Sons Of The Sea (Brandon Boyd)
Andy Warhol diceva:“le etichette sono per le lattine, non per le persone”. E mentre chiacchiero con Brandon Boyd, un tavolino e due bottigliette d’acqua, con la luce calda di una strana giornata di sole milanese che filtra dalle finestre, non posso che continuare a pensare a quanto quell’artista un po’ matto avesse ragione. Perché Brandon Boyd non è solo il cantante degli Incubus, un musicista, uno scrittore, un pittore, un fotografo, un attivista. E’ qualcosa che una parola sola non potrebbe racchiudere: il desiderio bruciante di lasciare un piccolo pezzo di sé in qualsiasi cosa fa, le mani che si muovono veloci nel tentativo di intrappolare un pensiero che scappa veloce, troppo veloce per essere imbrigliato e domato. La voce calma e rilassata, quasi una ninna nanna, il sorriso sincero e le risate sguaiate che si rincorrono nel folle tentativo di essere nel presente, vivere il qui e ora. E’ quello che una parola non può descrivere, ma che, forse, questo fiume di pensieri durato 40 minuti, potrà almeno abbozzare.
Articolo a cura di Paola Marzorati - Pubblicata in data: 29/03/14

Non è la prima volta per te qui in Italia, hai imparato a dire qualcosa in italiano?


Si, un paio di cose, molto facili però!


Per esempio?


Sei bella come un fiore, cose così (ride, ndr)


Il tuo italiano è molto buono, potresti passare per un uomo italiano!


Dici davvero?


Si!


Grazie! (ride,ndr)


Prego! Parliamo del tuo ultimo album, "Sons Of The Sea": cosa significa questo ultimo lavoro per te? Cos'è per te?


Questo album per me è un me stesso che si da il permesso di assecondare altre parti della mia creatività. Nel corso degli anni ho imparato sempre di più che ho molti lati creativi che hanno sempre avuto il desiderio di emergere . Ho capito più in questi ultimi tempi che in tutta la mia vita che ho molte voci che vivono dentro di me, non in un modo schizofrenico . Sono un modo di riconoscere e capire me stesso, come mi posiziono qui e nel mondo e quale sia il mio ruolo. Non mi sono mai sentito a mio agio con l'idea di avere solo un ruolo , sento di avere più ruoli , più amori nella mia vita e quindi questo album è il mio modo di darmi il permesso di amare cose diverse .


C'è un verso, della canzone "Untethered" che dice "Tell us the truth but tell it to us gently, lest we all go blind", un tributo alla percezione che la poetessa Emily Dickinson aveva del ruolo dell'artista. Pensi di avere qualche responsabilità in quanto artista?


Penso che gli artisti abbiano delle responsabilità, non del tipo paga le tue bollette in tempo, lavati i denti e i capelli,- certo, questo aiuterebbe a rendere la vita delle persone attorno a noi leggermente più facile (ride, ndr). Penso sia nostra responsabilità dire la verità, farlo al meglio che possiamo, ma è certo più facile a dirsi che a farsi, soprattutto se consideriamo la costrizione culturale che ci circonda , che circonda tutti noi, anche quelli che non si considerano artisti o persone creative . Quello che ognuno di noi cerca di fare tutti i giorni è adattarsi alle condizioni che ci circondano e in certe situazioni è più che difficile dire la verità, ma in altre, come in quelle creative, ci si aspetta che tu dica la verità , e lo faccia al massimo delle tue possibilità. Ma hai questa occasione raramente . Spesso chiedi la verità, chiedi "lo voglio sapere ora, voglio sapere quale è la verità" e a volte la verità è così luminosa , -è luce o oscurità , questo dipende da quale è la verità-, che può abbagliarti, può renderti pazzo , può bruciarti gli occhi. La verità a cui ho sempre puntato per molti e molti anni si è rivelata essere luce. Nella canzone a cui ti stavi riferendo ho cercato di portare gli ascoltatori a fissare direttamente il sole, a dire "wow, è bellissimo", ma se i tuoi occhi non sono abbastanza evoluti per guardare il sole, diventerai cieco. Quello che stavo facendo nella canzone era parafrasare questa poesia di Emily Dickinson.

 

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Un altro verso che ho amato moltissimo è della canzone "Avalanche" e dice " What I fear now the most is the specter, the ghost of my past. It hurts still". Il passato è mai stato per te una sorta di fardello, anche musicalmente e creativamente parlando? Per esempio, "Sons Of The Sea" è molto diverso da tutto quello che hai fatto prima...Come riesci a vivere con il tuo passato?


Prima di tutto penso che il modo migliore per fare pace con il passato sia quello di accettarlo, qualunque esso sia, prendersi un momento in cui dire "okay, è successo", qualsiasi cosa fosse, bella o brutta, e poi lasciarla andare e capire così che non esiste più , che è solo un ricordo . E possiamo fare lo stesso quando ci preoccupiamo per il futuro; molti di noi si preoccupano troppo del futuro, lo faccio anche io a volte. Quando ci preoccupiamo troppo del futuro diventiamo ansiosi, quando pensiamo troppo al passato diventiamo depressi. Ma quando impari ad essere nel momento, a vivere nel momento -proprio qui e ora - tutto quello che puoi fare è sorridere. E' come lasciarti catturare da un orso o qualcosa del genere, e in quel momento non stai pensando a nulla, stai solo cercando di sopravvivere. Considero il passato come una chiamata superiore ad imparare ad essere il più presenti possibile, a vivere nel presente, perché farlo crea una serie di opportunità di essere non per forza felici, ma più creativi, intelligenti, persone che si sanno adattare . Non verrai mangiato da un orso, o da un leone, o uno squalo se sei nell'attimo,  mentre se non vivi nel presente verrai mangiato di sicuro! (ride, ndr)


E' una cosa difficile, per lo meno per me. Come sei riuscito a comprendere come vivere nel presente?


Sto ancora imparando. Quello che ho cercato di fare è stato riempire la mia vita con il maggior numero di attività possibile, sforzarmi di vivere nel momento o insegnarmi a trovare il momento. La musica, l'arte: passi anni a fare pratica, fare pratica, fare pratica e poi un giorno ti ritrovi a scrivere una canzone o a disegnare e non stai pensando a nulla, sei un canale aperto, sta succedendo e in quell'istante sei assolutamente nel momento. Non stai pensando a questo, non stai pensando a quello, sei esattamente qui . Non stai nemmeno pensando che sei nel momento, perché ci sei. Ci sono moltissime altre attività che possono aiutare a fare tutto questo, una delle più antiche è la meditazione.


Ho sempre voluto provare la meditazione!


Ci sono moltissime tecniche diverse, ma ce ne è una più semplice delle altre, che ti insegna ad essere presente. Quello che accade quando entri nel presente, quando riesci a vivere nel presente è davvero bellissimo: impari a vedere i tuoi pensieri per quello che sono e a smetterla di identificarti con i tuoi pensieri. Li vedi e li senti, -uh uh, che pensiero orribile o che pensiero sexy- (indica con l'indice qualche punto del soffitto, ndr), vedi tutti i diversi pensieri, ma cominci a guardarli un po' come se fossero nuvole nel cielo che si spostano, che vanno via, -"Guarda quello, guarda quello, ohhh!". Poi quello che impari a fare è concentrarti molto più sul cielo e non sulle nuvole. E la cosa più interessante è che ti rende felice. Quando ti eserciti nel farlo ti stai praticamente esercitando ad essere felice. Penso davvero che sia il passo successivo per le persone verso la felicità.


Proverò! Continuando a parlare del passato, hai iniziato la tua band, gli "Incubus", quando eri molto giovane, ma c'è mai stato un momento in cui hai pensato "non ce la farò mai, resterò un sognatore per tutta la vita" o sei sempre stato fiducioso del tuo talento?


Che bella questa domanda, mi piace! Onestamente non ho mai pensato davvero che avremmo avuto successo, ma non era questo che mi interessava. Pensavo solo che sarebbe stato divertente essere capace di fare musica ed essere in una band, per lo stile di vita che rappresentava. Lo consideravo una fonte di gioia, ma non ho mai pensato che avrebbe davvero funzionato. Andavo a vedere band di successo e sembrava tutto così lontano, così che ho iniziato a pensare già da quando ero molto giovane che non ce l'avremmo mai fatta, non avremmo mai avuto successo, per cui tanto valeva divertirsi. Ci stavamo solo divertendo. Non riuscimmo ad avere un contratto per molto tempo, facevamo degli show a Los Angeles e qualcuno veniva a vederci, ma la maggior parte del pubblico musicale non era interessata a noi. E alla fine, ci siamo esercitati molto, abbiamo lavorato davvero duro e la ruota ha iniziato a girare dalla nostra parte almeno un po'. E' stata una vera sorpresa. Potevo sentire le cose iniziare a cambiare, e cambiare, e ho cominciato a pensare "wow, potrebbe funzionare". Abbiamo iniziato a mettere da parte abbastanza soldi da poter continuare il tour e sentivo che le cose stavano iniziando a smuoversi e a un certo punto è stato come se una diga si fosse aperta : è stato davvero spaventoso perché non ero abituato all'idea che avremmo potuto essere schiacciati da tutto quanto, stavamo cavalcando questo fiume impazzito che erano i primi anni 2000. E' stato molto divertente, ma anche spaventoso in un certo senso.


Penso che le cose migliori della vita siano spaventose.


Si, assolutamente!


Se potessi, che cosa diresti ad un te più giovane?


(ride, ndr) E' interessante il fatto che mi è stata fatta questa domanda anche prima; è una domanda inutile ,nel senso che non si piò tornare indietro. Non penso che gli direi molto. Probabilmente mi darei un abbraccio e mi direi che andrà tutto bene -"stai facendo bene" - ,ma mi direi anche di farmi una doccia. Non mi interessavo molto di queste cose quando stavo crescendo , non mi sono mai lavato i capelli (ride, ndr).


Era okay, eri giovane, sai!


(ride, ndr) Si, lo so, non mi sono mai preoccupato molto di quelle cose, di lavarmi i capelli e tutto quanto. Si, mi direi di sicuro di farmi una doccia (ride, ndr).


bb_490_Parliamo un attimo di arte: vedi la tua arte come il tuo modo di muoverti attraverso la vita e forse diventare immortale? Consideri l'arte come un modo per vincere la morte?


Non sto cerando di vincere la morte, penso che in molti modi diversi sperimento piccole morti tutti i giorni. Questo è un argomento serio, una conversazione importante, una di quelle che in America cerchiamo di evitare. Cerchiamo di evitare di parlare della morte così spesso che è affascinante in un certo senso: perché evitiamo di parlare dell'unica cosa che tutti noi abbiamo in comune? Tutto, in effetti, ha il suo corso e poi muore. Quando dico che sperimento piccole morti tutti i giorni è una delle pratiche della meditazione : sperimenti piccole morti che non sono morti fisiche ma morti dell'ego, sperimenti il tuo ego che muore in piccoli scoppi così che, quando arriva il tempo per il tuo corpo di morire, non sarà così scioccante. Sembra che la parte più difficile di morire sia lasciare andare quello che pensi di essere, quello che pensi di aver creato quando sei stato in vita: questo è il tuo ego che parla. La musica e l'arte, come modo di vivere, sono sempre state il mio processo catartico. Ho sempre dipinto, ho sempre fatto musica non perché mi facessero sentire meglio o perché mi insegnassero qualcosa di nuovo su me stesso , su chi stavo diventando, chi ero, chi sono, ma soprattutto perché ho un impulso irrefrenabile di farle. E so che quando sto dipingendo o cantando e lo sto facendo direttamente da quel posto in me che è più o meno qui (indica il cuore con una mano, ndr), mi fa sentire vivo.


Mi è sempre piaciuto considerare l'arte come il mezzo di comunicazione più forte di tutti i tempi, ma sembra che oggi i social network stiano diventando sempre più potenti in condividere idee, pensieri. Cosa pensi dei social network e quale è la tua relazione con loro?


Ho una relazione con i social network . Si è sviluppata recentemente, mi piace giocarci, ma non ho un particolare attaccamento, li considero più come un conoscente che un amico. Ad esempio, se questo è un social network (muove il bicchiere pieno d'acqua, facendolo scivolare sul legno del tavolo, ndr ), riesco a tenerlo lì , lontano, per moltissime ragioni, troppe da analizzare adesso. Soprattutto perché Internet è uno strumento potentissimo ma è uno di quelli che può facilmente diventare una rovina. Stiamo imparando così velocemente come esistere qui,- oh, ce l'ho proprio qui - (prende il suo IPad, ndr), stiamo imparando così velocemente a fare solo questo , muovere il dito su uno schermo, e questo è tutta la nostra esperienza di vita: guardare uno schermo, guardare uno schermo e basta.


E' come se ti stessi perdendo qualcosa.


Ti stai perdendo moltissimo. C'è molto qui dentro,in Internet, ma tutto il resto è là fuori. E' un'esperienza virtuale. Sono più interessato ad un'esperienza visuale, una vera esperienza, reale. I social media mi piacciono, li uso, mi sono stati molto utili, ma cerco di ricordarmi che si tratta solo di un certo tipo di esperienza e che io cerco altro.


Concentriamoci un attimo sulla scrittura ora: sto sempre annotando pensieri e idee ed una cosa che ho notato nel corso degli anni è che a volte sono spaventata da quello che ho scritto io stessa pochi minuti prima e che quindi diventa spesso difficile essere onesta anche solo con un foglio di carta bianco. Ti capita mai? Ti è mai capitato di essere così spaventato o imbarazzato da qualcosa che hai scritto da non volerlo pubblicare?


Oh, si, tutto il tempo. Non pubblico circa la metà di quello che scrivo perché se lo facessi diventerei molto impopolare in pochissimo tempo, non solo tra i miei amici o la mia famiglia ma in generale. Molte persone farebbero fatica a comprendere le cose che scrivo. E' una paura un po' sciocca da parte mia perché tutti hanno queste tendenze, almeno, io le ho: la tendenza di avere dei pensieri che sentiamo il bisogno di scrivere o di confidare a qualcuno in privato e che non siamo pronti a condividere. Per ritornare a quello che mi ha chiesto prima riguardo a "tell us the truth but tell it to us gently", tutti noi abbiamo delle verità, delle verità molto profonde e stiamo solo cominciando a imparare ora come affrontarle e dirle ad alta voce . In America ci sono stati in questo periodo dei dibattitti terribili riguardanti i diritti degli omosessuali e la possibilità per loro di sposarsi. La maggior parte di noi, a partire da una certa età in giù, lo considera come un diritto civile e umano, quello di poter amare chi vuoi amare. Questo è un esempio perfetto: non sono gay ma capisco che tutti, ogni singola persona in questo mondo ha degli scheletri nell'armadio e si costringe a vivere in una sorta di scatola per le costrizioni e le catene che le diverse culture in giro per il mondo hanno messo su di noi. Ci siamo nati dentro, non abbiamo necessariamente scelto tutto questo e così scriviamo nei nostri taccuini e diari e parliamo di molto di quello che sentiamo in privato quando in realtà sono pensieri assolutamente universali. Molti di noi abbiamo le stesse idee, ma nonostante tutto abbiamo ancora paura di condividerle con gli altri. E' strano: abbiamo tutte le potenzialità, gli strumenti e la tecnologia per essere degli animali molto più evoluti di quello che siamo, sia spiritualmente che fisicamente, ma stiamo iniziando a capirlo solo ora. In molti modi questo è un periodo eccitante per gli esseri umani: stiamo iniziando a capire. Pensavamo di averlo capito già 100 anni fa , pensavamo di averlo capito 400 anni fa con il metodo scientifico , ma non sappiamo nulla. Forse guarderemo indietro ad oggi magari tra 400 anni e diremo "Wow, non sapevamo assolutamente nulla!" (ride, ndr). Ci sono idee di mentalità molto ristretta riguardo alle relazioni, al modo in cui ci rapportiamo agli altri e alla sessualità, soprattutto. C'è ancora molto da fare. In Europa, in alcuni posti, è molto più liberale che negli States. Negli Stati Uniti siamo così spaventati da noi stessi, così spaventati da quello che stiamo facendo.


Pensi che in Europa sia molto diverso? Che non ci sia tutto questo?


C'è una cultura molto più aperta qui, che ha meno paura rispetto a quella che c'è negli Stati Uniti. Negli States perfino in luoghi liberali come la California o New York ci sono davvero pochissime persone che stanno iniziando a comprendere che cosa meravigliosa può essere la sessualità. Facciamo che questi sono gli Stati Uniti( prende il suo Ipad e ne indica tutta la superficie, ndr) , tutta questa parte (indica gli Stati a est, nord e sud, ndr) è ferma in un'era previttoriana ed è spaventoso, perché devi attraversare tutte queste zone per arrivare qui ( indica l'East Coast, ndr) se stai guidando. Ci sono davvero pochissimi ragazzi che stanno iniziando a comprendere e a pensare cose come "Sono una creatura fantastica che ha la possibilità di conoscere e sperimentare il piacere". Cosa c'è di sbagliato in tutto questo? Viene da Dio, è bellissimo. Questi ragazzi sono come isole,soli, tutto intorno a loro ci sono persone pronte a puntare una spada alla loro gole e a dire incessantemente: "non dirlo ad alta voce. O ti metto letteralmente in prigione". E' folle. Qui, in California, e nella East Coast c'è una mentalità leggermente più aperta, ma la strada da fare è ancora lunga.

 

Anche qui, in Italia, in molti casi è così. Ed è una cosa folle, non c'è nulla di cui vergognarsi.


No, assolutamente, bisognerebbe festeggiare. Quello che pensiamo adesso è che sia uno spreco celebrare la sessualità , che dobbiamo solo proteggerci. L'amore è un esempio perfetto di quello di cui sto parlando. L'amore è così sfaccettato, non vuole essere schiacciato a terra e costretto in una piccola scatola, vuole essere libero, vuole essere qualsiasi cosa, vuole essere più di quello che ora gli è concesso essere.

 

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Per quanto riguarda le lyrics: i testi di questo ultimo album sembrano essere davvero onesti, davvero personali. E' facile per te essere così onesto quando scrivi? Non hai mai avuto paura di rivelare troppo di te stesso?


Sto ancora imparando come essere onesto con me stesso, sta cominciando a farmi meno paura ora che sto crescendo. Questa è la cosa più bella dello scrivere canzoni: hai la possibilità di lasciare che una parte di te emerga in un linguaggio che è più potente del linguaggio naturale, arriva più in profondità. Ci sono molte cose nel nostro modo di comunicare che funzionano molto bene. Possiamo avere una conversazione e capire cosa sta dicendo l'altro ma ci sono cose, pensieri che hanno bisogno di essere espressi, che le parole, messe una dietro l'altra, non riescono a rendere. E' quello che stavo cercando di dire prima quando parlavamo dei social media: i social media sono potenti, ma non lo sono neanche lontanamente se comparati alla poesia o alla musica. Queste ultime parlano direttamente al nostro cuore e lo fanno per una ragione. C'è un senso nei sogni e nelle metafore: è il linguaggio della nostra anima, quello che viene dalla parte più profonda e oscura di noi. E' un linguaggio astratto, fatto di simboli. Noi comprendiamo le cose in simboli; anche il linguaggio normale ha dei simboli ma sono disposti lungo una linea molto rigida, uno dietro l'altro. Con le canzoni invece, quando si riesce a ricreare la giusta combinazione di simboli e astrazione, è ...qualcosa che non riesci nemmeno a comprendere davvero. E' un "oh, mio dio, come fa questa persona a sapere quello che io non sapevo come dire?". E' il mezzo più potente in assoluto.


La maggior parte degli artisti parla di ispirazione, mentre tu fai continuamente riferimento ad una musa. Che cosa è questa musa per te? Riconosci che è sempre stata la stessa o è cambiata nel corso degli anni?


La chiamo Musa, mi riferisco a lei con degli attributi femminili perché li possiede, quando si mostra. Prende diverse forme ed ho imparato che, come l'amore, non vuole essere costretta in una scatola, chiusa con un lucchetto e messa lì, a mia completa disposizione. Si mostra quando vuole mostrarsi. Quello che sto cercando di fare è creare degli ambienti che lei voglia visitare più spesso. Quindi cerco di trasformare la mia casa, il mio giardino, il mio corpo, tutto ciò che di estetico mi circonda, in un ambiente che questa musa voglia visitare e in cui abbia voglia di fermarsi per un po'. Devi essere disposto ad accettare che può accadere che desideri tantissimo di svegliarti, scendi le scale, ti aspetti che lei sia lì ,e lei invece può essersene andata durante la notte. E' un po' come l'amore: devi essere capace di essere aperto per riceverlo ed essere pronto a lasciarlo andare, tutto allo stesso tempo. Mi dispiace essere così astratto (ride, ndr).


No, è okay, amo tutto quello che è astratto. Quando penso alla vita creativa, al processo creativo, quello che mi viene in mente è il mito di Sisifo, costretto a spingere una palla di pietra fino alla cima di una collina solo per scoprire, quando ci arriva, che la palla rotola giù e deve ricominciare di nuovo. Ti senti così quando termini un progetto, come se dovessi fare qualcosa in più, qualcosa di nuovo per soddisfare il tuo desiderio di creatività? Pensi che ci sarà mai una fine, un progetto che soddisferà la tua creatività per sempre o continuerai a scalare la montagna come Sisifo?


Amo questa domanda. Spesso creo qualcosa di cui sono molto fiero in quel momento, mi sento illuminato, mi sento completo, mi do una pacca da solo sulla spalla e mi dico "bel lavoro, hai fatto davvero un bel lavoro!" (ride, ndr) ed è tutto baci e abbracci. Subito dopo mi sento come se avessi appena toccato il fondo ed è qualcosa che mi spaventa. Quello che ho imparato a fare, e qui torniamo un attimo alla nostra iniziale conversazione, è non preoccuparmi di quello che verrà dopo. Ho iniziato a vivere nel momento, a non preoccuparmi troppo per il futuro, non aiuta. Quello che mi piace fare è cercare di ricordare alcuni concetti filosofici: alcuni sono induisti, altri buddisti, altri ancora agnostici, mistici, metafisici. Ci sono moltissime e diverse tendenze filosofiche che suggeriscono che siamo il prodotto di un universo ricco, che veniamo dall'abbondanza ,che c'è un universo infinito e che, se l'universo è infinito, non esiste la fine del mondo. Siamo fatti della stessa sostanza delle stelle, siamo fatti letteralmente di polvere di stelle; c'è un po' dell'universo dentro di noi. Siamo infiniti, veniamo da tutto quello che ci circonda e ritorneremo a tutto quello che ci circonda. Così quando mi viene quella piccola paura, di sentire il disco e non amarlo più, mi ricordo che è un pensiero sciocco. Penso che se mai smetterò di fare musica sarà per diversi motivi, forse perché sarò ancora intento a scalare la montagna! (ride, ndr).


Hai partecipato anche ad Artifact, il documentario girato da Jared Leto riguardante il music business e il suo futuro. Quale pensi sarà il futuro dell'industria musicale, se mai ce ne sarà uno?


Non ho ancora visto il film, mi piacerebbe molto vederlo. E' bello?


Si, molto.


Mi ricordo molto bene di quando ho parlato con Jared per questo progetto. E' un ragazzo fantastico, sono molto fiero di lui, lavora davvero duramente e sono contento che venga apprezzato molto ora negli Stati Uniti per l'Oscar e tutto quanto. Mi è piaciuto moltissimo anche il discorso che ha fatto agli Oscar, l'ho trovato un discorso detto con il cuore. Mi sono sentito molto fiero di lui in quel momento. Comunque, onestamente davvero non so quale potrebbe essere il futuro dell'industria musicale. In moltissimi modi diversi gli Incubus hanno in un certo senso tratto vantaggio dai vecchi paradigmi dell'industria musicale che funzionava sulla base dei programmi televisivi, della TV, del mercato di massa. Ha funzionato per noi per un certo periodo di tempo, abbiamo venduto qualcosa come 10 milioni di dischi in giro per il mondo grazie a quel modello. Abbiamo dovuto fare causa alla nostra casa discografica per essere pagati. In realtà non siamo stati noi a citarli in causa, loro ci hanno citato in giudizio e poi abbiamo affrontato una causa legale con la casa discografica, ma non siamo andati in tribunale, ne siamo stati fuori. È stato molto frustrante affrontare una causa pubblica con una major dopo aver venduto milioni di dischi solo per essere in grado di pagare l'affitto. E quello mi ha fatto capire che l'industria musicale non stava cercando in nessun modo di creare vantaggi e benefici per gli artisti o anche per gli ascoltatori, era una macchina creata per beneficiare solo sé stessa. Una volta aver compreso tutto questo, sono stato più a mio agio con quello che stava accadendo. Devi comprendere qualcosa per poter iniziare il processo di elaborazione. Non pensavo fosse sbagliato, né che fosse giusto, abbiamo semplicemente iniziato a concentrarci su altre cose. Per come la situazione si sta evolvendo ora, è molto difficile dire come finirà. Noi pensavamo di sapere come sarebbe andata quando il precedente modello dell'industria musicale è collassato, ed è collassato molto velocemente, e invece... Penso che sarebbe sciocco cercare a tutti i costi di predire quello che succederà perché anche se quello che pensiamo si realizzerà, cambierà tutto così velocemente, più velocemente di quello che è accaduto negli anni precedenti, che sarebbe inutile. Questa è la caratteristica principale della tecnologia : si espande in modo esponenziale. Mentre noi pensiamo che Internet prenderà il controllo del mondo, fra cinque anni si realizzerà il prossimo cambiamento, con una potenza doppia , e poi tra due anni quadruplicando il proprio potere. Dobbiamo tenere gli occhi aperti o semplicemente lasciarci andare, wohoooo nel vento (ride, ndr).

 

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Se non mi sbaglio la canzone "Avalanche" è nata da un sogno. Quanto è stato importante il sogno, sia durante il sonno, sia il sogno ad occhi aperti, per la realizzazione di questo ultimo album?

 


Sognare ad occhi aperti è una delle più grandi perdite degli ultimi anni . Io sono sempre stato uno che sognava ad occhi aperti (ride, ndr).


A scuola magari?


A scuola moltissimo! Molti insegnanti probabilmente credevano che fossi perso in chissà quali pensieri e che non stessi prestando attenzione alla lezione, ma non era così, stavo solo seguendo il flusso dei pensieri e scarabocchiando. All'inizio se la prendevano, ma poi hanno notato che riuscivo comunque ad avere buoni voti e io continuavo a ripetere: "sono attento, sto solo scarabocchiando, mi aiuta a rimanere concentrato". E infatti è stato scoperto grazie a delle ricerche recenti che le persone che si concentrano su una seconda attività mentre stanno prestando attenzione a nuove informazioni, assorbono e imparano meglio.


Quindi se scarabocchio mentre ascolto le lezioni all'università imparo più velocemente?


Si, se stai attenta. E' come se stessi rilassando la parte del tuo cervello che è in grado di assorbire le nuove informazioni facendo qualcosa che per la parte destra del tuo cervello è molto rilassante, come scarabocchiare ad esempio. Questo non è esattamente sognare ad occhi aperti, mi sono allontanato leggermente dalla tua domanda, chiedo perdono, ma si, c'è sempre stata una buona dose di sogno ad occhi aperti durante il processo di produzione di ogni mio album, e questo ultimo non è diverso in questo. E' tutto un sogno ad occhi aperti (ride, ndr), è da lì che viene tutto , a volte anche dai sogni che faccio durante la notte.


Vieni da Los Angeles, California. Pensi che la città degli angeli abbia avuto un ruolo particolare nel renderti l'artista che sei oggi?


E' difficile dirlo con certezza, perché sono cresciuto lì e non ho un fratello gemello che è cresciuto da qualche altra parte con cui potremmo fare il confronto, ma sono fermamente convinto che l'ambiente in cui viviamo ci condizioni in un modo molto intimo ed intenso. Quello che so è che quando passo del tempo fuori da Los Angeles e scrivo qualcosa quello che scrivo è diverso rispetto a quando sono a casa . E questo funziona con tutti i tipi di ambiente; quando mantengo l'ambiente del mio corpo, un ambiente interiore, per un certo periodo, creo musica migliore, faccio sogni migliori, mi sento meglio. Quindi penso che l'ambiente che ci circonda sia tutto; tutti noi siamo parte di questo ambiente. Quindi è importante essere consapevoli di tutto quello che ci circonda.


C'è qualcosa, per quanto riguarda la tua creatività, che ancora sogni di realizzare?


Si, molte cose. Mi piacerebbe essere uno zombie in un film, veramente, sono un grande fan del genere . Mi piacerebbe cantare in un musical animato, magari uno di Tim Burton. Qualcosa nel mondo del cinema, del teatro, la fotografia.... Moltissime cose. E' un mondo così grande.


Hai intenzione di portare il tour per "Sons Of The Sea" anche in Europa?


Ho appena fatto qualche show in America, ed è stato molto divertente, ma anche molto costoso, perché è un progetto indipendente. Nelle mie più profonde intenzioni mi piacerebbe moltissimo suonare anche in Europa, magari già alla fine di questo anno o in inverno . Spero davvero che funzioni.


Lo spero moltissimo anche io!




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