Bleeding Gods (Ramon Ploeg)
A due anni di distanza dall'album d'esordio "Shepherd Of Souls", gli epic, death/black metallers olandesi Bleeding Gods tornano sulla scena con la pubblicazione del loro concept album "Dodekathlon", in arrivo il prossimo il 12 gennaio 2018. Il chitarrista e fondatore della band, Ramon Ploeg, ci ha raccontato la nascita e l'evoluzione del secondo album in studio della band death metal olandese, alle prese con un concept leggendario dal sound rivoluzionario.
Articolo a cura di Sophia Melfi - Pubblicata in data: 05/01/18

Ciao Ramon! Benvenuto su SpazioRock.it. Il 2018 inizierà con un evento sensazionale per voi: il 12 gennaio verrà pubblicato il nuovo album dei Bleeding Gods, "Dodekathlon". Come ci si sente e cosa ne pensi ora che mancano solo due mesi alla pubblicazione dell'album?

 

Siamo molto emozionati all'idea di pubblicare il nostro secondo album in studio. Lo scorso settembre abbiamo firmato per la Nuclear Blast, un obiettivo importantissimo per la band. La pubblicazione dell'album sarà a gennaio, quindi attualmente siamo in pieno periodo di promozione. Gennaio è alle porte e ovviamente siamo molto emozionati.

 

Recentemente, come hai appena detto, avete stretto un'importantissima collaborazione con la più grande etichetta discografica metal in Europa, la Nuclear Blast. Cosa significa per voi aver raggiunto questo traguardo?

 

Significa molto, è una grande soddisfazione sia a livello personale che collettivo, per l'intera band. Quando eravamo giovani, al liceo, compravamo tantissimi CD di band che ci piacevano e che appartenevano tutte alla Nuclear Blast. Noi siamo dei musicisti e suoniamo in gruppi, appartenenti a questo genere specifico sin da quando eravamo giovanissimi,  ed è stato come un sogno per noi aver raggiunto questo obiettivo e aver collaborato con loro. E' stata una bellissima sorpresa quella di poter firmare un contratto con un'etichetta così importante perché ci ha dato, altresì, l'opportunità di avere visibilità in tutto il mondo, da Londra a Los Angeles. Ci sentiamo davvero onorati di aver preso parte a questa collaborazione.

 

Dicono che la Nuclear Blast vi abbia notato soprattutto per i pareri positivi che hanno riscontrato le vostre perfomance dal vivo. Come hanno costituito il vostro successo? C'è forse qualche ingrediente segreto per delle performance di questo livello?

 

Non abbiamo ingredienti segreti... suoniamo semplicemente la nostra musica. Abbiamo avuto l'opportunità di poter suonare in pochi, ma importantissimi festival metal lo scorso anno. Abbiamo suonato bene e incitato il nostro pubblico, la gente ci segue con entusiasmo. Siamo davvero emozionati e il prossimo anno eseguiremo delle performance dal vivo che potrebbero risultare migliori. Potremmo avere in serbo degli ingredienti segreti che mostreremo una volta saliti sul palco. Non posso dirvi quali siano, ma lo scoprirete il prossimo anno.

 

bleedinggodsintervistaint1
  

Parliamo del concept dietro "Dodekathlon", album ispirato alla mitologia greca e in particolare alla leggenda delle 12 fatiche di Ercole. Perché avete scelto questo determinato argomento? C'è forse un significato metaforico dietro questa scelta?

 

In realtà no. L'ultimo album e la prima demo dei Bleeding Gods sono stati ispirati a svariati argomenti, per questo ultimo lavoro, invece, abbiamo voluto creare un solo concept che fosse raccolto in un unico album. Avevamo tutti delle ottime idee in merito alla composizione di questo, ma il nostro cantante, Mark Huisman, ha avuto la meglio. E' una vera e propria biblioteca ambulante di libri di storia ed è stato proprio lui che avuto l'idea di ispirarsi alle 12 fatiche di Ercole perché è una storia d'impatto, forte e conosciuta. Per noi è stata come una sfida, quella di arrivare fin qui e concentrare ben 12 tracce in una sola ora di musica che segue fedelmente il sottile filo logico e consequenziale della storia.

 

Ascoltando le tracce del nuovo album, ho notato che canzoni come "From Feast To Beast" potrebbero rappresentare un grosso cambiamento nel vostro sound. Mi riferisco ad un atteggiamento più sperimentale che potreste aver adottato nel nuovo album, pur con rispetto nei confronti del vostro passato con "Shepherd Of Souls". Sei d'accordo con questo? E cosa vi ha spinti verso questa evoluzione?

 

Sì, sono d'accordo. "Shepherd Of Souls" era un album propriamente metal e noi, in questo nuovo lavoro, abbiamo voluto fare qualcosa di diverso, più metal, ma con sottili sfumature tecniche e melodiche, quindi abbiamo deciso di ispirarci non solo al death metal, ma anche ad influenze thrash e black. Abbiamo chiesto ad un nostro amico dalla Gran Bretagna, Martin Powell, ex tastierista di Cradle of Filth e Anathema, di partecipare al nuovo progetto di "Dodekathlon" con dei contributi alla tastiera e all'orchestra. Ha partecipato alla composizione della traccia promozionale e ci è piaciuto tantissimo, così abbiamo deciso di coinvolgerlo in tutto l'album. Ci sono stati dei notevoli cambiamenti e ne siamo parecchi orgogliosi.

 

Seguendo il naturale corso delle canzoni, ho avuto la sensazione che l'atmosfera si facesse sempre più cupa e pesante, come nella leggenda delle 12 fatiche di Ercole. Cosa ne pensi di questa interpretazione e qual è il legame tra le canzoni?

 

Penso sia vero, abbiamo scritto la musica basandoci proprio sulla storia delle 12 fatiche di Ercole. Tutte le 12 tracce rappresentano come 12 pezzi di un puzzle collegati ai testi e alla musica. Essi seguono il filo della storia, tanto quanto le fatiche di Ercole diventano sempre più insostenibili e pesanti così cambia anche l'atmosfera e aumenta l'oscurità delle canzoni. Se c'é un momento minaccioso nella storia questo si riflette inevitabilmente anche nelle canzoni, per questo ci sono spesso intro dal sound epico e, in alcune canzoni, intermezzi di chitarre o d'orchestra e chitarre classiche che sono parte integrante dell'album e della storia che vi sta dietro.

 

Avete ricevuto degli ottimi riscontri grazie, in particolar modo, alle vostre performance all'Eindhoven Metal Meeting, al Metal Fest di Anversa, e allo Stonehenge Festival del 2017. State già programmando altri show internazionali per il 2018?

 

Sì, siamo attualmente impegnati con le date del prossimo anno. Ci stiamo lavorando, quello che posso dirti è che saremo, a luglio, al Metal Days Festival in Slovenia e a febbraio suoneremo in Belgio. Ci stiamo impegnando per l'organizzazione di più date possibili per il tour promozionale, in vista dell'uscita del nuovo disco.

 

Quali sono gli elementi essenziali all'interno della band che mantengono i rapporti e le connessioni correttamente bilanciate? Quanto è importante una figura femminile all'interno della band?

 

Siamo tutti amici e siamo molto legati l'un l'altro, sia a livello personale che musicale. Gea Mulder è la nostra bassista e la voce più acuta che abbiamo, la quale si bilancia perfettamente alla voce dal timbro più scuro del cantante. Questo equilibrio, che grazie a lei abbiamo raggiunto come band, è decisamente meglio di due voci maschili messe insieme e sicuramente lei, sotto questo aspetto, è una presenza molto importante.

 

bleedinggodsintervista921

 

Nuovi progetti, nuova line-up e nuove influenze musicali. Quanto sono importanti e quali sono le differenti influenze musicali attorno al quale si costruisce il nuovo album dei Bleeding Gods? Quali sono i modelli metal a cui ti sei riferito per costruire la tua personale percezione musicale?

 

E' una domanda difficile questa. Abbiamo una nuova line-up, un nuovo chitarrista e batterista e ovviamente abbiamo anche nuove influenze musicali. Il nuovo chitarrista è molto valido, grazie a lui abbiamo potuto lavorare e concentrarci di più sulle parti di chitarra e ciò ha contribuito a migliorare le canzoni, come nel caso del brano "Multiple Decaptation" in cui si alternano intermezzi di chitarra e assoli che ci dividiamo io e la seconda chitarra. Anche il batterista è molto valido e siamo influenzati dalle stesse band, questa cosa è davvero unica.

 

Parlando dei prossimi show... avete già programmato delle date per promuovere "Dodekathlon" anche in Italia, in futuro?

 

Vogliamo promuovere l'album e ovviamente suonare in tutta Europa e in tutto il mondo, per quanto sia possibile. Speriamo di suonare in Italia il prossimo anno.

 

Grazie del tuo tempo e della tua disponibilità Ramon. Questa era l'ultima domanda. Vuoi lasciare un messaggio ai vostri fan italiani e ai nostri lettori?

 

Certamente, spero di vedervi presto. L'Italia è un paese bellissimo, ci ho già suonato in passato e credo che sia un bellissimo posto in cui suonare ed esibirsi dal vivo. Spero davvero di vedervi il prossimo anno.




Intervista
Anette Olzon: Anette Olzon

Speciale
L'angolo oscuro #31

Speciale
Il "Black Album" 30 anni dopo

Speciale
Blood Sugar Sex Magik: il diario della perdizione

Speciale
1991: la rivoluzione del grunge

Speciale
VOLA - Live From The Pool