Brutal Truth (Dan Lilker)
Ritornati sulla scena dopo oltre dieci anni di inattività con Evolution Through Revolution, non potevamo non scambiare due parole con Dan Lilker, bassista dei Brutal Truth (e di altre formazioni storiche come Nuclear Assault e Anthrax), che non si è risparmiato qualche frecciata polemica sul finale. Buona lettura.
Articolo a cura di Stefano Risso - Pubblicata in data: 30/04/09

Ciao Dan, benvenuto, è un grosso onore averti sulle pagine di SpazioRock.it! Prima di tutto ti faccio i complimenti per l'album e ti chiedo cosa vi ha spinto a tornare dopo tutti questi anni dopo Sound of the Animal Kingdom?

Grazie amico, siamo molto contenti dell'album! La ragione principale del nostro ritorno è stata quella di aiutare gli Eyehategod dopo che la loro strumentazione è andata distrutta dopo l'uragano Katrina, e da allora ci è venuta l'idea di scrivere un nuovo album, era solamente arrivato il “time to grind”. Abbiamo fumato un po' d'erba e abbiamo scritto un po' di materiale pazzo...

Evolution Through Revolution è un album pienamente Brutal Truth, senza alcun sconvolgimento del sound, come a voler affermare la vostra identità...

Ci sono dei piccoli cambiamenti, dovuti al nostro nuovo chitarrista, ma sono dei buoni cambiamenti. In linea generale sì, è un album di puro grindcore Brutal Thruth. Non potevamo affermare la nostra identità in alcun modo, è stato fatto inconsciamente, il nostro processo di scrittura è stato molto naturale, come puoi vedere.

brutaltruth_intervista_2009_01I vostri album sono sempre stati più avanti della scena del periodo, e forse sono stati capiti appieno solo col passare del tempo. Credi che avverrà la stessa cosa anche per Evolution Through Revolution?

Domanda interessante... Il mondo ci ha raggiunto, o il nuovo album è, ancora oggi, troppo malato per la maggior parte delle persone? Credo che la gente capirà immediatamente l'album, perché il grindcore è molto più popolare oggi, rispetto a quegli anni.

Al giorno d'oggi gli ascoltatori sono molto più abituati ad ascoltare musica così violenta, e così piena di sfumature. Credi che al giorno d'oggi sia più difficile per una band raggiungere un pubblico vasto come avete fatto voi in passato?

La cosa più importante è esprimersi secondo il proprio stile in qualsiasi genere. Non ci siamo mai preoccupati di quante band ci fossero in giro, abbiamo sempre avuto una nostra identità, e senza questa, sì, potresti essere ignorato e dimenticato.

È cambiato il vostro approccio durante la fase di scrittura in questi anni?

Il processo di songwriting non è cambiato molto, qualcuno ha una buona idea e immediatamente vengono scritti dei riff, che si sommano al precedente e così via per tutti i brani. Abbiamo bisogno anche di tempo.

Quanto ha contribuito il nuovo chitarrista Erik Burke?

È stato estremamente importante! Il contributo di Erik è stato incredibile, e ha portato la band a un nuovo livello. Non avremmo potuto essere più contenti di come compone e come suona.

Parlando delle canzoni del disco, sono quasi tutte brevi, molto violente... È stato un vostro obiettivo sin dall'inizio?

Credo che dopo dieci anni è stato come: “Ok, let's do this shit!” e così ci siamo messi a scrivere un sacco di musica completamente folle! Ma è stato bello, una sorte di esorcismo.

Ovviamente ci sono canzoni come Detached, o Semi-Automatic Carnation che rientrano nella vostra tradizione di canzoni “lente”, ma questa volta volta gli avete dato minor spazio, hanno una minore influenza sull'andamento del disco.

Non lo so, io credo che ci sia il giusto numero di canzoni lente alla Brutal Truth, ci sono sempre piaciuti brani che potessero spezzare la velocità dell'album. A noi ci piace distruggere, è ovvio, ma sarebbe noioso se non facessimo un mix con qualche parte più lenta.

C'è un brano in particolare che possa identificare l'intero significato del 1disco? Come per esempio Godplayer per Need to Control, o Dementia per Sound of the Animal Kingdom, con il suo leggendario incipit: “still not loud enough, still not fast enough”?

Domanda molto difficile, perché ci sono molte belle canzoni nel nuovo album, ma credo di poter dire la prima traccia Sugardaddy o la title-track. Che ne dici?

Probabilmente il mood opprimente del disco è dovuto al titolo del disco, che avrà qualche significato politico...

Probabilmente perché siamo molto arrabbiati dopo otto anni di George Bush.

 

brutaltruth_intervista_2009_03
 

 

Negli Stati Uniti, il sentimento di rinnovamento è molto forte ultimamente, credi che qualcosa possa cambiare?

Sta già cambiando qualcosa! Barack Obama si sta impegnando per risolvere problemi enormi, che sono esplosi grazie a quell'idiota di Bush, ci vorrà del tempo ovviamente. Ma probabilmente avremo un'economia stabile, e avremo lasciato l'Iraq, ci saremo presi cura dell'ambiente e della scienza in generale, e i bastardi ultra cristiani che hanno controllato la cultura, ritorneranno nelle loro chiese e ci lasceranno da soli.

Voi siete stati dei pionieri, fra i leader della scena grindcore e della musica estrema in generale, credete possibile che una giovane band possa seguire le vostre orme?

Assolutamente. Non posso svelarti il nostro “segreto”, a parte il fatto che ce ne siamo sempre fregati di tutti, abbiamo sempre suonato nel modo più intenso possibile, e da qui sono venuti fuori i Brutal Truth.

Credo che l'ultima band leader della scena siano stati i Nasum, che hanno poi influenzato moltissimi altri gruppi. Ma al giorno d'oggi vedi qualcuno che possa assumere questo ruolo?

Sì, i Brutal Truth ahahah! Seriamente, no. Non lo so, non seguo la scena così approfonditamente.

Bene Dan, siamo arrivati alla fine. È stato un onore per me e lascio a te la conclusione. Grazie.

Molte grazie ai grinders italiani, che ci hanno fatto sentire tutto il loro calore ogni volta che ci siamo incontrati. Ascoltate il nostro album, ci vediamo presto!




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