Creeper (Will Gould)
Da Southampton con furore i Creeper stanno cavalcando un'onda che li ha portati alla creazione del loro primo album, dopo un iniziale successo costruito grazie a tre EP. Considerati da molti come una delle più valide nuove proposte del punk rock, i sei ragazzi inglesi sono pronti ad affrontare la difficile giungla del music business. 
Articolo a cura di Cristina Cannata - Pubblicata in data: 30/11/16
Ciao Will e benvenuto su SpazioRock! Tutto bene?

Ciao! Grazie a voi! Va tutto alla grande!

Questa è la vostra seconda volta a Milano, quindi avete già avuto modo di conoscere il pubblico italiano. Che ne pensi?

Lo amo. Guarda fuori… che ora è? Le tre del pomeriggio. E guarda che fila! È incredibile. È un pubblico pieno di passione. 

Parliamo di "Eternity In Your Arms", il vostro primo LP che sarà pubblicato il prossimo marzo. Cosa dobbiamo aspettarci? 

Qualcosa di molto teatrale, ovviamente. Penso che non abbiamo mai registrato qualcosa che suoni come questo disco. Cerchiamo sempre di lavorare al massimo per assicurarci che la nostra musica abbia un’anima. E’ massiccio: quando premi play lo ascolti come un intero, come ogni album dovrebbe essere. E' variegato. Trovi molti elementi all'interno che si distinguono nettamente. Non sono sicuro di quello che saranno i giudizi che riceveremo, ma sono davvero fiero del nostro lavoro. 

Circa un mese fa avete pubblicato il primo singolo dell'album "Suzanne". Vuoi dirci qualcosa di più riguardo questo pezzo? C'è una ragione particolare che vi ha spinto a sceglierla? 

Sì l’abbiamo scelta perché l’abbiamo considerata fin da subito una canzone molto valida. Ha carattere ed è molto varia. E’ composta da parti molto diverse: parte molto veloce, poi cade in qualcosa di più lento, ci sono persino dei rumori che richiamano all’atto sessuale. E’ molto caratteristica. E anche l’album è molto variegato in termini di sound e abbiamo pensato che lasciare che questa canzone introducesse l’intero album sarebbe stata un’ottima idea. E’ una buona rappresentazione dell’intero lavoro. 


Come abbiamo detto questo è il vostro primo LP. Finora avete pubblicato 3 EP. Quali sono, se ci sono, le principali differenze in termini di processo creativo di un EP e quello di un LP? Avete in qualche modo cambiato il vostro approccio nel fare musica? 

Penso che creare un album sia una cosa completamente diversa dal fare un EP. Non solo banalmente perché è un lavoro più lungo in termini di tempo, ovviamente (ride, ndr.). Come artista, come musicista preferisco senza dubbio gli LPs. Tuttavia devo ammettere che ero terrorizzato all'idea di creare quest’album perché sapevo che dovevo lasciare lì molto di me stesso, metterci il massimo che potevo. Volevo assicurarmi di creare tutte le cose che mi piacciono degli album, un album reale, dove premi play e vai via dal mondo reale per un po’. Dovevo assicurarmi di fare il meglio e questo un po’ mi spaventava perché magari rischi di spendere troppo tempo su alcune parti e magari non ottieni quello che vuoi, ci sono miliardi di cose che possono spaventarti. Un’altra cosa a cui tenevo era quello di mettere un intro e un outro, lo volevo fortemente, perché i miei album preferiti li hanno, come ad esempio "The Rise and Fall of Ziggy Stardust and the Spiders from Mars" di David Bowie, mi ha ispirato tantissimo. Non volevo un disco fatto solo di canzoni veloci o di canzoni pesanti, volevo fosse vario e variegato. Nella band parliamo molto del concetto di “cosa conserva una canzone” e in questo album ci siamo concentrati molto su questo. L’approccio tra EP e LP non è cambiato drasticamente ma dovevamo prestare più attenzione su alcune cose per assicurarci che ci stavamo concentrando su ciò che volevamo. 

Avete mai pensato di fare un album completo raccogliendo le canzoni dagli EP?

Alcuni ce l’hanno chiesto sai? Penso che sarebbe una cosa che funzionerebbe perché altrimenti credo che questi EP in un certo modo verranno persi con il tempo. Sai l’anno prossimo, quando la gente ascolterà i Creeper, non ascolterà più quegli EP, partirà da questo album. Quindi la volontà sarebbe quella di preservare in un certo senso queste canzoni. Personalmente mi piace l’idea di concentrarli in un unico progetto, bisogna capire poi cosa ne pensa l’etichetta.

Penso che gli EP abbiamo la stessa levatura degli LP? Qualche mese fa Matt Bellamy dei Muse ha detto che il formato EP è migliore dell'LP in quando al giorno d'oggi le persone consumano musica molto velocemente, soprattutto con l'avvento dei servizi streaming...

Personalmente preferisco gli LP. Odio pensare alle cose in questa ottica di consumismo. Trovo frustante che tu debba pubblicare solamente una canzone ad esempio per questioni di vendite. Non sono interessato in questo tipo di cose. Probabilmente ha ragione, probabilmente è il modo migliore per trasmettere la musica soprattutto per le giovani band, ma non è una cosa che mi piace. Apprezzo decisamente di più l’aspetto più puro del fare musica. Questa è anche la ragione per cui odio chi pensa che i soldi possano plasmare un suono, una musica. Per me la musica deve essere realizzata nel modo in cui l’artista la intende. Ascolto musica e la suono da quando ero bambino, e l’ho sempre vista come un’espressione della mia personalità. Preferisco senza dubbio questa direzione di pensiero. 
 
I Creeper sono nati circa due anni fa, nel 2014, e da allora il vostro percorso è in ascesa. Avete negli anni ottenuto un grande successo. Giusto per fare qualche esempio: avete suonato al Download Festival e per il tour del vostro secondo EP avete condiviso il palco con i Misfits. Tra l'altro siete tutti giovanissimi! Vi sentite particolarmente fortunato o questo è il risultato di tutti i vostri sforzi? 

Tutti i membri della band suonavano già in altri gruppi prima che i Creeper nascessero e perciò tutti noi conoscevamo già la sensazione di non ricevere una certa “considerazione”. Sappiamo cosa significa quando nessuno si interessa alla tua musica e perciò sappiamo cosa vuol dire ottenere dei risultati. Non diamo mai niente per scontato. E perciò ringrazio te per darmi la possibilità di fare questa intervista, perché io attraverso te ho la possibilità di comunicare qualcosa, di farmi conoscere. So cosa significa quando qualcuno non ti degna della minima attenzione. Adesso è un periodo fantastico per i Creeper. Con noi le cose sono andate molto velocemente, tanto che spesso non abbiamo avuto nemmeno il tempo di pensarci. Ma quando guardi indietro, ci pensi e rifletti. Sicuramente siamo stati fortunati, molto. Personalmente mi reputo davvero molto ma molto fortunato, amo esibirmi, amo cantare, amo stare con i miei amici che sono i miei compagni di band. Sì, sono decisamente fortunato. Quello che facciamo adesso è cavalcare l’onda. 

Da quando avete pubblicato il vostro secondo EP siete sotto contratto con un'etichetta molto importante, la Roadrunner Records. Cosa pensi i Creeper possano imparare dai vostri compani di etichetta? 

Questa sì che è una domanda interessante. Posso dirti che una persona che apprezzo molto è Corey Taylor e il suo modo di gestire il pubblico. Giuro, è impressionante. Una volta siamo usciti con i Trivium, e chiacchierare con loro è stato davvero interessante. Credo che la famiglia Roadrecords sia una grande famiglia, e penso sia possibile imparare davvero tanto dai grandi artisti che la compongono. In primo luogo, le cose più “pratiche” come ad esempio acquistare maggiore sicurezza sul palco, come gestire i grandi show, esibirsi in modo tale da coinvolgere le persone. Penso che possiamo davvero imparare molto da molti. Cerchiamo sempre di apprendere qualcosa dalle band con cui suoniamo, come abbiamo fatto con i Misfits.

Al giorno d'oggi il rock è sicuramente meno "apparicente" rispetto agli anni 90. Pensi che il trucco possa aggiungere qualcosa alla tua musica? 


Assolutamente! E adoro truccarmi ogni giorno! Però effettivamente adesso non lo sono, cosa che potrebbe contraddirmi… (ride, ndr.). Ci piace molto truccarci, per ogni show e in ogni posto dove ci esibiamo; generalmente lo facciamo nei bagni, visto che non sempre c’è un camerino o ci sono specchi e lavandini nel camerino. Però lo ammetto, non è semplice tra sbavature di ombretto e robe del genere (ride, ndr.). Penso sia davvero una figata, mi piace molto, mi piace travestirmi, mi piace il glam rock, poi mi piace David Bowie quindi con questo ho detto tutto. Ho sempre voluto essere in una band che facesse cose del genere. I Creeper sono glam rock, sono punk rock, cose che forse negli ultimi tempi sono state un po’ messe da parte. Penso che il make up possa essere un qualcosa di più, le cose in genere sono noiose, questo le rende più divertenti, no? 


Dalla tua esperienza: è più entusiasmante suonare come headliner per piccoli concerti o suonare come supporter per grandi nomi in concerti enormi? 

Sono due cose completamente diverse. Ovviamente nei grandi show avverti un pubblico molto potente, molto entusiasta e io mi rivedo nelle persone perché quelle persone sono anche me quando vado ai concerti. Quando andavo a scuola, saltavo giorni e giorni di lezioni per concerti. D’altro canto anche i piccoli show sprigionano una certa potenza, in un altro senso. C’è un sentimento fortissimo che pervade l’aria. Nei piccoli show avverti una certa intimità, nei grandi invece a volte capita che con tutte quelle luci non vedi le facce delle persone che ti stanno ascoltando. Sono due sfide diverse, due esperienze diverse.
 
Ok Will, grazie molto del tuo tempo, questa purtroppo era l’ultima domanda. Vuoi lasciare un messaggio ai tuoi fan e ai nostri lettori?

Grazie infinitamente del vostro supporto. Questa è la seconda volta in Italia e avverto un forte legame con il pubblico italiano. Prometto di tornare l’anno prossimo nel vostro bellissimo paese per suonare le canzoni del nostro nuovo album che sarà pubblicato il 24 marzo. Spero di rincontravi presto!



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