Gregorian (Frank Peterson)
Siamo giunti infine al decimo e ultimo capitolo che chiude la lunga saga "Masters Of Chant" dei Gregorian. Per l'occasione ne abbiamo parlato con il padre fondatore dell'intero progetto, il mastermind Frank Peterson.
Articolo a cura di Giulio Beneventi - Pubblicata in data: 01/12/15

Ciao Frank, è un piacere averti sulle pagine di SpazioRock. Come te la passi?

 

Molto bene, grazie!

 

Siamo arrivati infine al capitolo finale che chiude la saga di Masters Of Chant. Potresti gentilmente fare una veloce presentazione?

 

Certo. Il Final Chapter è sempre molto fedele alla serie, con reinterpretazioni di grandi canzoni degli ultimi quarant'anni della musica pop e rock che vanno dai Beatles fino a Rihanna.

 

Cosa distingue questo album dai suoi predecessori?

 

Niente in particolare, abbiamo sempre seguito la solita formula... ma siccome è l'ultimo episodio della serie Masters Of Chant abbiamo realizzato anche un paio di composizioni di "addio".


E come hai scelto le canzoni da reinterpretare? Hai usato un criterio particolare?

 

La questione è molto semplice ma delicata. Devo amare la canzone per poterla scegliere, deve avere una qualche sorta di significato intimo per me... è difficile da spiegare, ma non c'è un motivo in particolare dietro alla mia scelta mi spinge a scegliere una canzone nello specifico a discapito di altre, se non per il fatto che mi comunica qualcosa.


Quindi questa è davvero la fine della lunga saga? Ti prenderai una pausa dal progetto, dopo questi 15 anni?

 

Non ne sono sicuro. L'industria musicale è molto cambiata negli ultimi anni ed è diventato terribilmente difficile poter lavorare in modo efficiente quando hai otto artisti e una band che registra e viaggia. Negli ultimi tempi ho dovuto mettere in secondo piano i Gregorian e non posso più permettermelo per tanto... allo stesso tempo non voglio fare compromessi che possano inficiare la qualità del nostro album o l'ambito on stage.

Sebbene stiamo ancora suonando per migliaia di persone in giro per tutta l'Europa e producendo album da top ten... i giorni attuali per musicisti, artisti e produttori sono estremamente duri.


I Gregorian comunque hanno tuttora milioni di fans. Secondo te, qual è la ragione principale del vostro successo?

 

Semplicemente amiamo quello che facciamo e credo si possa notare nei nostri spettacoli. Come ho detto prima, noi non scendiamo ad alcun compromesso e organizziamo sempre spettacoli e album sfarzosi. Inoltre, quello che facciamo è pressoché unico e molto difficile da copiare, ai nostri livelli.


E come ti immagini l'ascoltatore medio dei Gregorian?

 

Il tipico ascoltatore dei Gregorian ha un gusto distinto, è splendido, felice, sicuro, intelligente e sexy e si gode la vita al massimo. Lo so per esperienza (ride, ndr).

 

Nel 1999 ti immaginavi in qualche modo che i Gregorian sarebbero durati per così tanto? Ripensando al tempo passato, quale pensi che sia il significato più intimo di questo lungo viaggio?

Nel 1999 non pensavo ai 16 anni a venire. Quando misi insieme le tracce per il primo album sapevo che era un'operazione che poteva andare avanti per sempre... è stato veramente difficile mettermi d'accordo con me stesso e scegliere quali canzoni -tra le centinaia che avevo nella mia lista di papabili per i Gregorian- sarebbero infine dovute finire sul primo disco.
Le possibilità sembravano infinite... e poi, quando cominciammo a tirar fuori album legati da particolari temi ("Dark Side" con tracce metal, "Christmas Chants" e "Winter Chants" con musica stagionale, "Epic Chants" con musiche tratte da famose pellicole) realizzai che potevamo continuare con molti altri concetti. Ma ora, che abbiamo registrato più di 250 tracce su 17 album e 8 o 9 DVD in appena 16 anni, sento che è arrivato il momento di fermarci... o comunque di prenderci una lunga pausa per poter fare qualcos'altro. Inoltre, Carsten Heusmann, un adorabile e insostituibile membro della nostra squadra si è ammalato gravemente proprio mentre stavamo chiudendo le registrazioni ed è mancato lo scorso weekend... Quindi adesso non ci penso neanche a continuare a produrre album se non cambia qualcosa.

 

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Ricordo di aver sentito un disco fatto interamente di canzoni dei Beatles rifatte in stile gregoriano. Nulla di che, ma in generale devo dire che era una formula che affascina... Sono rimasto poi decisamente colpito dalla tua versione di "For No One" in "Masters Of Chant Chapter IV" (e anche la versione di "Imagine", anche se è di Lennon solista). E adesso dal nuovo rifacimento di "In My life" su questo capitolo finale penso sia riuscito allo stesso modo. I Fab Four sono dei soggetti decisamente idonei (anche) per questo tipo di trasposizione, non trovi?


Hmmm... si, hanno un catalogo sterminato e sicuramente ci sono molte altre canzoni che avremmo potuto fare del loro repertorio. L'album a cui ti riferisci comunque è una versione copia-e-incolla dei Gregorian. Non mi è mai piaciuta l'idea di dedicare un intero nostro album ad un solo artista. Mi sembra decisamente unidimensionale e architettato.

 

Sei un fan dei Beatles? Hai incontrato qualcuno della leggendaria band di Liverpool?

 

Certo che lo sono...! Come potrei non esserlo? La maggior parte dei compositori e cantanti lo sono. Erano dei geni. Uno dei motivi per cui sono sempre stato riluttante a reinterpretare i Beatles o gli Abba con i Gregorian è perché l'ho ritenevo in qualche modo un sacrilegio: voglio dire, come puoi riadattare qualcosa che è già perfetta?
Le due canzoni invece da te menzionate che abbiamo invece registrato mi sono sempre sembrate in qualche modo inconcluse, in particolare l'arrangiamento di "In My Life" che non rende giustizia a quella fantastica composizione... e qui rischio seriamente di essere blasfemo, ma forse è soltanto che quel giorno non erano particolarmente in forma quando erano in sala registrazioni... 

 

Comunque, vediamo qualche mio collegamento con i Beatles:
- mio padre li vide dal vivo moltissime volte quando suonavano allo Star Club di Amburgo
- nel mio studio ho un pianoforte che è stato usato proprio da John e Paul
- Il mio primo Nemo Studio si trovava in un sotterraneo dell'ufficio della città amburghese dove i Beatles vennero scritturati dal loro primo produttore Bert Kaempfert 
- Ho visto Ringo Starr e Paul McCartney dal vivo un paio di volte
- Ho registrato moltissime volte ad Abbey Road
- Il nostro ingegnere del suono John Timperly ha lavorato con Paul sui suoi album classici e ha sempre cercato di farci incontrare

 

Più in generale, in tutti questi anni quali sono per te le migliori reinterpretazioni che hai firmato e che rappresentano lo spirito più intimo dei Gregorian? Secondo me, "Whiter Shade Of Pale" e "Child In Time", che ho davvero apprezzato...

 

Ti ringrazio molto! Penso che abbiamo raggiunto il nostro spirito più intimo con molte canzoni. Nel nuovo album, "Cry Softly", "Angel" e "Strong" sembra che siano state scritte centinaia di anni fa proprio per il canto gregoriano... o almeno, spero che sia così. (ride, ndr)


In carriera hai lavorato con molti grandi musicisti. Qualche aneddoto interessante da raccontarci?


No... quello che succede in studio, rimane nello studio!! (ride, ndr)

Ma posso raccontarti questa breve storiella: quando registrammo le parti vocali dell'ultimo album dei Gregorian, cominciammo con la canzone title-tack, "Masters Of Chant". Il leader del coro lesse male, fraintendendo il titolo in "Bastards of Chant" e la cantò proprio così nel coro. Molti si rotolarono per terra dal ridere.

 

Ti confesso che è leggermente strano ascoltare una versione gregoriana di "Losing My ReligionW, "The Unforgiven" o "Blasphemous Rumours". Devo chiedertelo: sei credente?

 

No, agnostico.

 

E posso chiederti qual è stato il responso della Chiesa quando avete avviato i Gregorian?


E' sempre stato positivo. Abbiamo anche suonato in Israele qualche anno fa in occasione della visita del papa. E abbiamo fatto più di un centinaio di concerti in molte chiese europee.


Se dovessi definire la tua musica con un solo aggettivo, quale sceglieresti?


Lenitivo.

 

E' programmato per marzo il grande tour finale. Che cosa dobbiamo aspettarci?


Che faremo del nostro meglio per intrattenere gli spettatori almeno per due ore nel migliore dei modi. Non abbiamo mai fatto uno show senza ricevere una standing ovation alla fine... e il mio obbiettivo è mantenere questa prassi fino alla fine, chiudendo "Masters Of Chant" in grande stile e con il botto.


Ultima domanda, per concludere: c'è un posto in cui sogni di suonare? Hai già suonato al Vaticano, vero?


No, ero lì con Sarah Brightman... ma suonarci con I Gregorian sarebbe sul serio un sogno che diviene realtà. Mi piacerebbe anche fare un concerto a piazza San Marco a Venezia. La Royal Albert Hall di Londra o l'Olympia di Parigi rimangono comunque in cima alla mia lista dei desideri.

 

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