Graveyard (Truls Morck)
Per chi fosse in vena di un viaggio indietro nel tempo, per l'esattezza a quegli inimitabili anni '70 che, a distanza di generazioni ancora continuano a ispirare la musica dei nostri giorni, l'appuntamento è a fine settembre a Bologna e a Mezzago (MI) rispettivamente il 28 e il 29, con gli svedesi Graveyard, freschi di pubblicazione del loro "Peace".

 

Articolo a cura di Costanza Colombo - Pubblicata in data: 09/06/18
Si ringrazia Federico Barusolo per la collaborazione
 
 
Salve Truls e benvenuto su SpazioRock. Andiamo dritti al sodo: "It Ain't Over Yet". Titolo ed energia della vostra opener sembrano già una discreta dichiarazione di intenti da parte vostra. Eppure la band se l'è vista brutta non troppo tempo fa... hai mai avuto paura che i Graveyard fossero arrivati al capolinea?
 

Si, quando il nostro batterista lasciò la band onestamente credevamo che non avremmo potuto proseguire. Non sapevamo nemmeno se volessimo. Eravamo esauriti e drenati a livello di energie a causa della vita on the road. Inoltre eravamo reduci da un lungo periodo di tensioni interne e problemi personali con cui eravamo costretti a fare i conti ogni giorno pur di non interrompere il tour. Tutto questo naturalmente ci esasperò al punto da togliere il divertimento a quello che stavamo facendo. Dopo la separazione da Axel allora ognuno prese la sua strada per qualche mese e in quel periodo io stesso pensavo che forse fossimo arrivati alla fine...

 

E chi è stato a dare lo stimolo necessario a riportare i Graveyard in pista?

 

Diciamo che dopo un po' Joakim, Jonathan ed io ci incontrammo e parlammo di come ci sentissimo a riguardo. Realizzammo che nel frattempo la voglia di metterci in moto era tornata ma non avevamo idea di dove trovare un nuovo batterista. Prendemmo in considerazione alcuni nomi, ma non è facile far musica e vivere on the road con la band se non c'è un forte legame d'amicizia alla base, a fare da legante. Avevamo bisogno non solo di un bravo batterista ma anche di qualcuno con cui fosse facile vivere su un tour bus. Col nuovo batterista e arrivò un'iniezione di nuove energie e di voglia di tornare a suonare... eravamo molto più ispirati a provare nuovo materiale.

 

Si sente da quanto il sound di questa vostra nuova release sia più vivace.

 

Si, concordo. Avevamo bisogno di ravvivare anche i nostri show e renderli più divertenti.

 

graveyard2018bOskar (il nuovo batterista, ndr.) era comunque qualcuno che conoscevi già da tempo...

 

Sì, siamo amici di vecchia data, da quando eravamo sedicenni, e lo stesso vale per Joachim. Inoltre io e Oscar avevamo già suonato insieme in vari progetti negli anni. Inizialmente non lo presi in considerazione perché temevo che forse fossimo troppo legati a livello personale ma poi invece realizzai che fosse proprio la soluzione ideale e lo proposi agli altri ragazzi che accettarono.

 

Nel periodo in cui eravate in stand by hai mai preso in considerazione di cambiare vita e trovare un'alternativa alla tua carriera musicale?

 

No, non avrei comunque mai rinunciato alla musica personalmente. Avrei sempre potuto portare avanti la mia carriera solista o fondato un'altra band.

 

Ci sono novità anche sul fronte solista quindi?

 

Sì, vorrei pubblicare presto un nuovo disco, ma non sono interessato a promuoverlo suonando dal vivo. Preferisco vivere quella dimensione con i Graveyard.

 

Tornando a "Peace", trovo che sia ben radicato negli anni '70 non soltanto dal punto di vista musicale ma anche per questa idea che la musica e il rock possano fare la differenza, fungendo da lingua universale con cui far leva per migliorare la società in cui viviamo. Sei d'accordo?

 

Credo, sì, che la musica sia una lingua universale, ma riguardo al cambiare la società... non è quello il nostro scopo. Quanto ci prefiggiamo è connettere le persone, trasmettere loro un'energia che possano condividere. Poi cosa vogliano farci di questa carica, è affar loro, sono liberi di metterla a frutto come preferiscano. Magari qualcuno farà davvero qualcosa di socialmente utile...

 

E chi credi sia stato il più importante ambasciatore della Pace in musica?

 

Neil Young è un buon esempio. E' qualcuno che ha vissuto gli anni '60 e non ha mai smesso di credere in quell'ideale del "peace & love". E' ancora là fuori cercando di sensibilizzare la gente in merito. Amo la sua musica ma non sono un gran fan della musica politicamente impegnata. Preferisco quella più legata alla sfera emotiva.

 

A tal proposito volevo appunto citare Young visto che una delle vostre nuove tracce "Bird Of Paradise" è evidentemente un tributo al suo stile. Quale è la canzone che preferisci del suo repertorio?

 

Difficile dirlo! Sono troppe. Direi che prediligo il suo primo lavoro solista. Non è certo uno dei suoi dischi più celebri, ma per me è speciale, attinge a emozioni davvero particolari.

 
Ho trovato curioso il contrasto tra il titolo "Sign Of Peace" e il fatto che in realtà sia la traccia dal sound più heavy, Black Sabbath oriented direi...

 

Sì. è qualcosa che abbiamo scritto di pancia. Se ci pensi non può esserci pace senza essere consapevoli del proprio lato oscuro.

 

E quale sarebbe la canzone più oscura che che hai mai sentito?

 

Liricamente risponderei le tutte le tracce di "Tonight's the Night" di Neil Young, ma naturalmente la più heavy per me è proprio "Black Sabbath".

 

Di "Peace" ho apprezzato molto anche l'artwork. Chi è la figura che troneggia al centro della fontana?

 

Adoro il nuovo artwork, proprio grazie a quel personaggio ammantato di mistero. E' il narratore dell'intero album. E' colui da cui hanno origine tutte le storie narrate dai testi. Storie che prendono vita e si svolgono in questo panorama onirico e surreale.

 

truls_morckHo notato che c'è pure un pezzetto di batteria a mollo... immagino non sia un caso...

 

Già (ride, ndr.), è proprio il design della batteria del nostro precedente batterista...

 

E poi c'è la batteria, stavolta elettrica. Elemento presente anche nel video di "Please Don't". E' forse un simbolo con un significato speciale per voi?

 

Sì, è un riferimento alle nostre rinate energie. A una sorta di nuova fonte di potenza.

 

Immagino che girare il video di cui sopra sia stato divertente... e particolare. Qual è stata la cosa più strana avvenuta durante le riprese?

 

Lo abbiamo girato in un ristorante che aveva già questo strano feeling. Prima di iniziare abbiamo mangiato qualcosa là conoscendo il personale. Interessante esperienza! La location è stata selezionata dal regista. L'abbiamo scoperto online non per video musicali bensì per altri suoi video a stampo pubblicitario e ne abbiamo apprezzato il senso dell'umorismo. Lo abbiamo quindi contattato facendogli ascoltare la canzone e offrendogli carta bianca. Lui ha risposto con una proposta che ci rispecchia molto. E' uno di quei casi in cui coinvolgi un altro artista e hai da fidarti di lui, lasciandogli la libertà d'espressione necessaria a farlo lavorare al meglio. E' un bel rischio, ma di solito ne vale la pena!

 

Come ultima domanda vorrei chiederti qual è la traccia di "Peace" che non vedi l'ora di suonare dal vivo a settembre di fronte ai tuoi fan italiani...

 

Sicuramente "It's Aint Over Yet" dato che contiene una parte di improvvisazione che abbiamo intenzione di riproporre anche dal vivo con una jam che si baserà sul mood della serata, non soltanto nostro, ma anche quello che ci verrà restituito dal pubblico.

 

Grazie per l'intervista, c'è qualcosa che vorresti aggiungere prima di salutarci?

 

Certo: peace! (ride, ndr.)




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