Grimner (Ted Sjulmark, Marcus Asplund Brattberg)
Giovani, energici e legati alla cultura della loro terra. Con il loro secondo album in uscita, i Grimner cercano di coniugare la passione per le storie e le leggende appartenenti alla cultura scandinava con un folk metal estremamente coinvolgente ed emotivo. La breve conversazione sostenuta con Ted Sjulmark e Marcus Asplund Brattberg, i due principali artefici della musica della band, lascia ampiamente intravedere la profondità delle personalità che stanno dietro i sei vichinghi che formano il combo svedese.
Articolo a cura di Stefano Torretta - Pubblicata in data: 25/03/16

Ciao Ted e Marcus, benvenuti su SpazioRock. Avete da poco pubblicato il singolo “Eldhjärta”, in attesa dell’uscita del nuovo album, “Frost Mot Eld”. Vi aspettavate una risposta così entusiasta da parte del pubblico?

Marcus: ciao SpazioRock! Siamo estremamente contenti dell’interesse che si è creato attorno alla nostra nuova canzone. Siamo anche contenti per la riuscita del video musicale realizzato per “Eldhjärta”. Alcuni fan avrebbero voluto avere tra le mani un brano più veloce, ma vogliamo rassicurarli che ve ne saranno in abbondanza sul nuovo album. Attualmente abbiamo rilasciato anche “Midgård Brinner” e “Res Er Mina Söner” ed anche queste due nuove tracce hanno avuto un ottimo riscontro!


Per l’occasione avete anche preparato un video molto evocativo. Come è andata la lavorazione?

Marcus: ci siamo ritrovati sulla cima di una montagna alla fine di novembre. Faceva molto freddo e la pioggia continuava a venire giù con piccole pause di non più di cinque minuti alla volta. Credo di essere stato l’unico a non essermi congelato il sedere grazie al mantello ed alla pelliccia che avevo addosso. Devo confessare che durante la lavorazione ci sono stati molti abbracci di gruppo per riuscire a scaldarci. Abbiamo registrato il video insieme al talentuoso Magnus Ewald, che è una persona veramente eccezionale. È riuscito a catturare alla perfezione l’atmosfera che volevamo trasmettere. Siamo veramente fortunati a poter lavorare con persone così talentuose.

Ted: devo dire che, freddo estremo a parte, tutto si è svolto alla perfezione. Magnus ha sempre avuto ben chiaro in mente il risultato da ottenere. Anche se siamo quasi stati colpiti da ipotermia (soprattutto David che non aveva le scarpe e si trovava sulla nuda roccia), il clima rigido ha donato una certa atmosfera di autenticità al video.


Quale è la trama che anima il video di “Eldhjärta”?

Marcus: abbiamo voluto lasciare aperta ad interpretazioni personali la storia alla base della canzone, ma nella nostra personale visione volevamo narrare la storia di un vagabondo che non si arrende mai. La sua terra è stata devastata dalla guerra e dalla carestia dopo che il Fimbulwinter (il "terribile inverno" della tradizione del Ragnarök, ndr) ha spazzato il mondo. Ha vagabondato per un lunghissimo tempo e finalmente ha raggiunto un luogo dove può costruire una fattoria e vivere in pace in completa solitudine. Lo stendardo con la runa “fehu” rappresenta le ricchezze ed il bestiame, che sono esattamente le cose di cui lui è alla ricerca in questo duro periodo nel quale lui sta vivendo. La canzone ha come tema centrale il non arrendersi mai, nonostante tutto quello che la vita ti può tirare addosso.


Il vostro terzo parto, “Frost Mot Eld”, ha come tema centrale alcuni passaggi tratti dalla saga del Ragnarök. Cosa vi ha fatto decidere di focalizzare la vostra attenzione su questo argomento?

Marcus: principalmente siamo incredibilmente affascinati dalla storia. Sentivamo anche che la musica che avevamo scritto per questo album aveva una certa epica malinconia, quindi abbiamo scritto dei testi su un evento che consideriamo triste e crudele. Per quanto ne sappiamo, nessuno prima di noi aveva parlato del Ragnarök in quest’ottica, quindi volevamo realizzare qualcosa di nuovo che però avesse origine da un concetto estremamente vecchio.

Ted: esatto. Nella musica dei Grimner la parte dei testi ha sempre origine dall’atmosfera presente nella musica. Abbiamo già pronto un po’ di materiale nuovo che è diverso da quello presente in “Frost Mot Eld”, quindi dovremo valutare bene quali storie e miti andremo a toccare la prossima volta, ed in quale ottica.


Da cosa nasce questa vostra passione per le saghe norrene?

Ted: sono da sempre affascinato dalla mitologia, specialmente i nostri miti norreni. Il concetto dei miti per me è interessante perché sono storie estremamente coinvolgenti, sulle quali è interessante condurre degli studi che spieghino quando sono nate e come. Dato che la musica è la mia altra grandissima passione, l’interesse per queste vecchie storie è cresciuto ancor di più quando ho capito che potevo unire queste mie due passioni e che, magari, avrei potuto far nascere un coinvolgimento su questi temi anche in altre persone.

Marcus: ho iniziato ad interessarmi delle saghe norrene ai tempi delle scuole medie. I miei libri di testo ne parlavano ampiamente, ma poi per un po’ ho tralasciato questo argomento. Molti anni più tardi sono tornato ad interessarmi di queste storie quando ho iniziato a studiare per diventare un insegnante. Ho seguito un corso di religioni comparate e lì ho scoperto il “Forn Sed” svedese, che è un gruppo religioso devoto all’Ásatrú (in traduzione, “fede negli Æsir”, ndr). Ho preso in prestito dalla biblioteca dell’università  molti libri che trattavano di quell’argomento ed ho letto anche l’Edda e l’Heimskringla (due famose opere scandinave sulle saghe norrene, ndr). Alla fine sono finito nei Grimner, che hanno fatto crescere ancor di più la mia passione per la storia.

 

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I vostri testi sono sempre molto evocativi. Quanto impegno richiede la preparazione dei testi?

Marcus: richiede molto tempo. Di solito mi viene in mente un’idea che inizio a rigirare tra me e me fino a quando non riesco a capire quale libro debba leggere per ottenere la giusta ispirazione per i testi. A quel punto chiamo Ted ed ascoltiamo insieme la canzone mentre cerchiamo di buttare giù il testo. A volte a Ted viene un’idea per i testi mentre sta scrivendo la musica. In quel caso cerchiamo di adattare il concetto per farlo entrare a dovere nella canzone. Ci vuole molto tempo per leggere il materiale di ricerca, per trovare le fonti che pensiamo siano affidabili, e così via. A volte dobbiamo scrivere i testi velocemente. In quel caso facciamo entrare anche Johan nello sviluppo. Vogliamo sviluppare i testi secondo la nostra visione, cercando di basarli sulla “vera” storia da cui attingiamo le informazioni, mediando le nostre idee con quelle dei fan per quanto riguarda ciò che è o meno corretto quando si parla di tradizioni.


A parte il vostro primo demo, “A Call For Battle”, avete sempre cantato nella vostra lingua madre. Non credete che questo sia un po’ limitante guardando al mercato internazionale?

Ted: non lo pensiamo. Quando scriviamo dei testi in inglese, ci sembra che qualcosa non vada. Molte persone che abbiamo sentito, e tra queste molte sono stranieri, ci hanno detto che abbiamo fatto un’ottima scelta passando dallo scrivere i testi in inglese a scriverli in svedese. Molte band di successo scrivono testi nelle loro lingue madri, e fintanto che la nostra musica riesce ad affascinare gli ascoltatori, non credo che questo sarà un problema in ambito internazionale. Tutti noi siamo dell’idea che l’inglese non abbia quel giusto legame con i nostri concetti che invece ha lo svedese, dove sono ancora presenti diverse parole di antico norreno che invece mancano nell’inglese attuale. Vi sono molte ragione dietro al nostro passaggio ai testi in svedese. Naturalmente molti dei nostri ascoltatori si chiedono di cosa parlino le nostre canzoni, e proprio per questo abbiamo sempre messo delle traduzioni in inglese sul nostro sito.


“Frost Mot Eld” presenta brani che si differenziano nettamente l’uno dall’altro. Ve ne è uno che rappresenta maggiormente l’anima dei Grimner, oppure tutti insieme mostrano la complessità che anima la band?

Marcus: credo che tutti i brani rappresentino i Grimner in modi diversi. Tutte le canzoni compongono il suono della band e non ci identifichiamo con una in particolare né consideriamo meno valide le altre. Sono convinto che siamo sei persone molto diverse e quindi vogliamo esprimere tutte le differenti sensazioni che proviamo attraverso le canzoni. Io per esempio adoro principalmente i brani orecchiabili ed epici, mentre altri nella band preferiscono quelli più malinconici e pesanti. Ho sempre pensato che Ted scriva dell’ottima musica ed ha lavorato nel corso degli anni all’interno di un gran numero di progetti musicali. È un musicista estremamente dotato e le diverse canzoni contenute in “Frost Mot Eld” ne sono la miglior espressione.


Finora avete tenuto tour solamente in Europa del nord. Credete che le nazioni più mediterranee non siano terreno fertile per le vostre saghe vichinghe?

Marcus: adoreremmo poter andare in tour nella zona del Mediterraneo. Non credo che le persone di quell’area siano meno interessate. Abbiamo avuto fan che ci hanno chiesto di andare in Italia o in Grecia. Purtroppo è estremamente difficile per noi organizzare un tour che tocchi quelle nazioni dato che dobbiamo sempre prendere in considerazione la nostra vita di tutti i giorni, visto che abbiamo anche dei lavori al di fuori della band. La maggior parte di noi fino ad un anno fa studiava ancora, quindi dobbiamo ancora trovare un punto d’incontro tra le esigenze della band e i nostri impegni di tutti i giorni.


Se poteste scegliere un vostro tour ideale, dove vi piacerebbe poter suonare?

Marcus: questa è una domanda molto difficile. Vorrei poter suonare praticamente dovunque. Se dovessi scegliere, direi che un tour europeo che possa toccare la maggior parte delle nazioni del continente sarebbe l’ideale!

Ted: l’idea di un tour in Nord America sarebbe fantastica, ma rimanendo realistici, sarebbe veramente difficile da organizzare, come ha già detto Marcus. Riuscire a fare un tour in gran parte dell’Europa sarebbe comunque una magnifica esperienza!

 




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