi, spesso si può ammirare una gigantesca luna rossa che emerge dalle acque scure del mare: una di quelle visioni che rendono felice la vita.

Un altro tema che mi piacerebbe affrontare è quello della letteratura gotica, oggi divenuta vittima di un processo di banalizzazione pilotato da mass media avidi di denaro che, noncuranti del significato originario di questa corrente, ci bombardano con immagini di vampiri adolescenziali e patinati... Voi come vi ponete di fronte a tutto questo? Dove sta secondo voi la vera essenza del gotico? Personalmente, ricondurrei il tutto al concetto estetico del “Sublime” espresso nella metà del XVIII secolo dal filosofo Edmund Burke.


Nel mio vecchio progetto Gothica, penso di aver descritto bene le sfaccettature del Gotico che mi attraggono maggiormente e di sicuro la miglior spiegazione del perché ci possano attrarre il mistero e l’oscurità è data da Edmund Burke in primis e da Sigmund Freud successivamente: c’è una parte oscura in ognuno di noi. Questo processo di banalizzazione è disarmante, però possiamo consolarci al pensiero che c’è sempre stato in fin dei conti. Tant’è vero che, quando Mary Shelley era in vita, pochi anni dopo la pubblicazione del suo "Frankenstein", dovette assistere a varie, numerose rappresentazioni teatrali della sua opera, naturalmente banalizzata per il grande pubblico. In realtà, sappiamo bene che tra le righe del Frankenstein c’è tutto un fervente substrato assorbito dalla Shelly durante tutta la sua vita: gli studi del padre William Godwin scienziato, le lotte della madre Mary Wollstonecraft per una società più equa, le numerose scoperte mediche e scientifiche di quegl’anni, i primi automi che meravigliavano il secolo appena iniziato.

Uno dei brani più intensi dell'opera è sicuramente “Le Lacrime Di Proserpina”, per il quale avete musicato una bellissima poesia della compianta Alda Merini. Come nasce questo sentito tributo alla poetessa lombarda?

Alda Merini è un’autrice coinvolgente e sconvolgente. Da tempo avevo in mente di musicare la sua poesia più famosa e rappresentativa, una delle mie preferite anche per il motivo mitologico. La sua morte, purtroppo, mi ha convinta a realizzare questa idea come tributo. Quando mi sono posta davanti al microfono con la sua poesia fra le mani, l’emozione e la commozione sono state fortissime. Abbiamo deciso di tenere la prima ed unica registrazione, il brano è frutto del sentimento provato in quel momento, è sgorgato dalle sue parole. La figura di Proserpina, inoltre, mi ha sempre appassionata, fra l’altro è uno dei quadri più intensi del pittore Dante Gabriel Rossetti, capostipite dei Pre-Raffaelliti, il cui padre ha le nostre stesse origini, è nato nella nostra cittadina, Vasto. Proserpina, legata agli inferi parte dell’anno, così come la sindrome bipolare legava la Merini (e tanti altri grandi artisti) a tratti, nella sua esistenza, alla follia. Ma in fondo, non siamo tutti un po’ folli?

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È interessante notare come le tue liriche spazino dall'inglese allo spagnolo, passando per il latino e l'italiano. Immagino che tu abbia studi linguistici alle spalle... Quali lingue hai studiato?

Sono laureata in Lingue e Letterature straniere, oltre al II Livello in Canto lirico, entrambi orgogliosamente conseguiti con lode. Ho studiato Inglese, Spagnolo e latino alle superiori, ma ho cantato anche brani in francese, tedesco e portoghese. Le lingue ahimé subiscono le acciaccature del tempo, ma la letteratura, soprattutto di questi paesi, continua fortemente ad affascinarmi.

Passiamo ora alla componente squisitamente musicale di “The Veil Of Queen Mab”. In alcuni episodi del vostro primo disco, “The Garden Of The Hesperides”, emergeva in modo piuttosto chiaro un approccio alla composizione di scuola barocca; oggi sento gli Hexperos maggiormente inclini ad un mood romantico e medievale. Mi sbaglio? L'esperienza con l'ensemble Stella Nova ha forse inciso sulle registrazioni dell'album?

In realtà sono sfaccettature che ci appartengono da tempo. In ogni album, vorremmo mettere in luce aspetti differenti del nostro universo musicale. Quando abbiamo iniziato a suonare con l’ensemble Stella Nova, l’album era già in produzione, ma sicuramente anche questa esperienza non tarderà a creare effetti nel nostro universo.

Nel disco troviamo svariati ospiti, tra cui spicca una nostra conoscenza: l'anima del progetto Corde Oblique, il maestro Riccardo Prencipe. Com'è stato collaborare con questi artisti?

Sono tutti amici, quindi è stato bello e divertente. La musica è condivisione.

C'è qualche altro artista con il quale ti piacerebbe incidere qualche brano in futuro?

Ci sono tanti artisti che stimiamo e sicuramente sarebbe bello collaborare con tutti loro. Vedremo cosa ci porta il futuro.

Alessandra, a mio avviso la musica degli Hexperos potrebbe tranquillamente fare da sottofondo ad un film d'autore. Cosa ne pensi del mondo delle colonne sonore e, in generale, quali sono i compositori che preferisci?

Tra le nostre passioni c’è anche quella per il cinema d’autore e soprattutto per le colonne sonore. I nostri compositori preferiti nel settore sono: Philip Glass, James Newton Howard, Michael Nyman, Hans Zimmer, James Horner, Ennio Morricone e Nicola Piovani, ma la lista potrebbe essere più lunga.

Come descriveresti la dimensione live del tuo progetto? Quali saranno i prossimi appuntamenti dal vivo in compagnia degli Hexperos?

Ci piace molto suonare dal vivo, abbiamo un’ impostazione classica da camera, quindi non amiamo gli spettacoli sfarzosi ove è soprattutto l’occhio ad essere gratificato e un po’ meno l’orecchio. Ci piace comunicare col pubblico, stabilire un forte legame emozionale grazie alla musica. Ci esibiamo poco dal vivo con Hexperos, sia per mancanza di fondi e sia perché, essendo musicisti con altre possibilità per esibirsi, non vogliamo ridurre il progetto al classico spettacolo da band del week end e purtroppo molti locali offrono questo, ci siamo dovuti adattare a situazioni pessime. Per Hexperos vorremmo fare poche esibizioni di qualità. Questo momento storico non è fra l’altro tra i più propizi per la cultura fine a se stessa. Aspettiamo momenti migliori. Il prossimo appuntamento è un mini festival nell’ Auditorium Caivano Arte a Napoli, insieme A Daemonia Nymphae e Corde Oblique, il 10 Dicembre ore 21.00, penso sarà un piccolo evento. Sarò al settimo mese di gravidanza, un bel pancione!

Vorrei complimentarmi con voi e con la nostra Donatella Lomma per le bellissime foto che vi ritraggono all'interno del booklet. Dove si trova questo magnifico scenario?

Le foto a colori scattate da Antonella Giuliano, sono state eseguite presso la riserva di Punta Aderci nella nostra città Vasto, non è la prima volta che allaccio un mio progetto artistico a questo scenario, magnifico, da poco finalmente eletto a riserva, ma ahimé a pochi chilometri da una triste, maleodorante e grigia zona industriale: i paradossi dell’Italia. Le foto in bianco e nero scattate da Donatella, le abbiamo realizzate presso il castello di Rocca Calascio, un posto bellissimo a cui sono molto legata e che visitiamo spesso durante l’anno. Ma questo non è l’unico luogo della zona a cui siamo affezionati, c’è anche il bellissimo borgo medievale di S. Stefano di Sessanio, dove ogni anno si tiene una interessante rassegna a cui partecipano i migliori ensemble di musica medievale; Bominaco con il suo castello, l’ abbazia benedettina di Santa Maria Assunta e il fantastico oratorio di S. Pellegrino, fondato si dice da Carlo Magno, con affreschi medievali di pregio: un intero calendario oltre al ciclo della natività ed altre storie sacre; gli affreschi della Chiesa di Santa Maria ad Cryptas nel comune di Fossa; l’altipiano di Campo Imperatore e numerosi altri borghi e castelli dalla piana di Navelli fino all’Aquila con il loro profondo, affascinante retaggio storico culturale. Lì è stato ritrovato il famoso guerriero Abruzzese di Capestrano e numerosi altri importanti reperti. Parte dell’album è dedicato a questa terra magica che ci ha donato tante emozioni, ricordi bellissimi, ed alla gente che popola questi luoghi, ora più che mai dopo il tragico terremoto dell’Aprile 2009, che purtroppo ha distrutto molto, sfaldato famiglie e lacerato i nostri cuori. Un omaggio ad una terra ed al suo popolo, che torneranno a risplendere così come è già accaduto in passato, essendo purtroppo questa zona da sempre ad alto rischio sismico.

È doveroso, a questo punto, citare le stupende immagini di Malgorzata Maj che accompagnano i vari testi dei brani. Come avete conosciuto questa talentuosa artista?

I prodigi della ‘rete’! Ci siamo conosciute grazie ad un social network. Subito ne è nata una profonda stima reciproca: lei adora la nostra musica, noi le sue foto, tutte! Più che foto sembrano dipinti Pre-Raffaelliti ed io adoro questa corrente pittorica. Le luci, i costumi (realizzati da lei per la maggior parte!), le ambientazioni naturali, le modelle, è tutto così magico e travolgente, tant’è vero che è stato difficile scegliere solo alcune foto per il booklet, lì ci siamo fatti guidare dal tema centrale dell’album. Il desiderio di collaborare da parte di entrambi è stato subito fortissimo, anche l’Equilibrium Music ha aiutato fortemente questa collaborazione che continuerà anche in futuro.

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Restando in tema, quali sono i tuoi artisti preferiti in ambito pittorico? So che sei una grande appassionata!

Tutto il mondo dell’arte visiva mi affascina sebbene prediliga il figurativismo all’astrattismo. I Pre-Raffaelliti, penso si sia ormai capito, esercitano su di me uno speciale magnetismo, in particolare Dante Gabriel Rossetti, John Everett Millais, John William Waterhouse, Edward Burne-Jones. Ma, tra le mie correnti preferite c’è anche il simbolismo francese in particolare di Pierre Puvis de Chavannes; l’Art Nouveau in molte delle sue sfaccettature internazionali; parte dell’impressionismo; il Rinascimento italiano e poi Pieter Bruegel il vecchio; Hieronimus Bosch ecc.

Per concludere, vorrei che ci lasciassimo con una riflessione sul futuro dell'Arte, visto che tu stessa hai dedicato questa stupenda opera “all'arte e agli artisti, ai loro viaggi fisici e spirituali, ai loro sforzi”... “And yet to times in hope, my verse shall stand / Praising thy worth, despite his cruel hand”: così si concludeva uno dei sonetti più famosi dell'immortale William Shakespeare. In quest'epoca dominata da un consumismo sfrenato e crescente e di mode che vanno e che vengono lasciando ben poco alle proprie spalle, quali credi saranno le opere d'Arte destinate a sopravvivere all'usura del tempo?

In una società consumistica come questa è difficile che vengano riconosciuti i veri artisti, spesso le loro opere rimangono chiuse fra le quattro mura di un piccolo studio; persone di talento sono ignorate dalla maggior parte della gente. Di artisti di talento ce ne sono molti ed il web è un modo per scoprirne alcuni, ma non per valorizzarli. A tal fine, bisognerebbe tornare al mecenatismo e soprattutto ad un’opera di culturalizzazione. Essere veri artisti oggi, esprimersi con cognizione di fatto, avvallati quindi anche dalla passione per lo studio e l’approfondimento, non solo dalla pura intuizione, senza scopo di lucro o di fama, è difficile. Per questo ho deciso di dedicare l’album a questo tipo di artisti, quelli “veri”, i cui sforzi spesso non vengono mai riconosciuti. Già Ruben Darío ai suoi tempi soffriva questa eventualità. Il suo racconto ci dice come la convinzione, la passione, la caparbietà, ed un certo egocentrismo, siano le sole armi di difesa, per non arrendersi.

Saluto con affetto tutti i lettori di SpazioRock! Grazie Marco per questa bellissima intervista! Vi invito a rimanere in contatto con noi tramite il nostro sito, oppure MySpace o Facebook e soprattutto, se volete davvero sostenere la musica di nicchia, vi esorto ad acquistarla!


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