Guano Padano (Asso, Danilo, Zeno)
Dalla pianura padana un approfondito sguardo sulla cultura americana: i Guano Padano ci raccontano la loro mission e le radici del loro folk metropolitano!
Articolo a cura di Giulia Franceschini - Pubblicata in data: 02/12/14

Ciao ragazzi, benvenuti sulle pagine di SpazioRock. Con "Americana" arrivate al vostro terzo album in carriera. Che aspettative nutrite per questa nuova pubblicazione? Come giudicate il vostro percorso musicale fino ad ora?

 

(Danilo) Ciao! La nostra aspettativa con "Americana" è, come si potrà immaginare, delle più alte, dato che oramai siamo al terzo album in 5 anni di attività. Quest'ultimo lavoro segue un percorso intenso fatto di "sudori" da studio e da autogrill e palcoscenici. E visto a lavoro ultimato, "Americana" può sembrare per noi il punto di arrivo di una sorta di trilogia immaginaria, dato che il filo conduttore musicale tra i tre dischi fin'ora realizzati è forte. Sicuramente quest'ultimo album sviluppa, in maniera più matura e, per così dire, rodata, il germe musicale che era già presente nelprimo disco. Dal punto di vista musicale i nostri percorsi e le nostre sfumature musicali, compositive e performanti restano logicamente ed emotivamente collegate tra loro, anche se "Americana" ha in più rispetto agli altri una forte struttura tematica che lega i brani. Siamo molto contenti di questo disco, per cui ci aspettiamo di poterlo presentare in giro un pò ovunque in Europa e negli Stati Uniti, dove siamo presenti discograficamente con 3 pubblicazioni con etichette statunitensi (Important Records e Ipecac).

 

Come motivereste una pubblicazione di questo tipo in questo momento? Pensate che ci siano delle affinità di contesto storico-sociale tra il periodo della pubblicazione dell'antologia Americana di Montale, Pavese & co. e quello attuale?

 

(Danilo) In tutti i periodi, compreso quello attuale, l'America, non come mito, ma come input socio-culturale e per noi anche musicale, risulta tanto radicata e radicante quanto fertile e propositiva. L'America, in tutti i tempi, è sempre stata la spremuta che verrebbe fuori se immaginassimo il mondo come un agrume,  e lo è tutt'ora. Con riferimento all'antologia di Vittorini troviamo, nel nostro lavoro, una sorta di continuità, anche se su un piano artistico differente, attraverso la musica è come se "traducessimo" in maniera creativa e filtrata dal nostro essere italiani (proprio come Vittorini & co.) le suggestioni che abbiamo noi di quel territorio, però con un ponte che esiste da sempre tra Italia e America, come una palla che rimbalza da una parte all'altra portandosi il terriccio che raccoglie man mano.

 

In che modo vi siete approcciati ai letterati americani che avete citato come vostre influenze? In che modo pensate sia ravvisabile la loro impronta sulla vostra musica?

 

(Zeno) Ci siamo avvicinati a loro, per questo disco, attraverso il progetto tematico cucito su di noi da Nicoletta Montella (che si è occupata, fin'ora, principalmente di filologia medievale) che ci conosce bene e da anni. E l'approccio è stato quello più immediato di lettori, affascinati e incantati dai mondi che le parole di quegli autori disegnavano sulla carta e, soprattutto, dal modo in cui quei loro libri arrivarono in Italia, principalmente grazie a Pavese e Vittorini. L'immaginario di alcuni di loro era già presente nelle nostre composizioni precedenti, ma stavolta abbiamo voluto creare un progetto unitario e ben decifrabile. Ognuno di noi è il frutto di ascolti, visioni e letture varie e molteplici: il percorso di "Americana" è stato uno dei percorsi possibili nato da una delle nostre passioni.

 

 

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Musicalmente, invece, da chi prendete ispirazione? Attingete dalla cultura americana anche per quanto riguarda le vostre influenze musicali, oltre che letterarie? A che artisti contemporanei fate riferimento?

(Asso) Siamo tre musicisti con una formazione musicale molto diversa uno dall'altro. Io nasco con la testa immersa nel country/folk d'inizio secolo mentre Zeno e Danilo sono più orientati nel circuito del jazz d'avanguardia. Come Guano Padano non abbiamo riferimenti precisi dai quali attingere, siamo davvero onnivori, ma tra i viventi potremmo sicuramente citare: Ennio Morricone, John Zorn, Ry Cooder, Bill Frisell, Marc Ribot, Brian Eno, Beck, Bob Dylan, Daniel Lanois etc etc...

 

Da dove avete attinto per la vostra copertina? Cosa vi ha portato a scegliere questa particolare foto?

 

(Zeno) Originariamente avevamo scelto una bellissima foto di Walker Evans ma dal momento che i permessi per utilizzarla tardavano ad arrivare abbiamo iniziato a cercare un'alternativa valida, fino a quando ci siamo felicemente imbattuti nella foto di Dorothea Lange, una delle tante inserite da Vittorini nella sua antologia "Americana". Anche la Lange, come Evans, aveva girato gli Stati Uniti documentando la vita rurale post depressione del '29, finanziata dal Ministero dell'Agricoltura americano. A nostro avviso quella sua foto rappresenta perfettamente l'immaginario presente nel nostro disco.

 

Tra gli ospiti è presente Mark Orton, autore della colonna sonora di "Nebraska", film vincitore di una palma d'oro. Com'è stata, come esperienza, questa collaborazione? Ci sono anche delle influenze cinematografiche nella vostra musica?

 

(Zeno) Sicuramente l'immaginario cinematografico è presente nella nostra musica, anzi ci piacerebbe un giorno lavorare proprio in quel campo. Per quanto riguarda Mark Orton è stata una mia idea quella di coinvolgerlo perché sentivo che sarebbe stato perfetto per "Black Boy". Io e Mark ciconosciamo da molti anni e qualche anno fa ho avuto il piacere di partecipare alla registrazione di un suo disco, registrato a Portland, che spero uscirà al più presto. Non è escluso che in futuro non si riesca ad organizzare un tour con lui come ospite, ne stiamo già parlando...

 

Qual è la vostra "mission" come band? State cercando di offrire una visione dell'America ad uno dei popoli a lei più vicini? Quali parole scegliereste se doveste descrivere il vostro sound?

 

(Asso) Qualcuno in passato ci ha definito come il gruppo che ha forgiato il nuovo sound della pianura, oggi ci definiscono come gruppo "folk metropolitano", sono definizioni che ci piacciono. Riuscire a vivere di musica, coltivare a fondo i propri progetti e riuscire a portarli in più luoghi possibile (di questi tempi...!): tutto questo è la nostra vera missione.

 

 

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E' inevitabile chiedervelo: come siete arrivati a questo nome per la band?

 

(Zeno) Il guano è costituito dagli escrementi degli uccelli marini ma è noto soprattutto per essere uno dei più potenti concimi organici. Padano invece si riferisce all'area geografica in cui viviamo, una tra le più inquinate e sfruttate del mondo. Parafrasando De André che diceva: "dai diamanti non nasce niente, dal letame nascono i fiori", ci piaceva l'idea di dimostrare che anche in un luogo non propriamente idilliaco come questo, qualcosa di buono potesse crescere. E poi, senza dubbio ci piaceva l'accostamento delle due parole anche come divertissement demenziale. Sicuramente è un nome che divide parecchio: alcuni lo trovano geniale, altri disgustoso. Di sicuro resta impresso, per cui a noi va più che bene!.

 

Siete attivi già da cinque anni: c'è qualche aneddoto che vi piace raccontare, che è stato fondamentale per la vostra carriera?

 

(Danilo) L'aneddoto che racconto spesso, fondamentale per la nascita stessa del gruppo, è quello di quando ci siamo incontrati la prima volta per una sorta di "sillogismo" (io conoscevo Zeno, Zeno conosceva Asso, e quindi...), per una session musicale e scambi di curiosità nello studio di Asso vicino a Brescia, dove tutt'ora registriamo. Per caso Asso posizionò dei microfoni e cominciammo ad improvvisare, divertiti e compiaciuti. Due estratti di quell'improvvisazione estemporanea sono poi finiti senza alcun tipo di editing, esattamente come suonati in quella jam, nel nostro primo disco! Senza pensarla prima a tavolino, senza decidere cosa fare: ci guardammo in faccia e ci dicemmo "Cazzo, siamo un gruppo!".

 

Quali sono i vostri piani attuali e futuri? Come sta andando la vostra attività dal vivo?

 

(Asso) Essendo tutti molto impegnati con altri progetti per il momento vorremmo concentrarci sulla possibilita' di suonare dal vivo il più possibile questo disco, sia in Italia che all'estero. Crediamo molto a questo progetto e abbiamo ancora molta gente da incontrare.

 

Con questa è tutto, ragazzi. Vorreste lasciare un messaggio per i nostri lettori e i vostri fan in ascolto?

 

(Asso) Siamo contenti che la vostra Webzine, con questo nome, abbia finalmente trovato un posto per noi nel mondo del rock! Non aspettavamo altro...! Grazie, alla prossima!




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