Lita Ford (Lita Ford)

Sarebbe stato bello incontrare Lita Ford venticinque anni fa: d'accordo, con la sua prorompente bellezza ha tappezzato le stanze dei teenagers di tutto il mondo, ma è innegbile che la ex Runaways abbia incarnato a suo modo il talento di una rocker di razza che ha scritto pagine importanti nel rock al femminile e non solo. Oggi che è una mamma navigata e si avvia al traguardo dei sessant'anni, Lita racconta le avventure degne di una bellezza mozzafiato che ha vissuto da protagonista l'epopea della Losa Angeles "da bere" , fra storie di sesso sfrenato, droga e rock n'roll come tradizione vuole.  A noi che siamo venuti dopo resta la consolazione di una piacevole chiacchierata via telefono sull'ultimo "Time Capsule" e sulla sua chiacchieratissima autobiografia. Ma se proviamo a chiudere gli occhi... 

Articolo a cura di Luca Ciuti - Pubblicata in data: 04/05/16
Ciao Lita, come stai e dove ti trovi?
 
Ciao Luca qui tutto ok, in questo momento mi trovo in Kansas e sono in tour con gli Halestorm. Sta andando tutto molto bene, abbiamo fatto quasi tutte le date sold out. Sarebbe molto bello poter venire presto in Italia e in Europa, per me sarebbe un po' come tornare a casa dato che mia madre era italiana. In passato mi è già capitato di suonare da voi, la prima volta fu con Bon Jovi a Firenze, Milano e Roma, ma è stato davvero molto tempo fa (era il tour di "New Jersey", novembre 1988, ndr). Poi siamo tornati credo nel 2009 per un paio di shows. Mi mancate sul serio, l'Italia è uno dei posti che preferisco visitare.
 
Di recente sei tornata sulla cresta dell'onda grazie alla tua autobiografia "Living Like A Runaway: A Memoir".Vorrei chiederti il perché di questo titolo: c'è un riferimento alle Runaways o cos'altro?

Quel titolo ha un preciso significato che va ben oltre il disco o il libro, perché in un certo senso per tutta la mia carriera è come se me ne fossi scappata: il titolo è nato prima che iniziassi a scrivere l'album e riflette bene quello che è lo stile di vita delle rock n'roll band, mi riferisco al fatto di vivere costantemente on the road, fare musica, condividere i momenti e i ricordi più belli fianco a fianco con bands che hanno fatto la storia. E' un titolo che descrive uno scenario, in un certo senso. 
 
Nel libro riveli molti particolari piccanti della tua carriera. Non temevi le eventuali polemiche?
 
Assolutamente no, anzi, se l'ho fatto è proprio perché molta gente me lo chiedeva! Sono cose accadute molto tempo fa ma che stuzzicano ancora il pubblico...per esempio, tutti sanno della storia fra me e Nikki Sixx, all'epoca eravamo poco più che ventenni e per quanto tempo sia passato, le persone quando leggono i dettagli di quella storia reagiscono come se fosse tutto avvenuto ieri... una cosa pazzesca. 

Cosa rende il tuo libro così speciale rispetto ai tanti titoli usciti in questi anni?
 
Intanto è il libro di una donna e non di un uomo, e questo non è un particolare secondario. Dentro ci sono i ricordi di una vita, l'amore per il mio lavoro e tutto quello che ci gira attorno, inclusi gli uomini, dalle storie di una notte alle quelle più durature e chiacchierate. E' il mio libro di ricordi e l'ho scritto da sola, in totale indipendenza. 

Sei stata una delle prime donne di successo nella storia dell'hard rock. Pensi di avere avuto una qualche influenza su chi è venuto dopo di te?
 
Senz'altro, quando ho preso in mano la chitarra per la prima volta, a undici anni, la mia ispirazione veniva dai guitar heroes dell'epoca. Quando nel '75- '76 uscimmo con le Runaways eravamo appena delle teenagers ma fummo un esempio per molte adolescenti dell'epoca. Essere citata come fonte di ispirazione da altre artiste femminili è  comunque qualcosa che mi rende orgogliosa.
 
Come vedi le donne nella scena rock contemporanea?
 
Vedo donne cariche di passione ed energiche al punto giusto, persino anche più capaci di suonare la chitarra o qualsiasi altro strumento rispetto ai miei tempi; in passato il ruolo della donna era più focalizzato sulla voce o l'immagine mentre oggi non è difficile imbattersi in vere e proprie musiciste.
 
 
 
 
litafordintervista2016_01
 
 
 
 
Credi che l'essere sexy sia ancora più importante oggi, rispetto a quando hai esordito tu?
 
Questa è una buona domanda, essere sexy era importante tanto negli anni '80 quanto nei '90, e lo è tanto di più se sei una bella donna, per il resto ci sarà sempre qualcuno che ti giudica per le qualità esteriori a prescindere da cosa suoni. Non è una cosa questa che distingue un decennio dall'altro, il music business è cambiato davvero soltanto con l'avvento dei Nirvana e tutta quella roba là; quello è stato il momento giusto per fermarmi e crescere i miei figli.

Come hai appena detto, negli anni Novanta la scena musicale è cambiata in maniera  profonda e credo tu abbia la stessa opinione a riguardo anche oggi, con l'avvento dei nuovi canali di distribuzione.
 
Il social networking, se è a quello che ti riferisci, può essere buono o cattivo, questo è abbastanza ovvio,  dipende sempre dall'utilizzo che se ne fa; spesso è un generatore di bugie e devi cercare di utilizzarlo nel modo giusto, sfruttando la facilità di mettere in contatto quante più persone con la tua musica. Noi oggi siamo qui a parlare in conference call e con questo strumento posso sicuramente raggiungere più persone, ma la qualità è quella che è ... un tempo lo avremmo fatto faccia a faccia, in modo senz'altro più piacevole (a chi lo dici Lita, ndr). 
 
Hai da poco pubblicato un nuovo disco dal titolo "Time Capsule". Ce ne vuoi parlare?
 
Avevo nel cassetto queste registrazioni risalenti alla fine degli anni '80, ho voluto pubblicarle perché ritengo che siano grandi canzoni suonate da fior di musicisti come Billy Sheehan, Dave Navarro e Jeff Scott Soto. E' un bel pezzo di storia del rock n'roll, questo "Time Capsule". Un tributo agli anni '80.
 
A questo punto della carriera ti senti soddisfatta o hai ancora qualche traguardo da raggiungere?
 
Soddisfatta senz'altro, ma c'è ancora tanto da fare! Questo nuovo disco rappresenta la musica che amo di più e tutto quello che voglio oggi è continuare a fare musica e dischi che mi rendano sempre più felice.
 
Hai mai pensato a riunione le Runaways con le rimanenti ragazze, magari per un solo special show?
 
No, è qualcosa che deve venire da tutte le altre ragazze; e comunque non sarebbe qualcosa che dipende solo dalla mia volontà. Per quanto l'idea poss essere stuzzicante, non credo ci siano le condizioni per farlo.



Intervista
Anette Olzon: Anette Olzon

Speciale
L'angolo oscuro #31

Speciale
Il "Black Album" 30 anni dopo

Speciale
Blood Sugar Sex Magik: il diario della perdizione

Speciale
1991: la rivoluzione del grunge

Speciale
VOLA - Live From The Pool