Veil Veil Vanish (Keven Tecon)
All’uscita europea dell’oscuro “Change In The Neonlight”, abbiamo avuto modo di scambiare quattro chiacchiere con il cantante Keven Tecon dei VVV per discutere del loro operato. Buona lettura!
Articolo a cura di Fabio Rigamonti - Pubblicata in data: 08/01/11
Veil Veil Vanish è davvero un bel nome, anche accorciandolo in VVV non perde nulla; perché avete scelto questo monicker per la vostra band?

E’ un nome che rappresenta l’idea di perdere l’identità, sia a causa della religione, che del sesso, della droga, della vita nottura o qualunque altra cosa possa causare questo stato di mancanza.

So che vi piace definire “Change In The Neonlight” un concept album, puoi quindi spiegarci quale sia il collegamento che unisce le diverse canzoni?

“Change In The Neon Light” è un disco che ha molto a che fare con le nostre vite a San Francisco, e come questa città stia cambiando nel tempo. Ho tratto davvero molta ispirazione da tutto ciò che mi circonda e gli eventi che mi sono successi per davvero nella vita. L’album reca quindi con sé temi di decadenza sociale ed economica, omogeneizzazione culturale…ma c’è anche una sensazione di esaltazione e libertà mentre tutto crolla attorno a te.
 
Visto che hai parlato della vostra città, San Francisco, ti chiedo: in che modo San Francisco ha influenzato la vostra musica e riuscireste ad immaginare i VVV al di fuori di essa?

San Francisco ha un’atmosfera davvero unica, ho sentito gente definirla come “la città più europea degli Stati Uniti”: abbiamo circa una settimana d’estate una volta l’anno in ottobre, e poi per il resto c’è solo freddo e nebbia, e tutto questo ha contribuito senza dubbio all’atmosfera del disco. Per quanto il disco sia stato ispirato, come ti ho detto, dalla nostra città, mi piacerebbe in futuro tentare di scrivere in diversi luoghi, per vedere come essi possano arrivare ad influenzarci.

Ho anche letto che il vostro lavoro al di fuori della musica influenza il vostro lavoro all’interno della musica. Mi puoi spiegare la tua esperienza personale su questa questione?

E’ vero, molti di noi hanno lavori che svolgono di giorno ed altri sono forzatamente impiegati grazie al periodo di magra economica che stiamo attualmente vivendo. San Francisco non è una città a buon mercato in cui vivere, quindi non è facile avere denaro a sufficienza per mantenersi dignitosamente utilizzando esclusivamente la propria arte. So che molte persone hanno lasciato la città proprio per questo motivo. Personalmente, non vedo molta differenza tra quello che faccio nella band e la mia vita quotidiana. Ci alziamo, andiamo a lavorare se abbiamo un impiego, quindi lavoriamo alla musica nel tempo libero. “Change In the Neonlight” è un album molto cosciente dal punto di vista sociale e riguarda per l’appunto tutti questi cambiamenti che le nostre vite e la nostra città ci hanno innescato.

“Change In The Neon Light” verrà rilasciato in molti stati europei, Italia inclusa, il prossimo 28 di gennaio. Eppure, il disco ha già oltre un anno di vita: come vi sentite a questo proposito e quanta soddisfazione vi ha già portato questo disco sinora?

Siamo davvero eccitati di avere finalmente l’album disponibile in Europa! Abbiamo sempre ricevuto grandissime risposte positive dall'Europa e la gente ha continuamente tentato di mettere le mani sul disco ricorrendo all’import. Credo che ciò sia dovuto essenzialmente al fatto che la nostra musica ha molta più affinità col pubblico europeo che con quello americano, quindi sono davvero contento che il disco possa essere finalmente disponibile anche da voi.
 
vvvint_2011_01Sono sempre affascinato dagli artwork, specialmente quelli che hanno un significato dietro come pare essere il vostro: quindi, ci puoi dire il significato della donna raffigurata nella cover del disco?

In copertina c’è una nostra amica modella di Los Angeles chiamata Angelique Hennessy, mentre la foto è stata fatta da Danielle June. Il nostro tastierista, Justin, ha quindi preso la fotografia e l’ha elaborata in quella che è la cover che vedi, una copertina ispirata alla gloria in decadenza della Hollywood del 1930, nonché da tutta l’art deco e le locandine dei film prodotte a quell’epoca. Tutto simbolizza la fine della decadenza, in quanto la vita delle persone comincia a deteriorarsi insieme al mondo che cambia attorno ad esse.

Ho letto che la stampa solitamente vi definisce come una sorta di versione rinnovata dei “The Cure”, e devo dire che anche io, seppur con qualche aggiustamento, sono d’accordo…vi piace essere accostati a queste leggende della musica Darkwave? Cosa ti piacerebbe rispondere alla gente che, come noi, sembra dover sempre fare paragoni?

Sarebbe divertente poter dire che non abbiamo mai ascoltato i The Cure, ma ciò non sarebbe semplicemente vero. Io non credo che “Change In The Neonlight” suoni in qualche modo come un disco dei Cure. Solitamente, la gente reagisce istintivamente alla musica facendo dei paragoni con qualcosa nei confronti dei quali hanno familiarità, ma io credo che sia un atteggiamento piuttosto pigro. Quando la gente si metterà ad ascoltare per interno il nostro disco, si accorgerà che crea un’atmosfera ed un mondo tutto suo. Figurati che ho persino letto di band che venivano paragonate a noi, recentemente.

L’oscurità…sicuramente, l’oscurità è un elemento importantissimo per voi, non è vero? Puoi spiegarmi cosa significhi esattamente per te “l’oscurità”?


Per quel che mi riguarda, oscurità significa creare una precisa atmosfera attraverso un uso combinato di musica e testo. Spesso, mi ritrovo a pensare alla musica in termini molto visuali, come se stessi dipingendo un quadro o persino un film. Noi amiamo molto creare atmosfere pesanti e, a tratti, minacciose con la nostra musica, e credo che per questo motivo possa essere definita “dark”.

Siete stati parecchio in tour di recente. Tra tutti i vostri compagni di tour, chi ricordate con maggior piacere?

Abbiamo recentemente fatto un tour coi The Chameleons che è stato davvero ispirante, Mark Burgess ci raccontava vecchie storie che riguardavano le industrie di Manchester, e sembrava di andare in giro  con una leggenda vivente. Lui, inoltre, ha conservato un punto di vista molto positivo nei confronti della musica, un’attitudine che ho trovato molto rinfrescante e che sin troppe persone hanno invece perso nel corso del tempo.

Quali sono i progetti futuri dei VVV? Un tour nelle nazioni in cui il vostro album sta per essere rilasciato, oppure un nuovo album? Nel caso, ci puoi anticipare qualcosa su questo nuovo disco?


Speriamo vivamente di poter fare un tour Europeo la prossima primavera o in estate, poi sicuramente ci metteremo al lavoro sul prossimo album, qualcosa di sicuramente diverso da “Change In The Neonlight” e che ridefinirà completamente i VVV.

Grazie infinite Keven per essere stato con noi, ti lascio come nostro consueto questo spazio per un messaggio libero a tutti i nostri lettori!


Vi ringrazio se avete letto questa intervista sino in fondo! Siamo molto emozionati nell’arrivare in Europa quest’anno e speriamo di vedere molti di voi lettori ai nostri show!


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