Excalibur (Alan Simon, R. Tiranti, M. Canepa, M. Fadda)
"The Origins" è il capitolo conclusivo di "Excalibur", un'opera rock ispirata alla storia dei Celti e scritta da Alan Simon. Per conoscere meglio il disco e i suoi protagonisti abbiamo raggiunto il buon Alan e i tre fidi collaboratori Roberto Tiranti, Marco Canepa e Marco Fadda. Buona lettura!
Articolo a cura di Gaetano Loffredo - Pubblicata in data: 04/07/12
Ciao Alan, è un vero piacere poterti intervistare. La trilogia di Excalibur è molto apprezzata dagli amanti del rock e dagli amanti della musica celtica. Ci puoi raccontare quando hai deciso di cimentarti in un progetto così ambizioso? Da quali basi sei partito?

Alan: Risale ai primi anni 80… Ero rimasto molto stupito dalla poesia e dal carisma incantevole che emanava dal film di John Boorman "Excalibur". Conoscevo abbastanza bene la leggenda perché fa anche parte dell'immaginario Bretone, ma con questo film la leggenda rinasceva. In quel periodo componevo le prime musiche. Ho allora pensato che questo soggetto era fatto per me. Ero come affascinato da una forza misteriosa… Quest'idea mi ha fatto compagnia per anni. Ho letto tutto ciò che ho trovato sul ciclo Arturiano, la mitologia celtica, l'apprendistato di Merlino, il vagabondaggio di Percival, la ricerca di Galahad, le gesta di Lancillotto e l'epopea del grande Artù Pendragon! Ci vollero ben 10 anni perché è nel 1992 che scrissi la prima canzone e nel 1997 ho finalmente iniziato le registrazioni…

Nel corso della trilogia ti sei aggiudicato degli ospiti di caratura internazionale che hanno suonato o cantato su Excalibur. Come li hai raggiunti?


Alan: Aaaah mi sono costati un occhio in belle ragazze ! Ma i più anziani si sono accontentati di qualche cassetta del nostro eccellente vino francese! Ovviamente scherzo! Seriamente, fu un cammino fatto d'incontri… Cercavo artisti capaci di rispondere in "eco" alla mia visione dei personaggi! Per esempio il maestoso carisma di Roger Hodgson corrispondeva perfettamente all'idea che avevo di Re Artù… Ovviamente non fu facile! Un piccolo aneddoto "italiano". L'ultimo giorno di missaggio per il primo album "Excalibur I La Légende des Celtes", abbiamo avuto la sorpresa della visita di Angelo Branduardi, il quale era in vacanza nella casa vicina alla mia! (Ndlr il missaggio era fatto nello studio Mulinetti alle porte di Genova). Marco Canepa, amico e grande ingegnere del suono, conosceva abbastanza bene il trovatore italiano anche perché ha fatto due album con lui. Angelo ha chiesto se poteva ascoltare l'album. Sembrava apprezzare specialmente il piccolo brano sinfonico "L'appel de Galahad". E' rimasto a pranzo con noi. Velocemente ho scritto sulla tovaglia di carta qualche parola: "Le temps des hommes est venu et la légende s'est tue, dans un dernier corps à corps les vivants bercent les morts"… E mentre bevevamo un cappuccino (A proposito, siete i campioni del cappuccino! In Francia è orribile!) ho sentito Angelo cantare alla perfezione questa canzone!... La trilogia Excalibur è piena di aneddoti come questo. Non rimpiango il fatto che ci siano voluti tanti anni per completarla.

In termini economici, ti è costata molto la trilogia?

Alan: Sì, ovvio! Ho dovuto vendere tutti i miei diritti d'autore per finanziarla. E' il prezzo della libertà artistica. Questo progetto nonostante il suo successo non ha fatto di me un uomo ricco e nemmeno mi consente di vivere comodamente. La mia quotidianità è la stessa di molti artisti italiani, è una lotta quotidiana ma rimpiango assolutamente niente! Ne sono ancora più forte! Anche se ogni tanto confesso di averne le scatole piene. Sai, i soldi sono solo un mezzo per realizzare belle cose, e basta! Il denaro regge tutto, ma che stronzata! Il mondo è diventato completamente pazzo per questo! Io avevo bisogno d'aria fresca!

alansimon_intervista_2012_02Ragazzi, Excalibur è una celtic rock opera molto ambiziosa nata più di 10 anni fa col primo capitolo : quando e come siete entrati in contatto con Alan Simon?

Roberto Tiranti
: Io conosco colui che ha mixato il lavoro, Marco Canepa, conosco Marco dal 1997 e ho cominciato a collaborare con Alan dal 2007. Le primissime cose sono stati dei lavori come corista, il lavoro più massiccio è stato Anna di Bretagna ma già anche prima avevo collaborato con lui per altre sue cose. Mi ha chiesto di organizzare il coro di Anna di Bretagna e l’ho fatto con altre 3 persone, nel 2009 abbiamo fatto esibizioni dal vivo con lui a Nantes e poi ho continuato a fare alcuni lavori con quello che poi è diventato il mio coro.

Marco Canepa
: Ho conosciuto Alan molti anni fa. Mi contattò  dopo aver ascoltato un album di Angelo Branduardi che avevo realizzato nel ‘91 (titolo “Il ladro”), forse non molto conosciuto al grande pubblico italiano, un’opera  con delle atmosfere particolari, molto rarefatte, a tratti misteriose ed essenziali. Mi disse di essere stato molto emozionato dall’espressività di  quel mondo piuttosto “sperimentale” per  Angelo, di cui Alan era un grande fan, e mi chiese di collaborare all’idea di un nuovo album a cui stava lavorando, Excalibur, in qualità di tecnico del suono e musicista. A quel tempo lui stesso non immaginava che poi l’interesse del pubblico per quell’opera l’avrebbe portato a proseguire  la produzione di  più episodi sullo stesso argomento. Da allora un lungo viaggio di collaborazione  è iniziato insieme ,sia per le versioni in studio che quelle live nei vari concerti, nonché riguardo ad altre opere in qualche modo connesse a questo soggetto, come l’album Anne de Bretagne.

Marco Fadda
: Ci mise in contatto Marco Canepa durante la realizzazione della colonna sonora del film documentario O’Gengis (credo fosse il 2007). Marco mi chiamò per registrare alcuni parti di percussioni che integrassero le riprese sul campo (in Mongolia) fatte da Alan. E’ così conobbi  Alan Simon.

Qual è il vostro ruolo all’interno dell’opera e quanto tempo ci avete dedicato? Tu Roberto hai colto l’occasione per formare i Battibecchi, è così?

Roberto Tiranti
: Il quartetto dei Battibecchi è nato durante i lavori per Anna di Bretagna, per gioco e per divertimento, e poi ha avuto scopi un pochino più seri. La mia collaborazione sta continuando e ti racconto un aneddoto di Excalibur. Nel 2010 Alan si trovava nello studio di Marco Canepa e mi ha contattato chiedendomi di organizzare il cori per il terzo capitolo. L’ho raggiunto e abbiamo lavorato in una giornata sui cori di Excalibur, poi mi  ha chiesto di dargli una mano su due brani che poi sono diventati 3: "Evil Day", "The Legend Of Oisin" e "Fir Mhor". Io nel disco sono Dan Angus, il personaggio celtico. Alan non era contento della versione cantata che aveva e voleva fare un demo per dare questi brani a qualche ospite internazionale famoso, quindi mi ha chiesto di fare un provino, un demo, da inviare poi a questi ospiti in modo che potessero capire all’istante lo stile della produzione ma in realtà, dopo aver sentito i pezzi cantati da me, mi ha immediatamente detto qualcosa del tipo “facciamo che i pezzi li assegno direttamente a te senza mandarli a nessun ospite internazionale”. E questo per me è stato grande motivo di orgoglio. Ad aprile/maggio dell’anno scorso poi mi ha affidato il terzo brano.

Marco Canepa: Inizialmente venni coinvolto come tecnico del suono, per cercare un’immagine sonora che caratterizzasse il concept, per il mixaggio ma anche per seguire alcune riprese di strumenti e voci, originariamente effettuate tra Francia e Inghilterra oltrechè Italia, in studi diversi, soprattutto pensando alla comodità degli artisti. Va ricordato che quest’opera,in tutti e 3 i capitoli, comprende la partecipazione di  diversi ospiti provenienti da luoghi anche molto distanti, quindi non era possibile concentrare le riprese in un solo studio. A parte la complessità delle situazioni logistiche, secondo me questa varietà ha reso sicuramente più ricca l’opera nella sua realizzazione, dove, cercando equilibri di suoni a volte molto differenti,ho potuto sperimentare e creare un suono finale con molteplici sfaccettature, che ha poi contraddistinto tutti  gli episodi successivi. Successivamente la mia partecipazione si è estesa anche a livello musicale, completando in studio la fase di arrangiamento dei brani, di concerto con Alan e gli artisti ospiti, specialmente dal secondo episodio. Com’è facile intuire quest’opera ha preso mesi di lavoro, di sperimentazione, di prove ogni volta. Ma… ricomincerei tutto da capo. Oltre all’opportunità di creare, per me è stata anche un’esperienza umana importante, di convivenza e condivisione reciproca.

Marco Fadda: Ho preso parte alle registrazioni di Excalibur II e III suonando le percussioni, cercando di caratterizzare e colorare ogni brano in maniera differente. Posso dirti che sono stati giorni di lavoro molto intensi e creativi ma non ricordo quanti.

Alan, Ti va di farci un breve riassunto della storia che abbraccia tutti e tre i capitoli del progetto Excalibur e in particolar modo su “The Origins”?

alansimon_intervista_2012_03Alan: Il primo album (Excalibur I La Légende des Celtes1999) tratta i più famosi episodi: Excalibur, Mago Merlino, Morgana, Mordred, Artù, Lancillotto, i Cavalieri della Tavola Rotonda. Il secondo album (Excalibur II L'anneau des Celtes 2007) ci porta sulle terre sacre della mitologia Celtica: il dio Dagda e la dea Dana, la giovinezza di Mago Merlino, gli amori impossibili tra dei e mortali, la nascita del mondo fiabesco. E finalmente l'ultimo album racconta la grande odissea dei primi clan celtici attraverso la vita di un capo imaginario chiamato "Dun Aengus" interpretato dall'eccellente Roberto Tiranti! Quest'album è il più "storico" della trilogia in quanto tratta della storia delle nostre origini. I clan celtici sono venuti dall'Altai! Questi grandi artisti e guerrieri hanno popolato l'Europa ma poi Roma ha deciso di eliminare questo popolo ribelle! Sfortunatamente, non avevano la pozione magica ed Obelix non era ancora nato!

Nel terzo e ultimo capitolo, The Origins, hai per l’appunto affidato una grande responsabilità al nostro cantante Roberto Tiranti. Che ne pensi di Roberto?

Alan: Aaah Roberto è un artista fatto e finito. E' capace di cantare con lo stesso talento brani rinascimentali (vedi l'opera rock "Anne de Bretagne"), heavy metal o ancora brani pop rock. Ho provato a metterlo più in primo piano con Excalibur perché lo merita veramente. E poi è un ragazzo adorabile e senza pretese! Deve andare avanti perché tutti i grandi artisti che hanno sentito la sua voce mi dicono: "wooow ma chi è?!!" Sono molto felice che Roberto interpreti Dun Aengus, gli somiglia: bravo e coraggioso!

E poi tra i tanti italiani presenti ci sono anche Marco Fadda e Marco Canepa che abbiamo raggiunto per questa intervista: come sei entrato in contatto con loro?

Alan: Marco Fadda mi è stato presentato da Marco Canepa. Marco Fadda è un vero genio delle percussioni. Possiede un terzo orecchio. Poi è certamente il musicista più gentile e semplice che conosco. E' proprio un gran piacere lavorare con lui perché capisce subito le idee e le realizza con molto talento. Per quanto riguarda Marco Canepa, è una vecchia storia di amicizia. Nel 1991 Branduardi pubblicò un album intitolato "Il Ladro"! Una meraviglia acustica! L'equilibrio sonoro, il riverbero e il delay utilizzati con talento, un'alchimia musicale quasi perfetta. Angelo mi ha dato il suo numero di telefono e da allora faccio sempre con grande felicità i mixage dei miei album a Genova, Recco o Chignero, da Marco! Ho scoperto il vostro paese e sono un grande fan dell'Italia perché oltre alla vostra fantastica cultura, c'è questo feeling fraterno che mi fa star molto bene da voi… anche se lo so, le cose sono difficili anche per voi… c'è il lato oscuro della forza ovunque ma gli italiani hanno una certa gioia in ogni circostanza e questo mi piace moltissimo! E poi avete le più belle ragazze e la cucina è celestiale!!

Quale dei tantissimi ospiti presenti nel terzo capitolo è quello che più ti fa sentire più orgoglioso per aver partecipato a questa grande opera?

Alan
: Non è facile risponderti, Gaetano, scelgo i collaboratori con il mio cuore! Però ultimamente non ho dubbi: la palma del talento va al nostro Dun Aengus alias Roberto Tiranti! E' un signore che il mondo deve scoprire ora!

In Francia il genere è conosciuto e seguito. Perché, secondo te, l’ascoltatore medio italiano fa così tanta fatica a recepire un’opera così colta ed espressiva come Excalibur e tante altre dello stesso livello/spessore?

Alan: Hmmm credo che se avessi un contratto con una label italiana e un po' di pubblicità in tv o un buon marketing, la trilogia potrebbe essere un successo anche da voi! Stranamente mi sembra che gli italiani siano molto molto più colti dei francesi per quanto il prog rock! Lo vedo dai dischi che si possono (ancora) trovare nei negozi italiani! C'è molta più scelta! Quindi si può essere un po' ottimisti!

Marco Canepa: Trovo molto interessante questa domanda. All’estero nonostante il drammatico periodo storico di recessione o quantomeno di grande austerità che stiamo attraversando, pare ci sia ancora un po’ di attenzione verso l’espressione artistica. Senza voler polemizzare con i media o fare della retorica spicciola sul business musicale, i motivi di un atteggiamento diverso in Italia possono essere diversi, ma in generale probabilmente è una questione di cultura. Al di là del linguaggio musicale utilizzato nell’opera di Excalibur, che attinge dal rock e folk anglosassone, credo che l’educazione all’ascolto sia un processo importante a livello generale e sarebbe auspicabile anche qui in Italia, dove l’approccio si sta perdendo da anni, a scapito della crescente offerta. In Italia accade che, a parte chi individualmente si è sempre appassionato ad andare a cercarsi determinati prodotti musicali, vivendo le emozioni che questi prodotti possono suggerirgli ,quindi discriminando l’offerta musicale, manchi la sensibilità a questa ricerca. Per il resto nella più larga maggioranza si vive la musica in modo piuttosto superficiale, dove il tempo scorre velocissimo, poi si passa ad altro, quasi si trattasse di un gossip del momento o comunque qualcosa che si vede, ma senza approfondire più di tanto, senza intraprendere alcun “viaggio” nell’ascolto. Eppure la musica, con la sua energia comunicativa, è parte essenziale della vita e andrebbe vissuta pienamente a qualsiasi livello, capace com’è di benefici effetti  rigenerativi dal punto di vista psicologico, non essere vista solo come business per pochi concentrati su alcuni prodotti specifici. Proprio in Italia dove storicamente sono nati e cresciuti forse il maggior numero di talenti musicali al mondo, in epoche passate e recenti… pare una contraddizione. Ci dovrebbe essere spazio per tutto. I media hanno una grande responsabilità, potrebbero selezionare le proposte che comprendano i linguaggi musicali più diversi, anche quelli meno semplici ad un primo ascolto, guidando l’ascoltatore ad una qualità di fruizione maggiore e non preferire sempre solo certi prodotti su cui si concentra un business. Se un ascoltatore medio non viene neanche informato dell’esistenza di prodotti di un certo tipo, non riuscirà ad a raggiungerli minimamente. Una prova lampante è ascoltare i network italiani nell’arco di una giornata.. tranne piccoli casi sporadici, in pratica si finisce per ascoltare le stesse cose su tutte le emittenti. Trovo che sia molto riduttivo, è veramente un peccato! Forse il web riuscirà a colmare queste lacune, ma ci vorrà ancora tempo.

alansimon_intervista_2012_04Marco Fadda: Credo che l’ascoltatore italiano medio sia solo un po’ pigro e che spesso debba essere guidato ed incoraggiato nell’ascolto. Non manca di ricettività o amore per la cultura, manca, talvolta, di informazioni e di curiosità. Qui entrano in gioco anche le responsabilità dei mass media e del web, come diceva Marco poco fa.

Alan, quali altri progetti stai seguendo parallelamente a quello di Excalibur? Hai già deciso a cosa ti dedicherai da ora in poi?

Alan: Well… Ci sono parecchi progetti in attesa! Ma per il momento prendo un po' di tempo per respirare, bere un cappuccino, mangiare una super pizza! A proposito, conosco una pizzeria fantastica a Rapallo! A fine pranzo ti parlerò più a lungo di miei progetti !

Credo che difficilmente riusciremo a vedere un concerto di Excalibur qui in Italia, ma forse in Svizzera ci sarà spazio: hai già programmato o stai programmando qualche evento non lontano da qui?

Alan: Chissà?! Avete qualche ottimo festival folk rock e produttori audace! Con Micky e qualche amico italiano vogliamo svegliare il dragone italiano!

A luglio ci sarà un grande concerto nella foresta di Broceliande, in Francia: puoi anticiparci qualcosa? Ci saranno delle sorprese? Quali e quanti saranno gli ospiti presenti?

Alan: Aaaah! Vedo che sei molto informato! Saremo più di 200 musicisti: un'orchestra sinfonica, membri fondatori di Jethro Tull, Supertramp, Clannad, The Silencers, Fleetwood Mac, Barclay James Harvest, King Crimson, Fairport Convention, ecc. E' un appuntamento storico da non perdere! E questa volta, suono a casa! Nel cuore della mitica foresta che secondo la leggenda ha visto nascere il grande Mago Merlino! Sarà più di uno spettacolo o un concerto! Un rendez-vous meraviglioso!

Roberto, ci sarai anche tu a luglio nella foresta di Broceliande, in Francia, per il concerto evento di Excalibur?

Roberto Tiranti
: Assolutamente si. Purtroppo è stato cancellato il tour di dieci date che avremmo dovuto fare in Russia, purtroppo è saltato ma credo che verrà posticipato a ottobre. Quando verrò chiamato in causa ci sarò di sicuro anche io: Alan ci tiene e ci tengo anche io. Questi progetti non sono fine a se stessi, c’è dietro una macchina che si muove in maniera concreta… non nascono soltanto per vendere dei dischi. Alan è una persona di altri tempi, lui si definisce “un vecchio Troll” ed effettivamente è una persona molto particolare, naif per certi aspetti, ma allo stesso tempo molto concreta: porta a termine quello che dice.

Alan, Roberto, Marco Canepa e Marco Fadda: vi ringrazio molto per l’intervista. Alan, se ti va di lasciare un messaggio…

Alan: Grazie Gaetano e grazie a tutti voi, amici di SpazioRock! Let's rolling! Il rock non è morto, basta entrare nella leggenda ed affrontare il dragone delle paure ancestrali!


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