Shearwater (Jonathan Meiburg)
Atteso con i suoi Shearwater a Milano il prossimo 8 maggio, Jonathan Meiburg ci racconta le ispirazioni del suo intimo e magico sound, le sue idee sul mondo naturale, le esperienze maturate nella sua lunga carriera.
Articolo a cura di Riccardo Coppola - Pubblicata in data: 26/04/14

Il vostro ultimo album, "Fellow Travelers", è un'originale collezione di cover di svariati artisti con cui avete condiviso il palco. Come ti è venuta l'idea di realizzare un album di questo tipo?

 

Bè, volevo realizzare un tributo per tutte la grandi band con cui abbiamo suonato nel corso degli anni, e volevo anche creare una testimonianza del nostro percorso. Ho pensato che sarebbe stato molto divertente provare a realizzare un nuovo disco degli Shearwater che, pur suonando ancora come un disco degli Shearwater, fosse stato fatto da brani di altra gente. E più ci ho lavorato su, più la cosa si faceva divertente. Mi è venuta l'idea di coinvolgere nella registrazione dell'album gli artisti di cui stavamo realizzando le cover, ma con una regola: nessuno poteva suonare o cantare nelle sue canzoni. Così, molti degli artisti di cui abbiamo realizzato le cover appaiono sull'album, ma in posti diversi, su canzoni di altri artisti, e l'album è venuto fuori come un lavoro di gruppo.

 

Consideri "Fellow Travelers" come un disco per collezionisti, o lo poni sullo stesso piano di tutti gli altri vostri album?

 

E' stato realizzato più velocemente, ed è costato meno degli altri dischi, ma ne sono molto orgoglioso. Credo che sia sullo stesso livello degli altri, ed è stato un buon espediente per tornare in studio dopo un anno di tour per "Animal Joy", e riabituarci a questo processo prima di cominciare a scrivere un nuovo album.

 

Come descriveresti gli Shearwater a qualcuno che non vi ha mai sentito?

 

Direi che usiamo un vasto range di dinamiche e di colori, e che ci piace mettere in musica allo stesso tempo bellezza e bruttezza.

 

shearwater_itw_03La storia degli Shearwater comincia nel 2001, e da allora avete costruito una discografia significativa. Hai raggiunto tutti gli obiettivi che hai pianificato agli inizi?

 

Non saprei dire di preciso cosa ho pianificato agli inizi. Posso dire che sono molto felice di essere ancora in grado di continuare quest'avventura, tredici anni dopo. Detto ciò, credo che non abbiamo ancora scritto il nostro album migliore, penso che ci sia ancora molto da migliorare. Ogni album è una nuova sfida per me, e credo che un giorno ne scriverò uno veramente bello.



C'è qualche elemento preciso che vorresti aggiungere, qualche miglioria che vorresti apportare alla tua musica?

 

E' difficile da dire, esattamente. Il fatto è che, dato che tu cambi come persona, cambia anche quello che vuoi esprimere nella tua arte... e cambiano anche i cambiamenti che vuoi che faccia! Per questo motivo, il disco che mi soddisfa adesso potrebbe non essere il disco che mi ha soddisfatto cinque anni fa. Posso dirti che il nuovo album su cui stiamo lavorando è più selvaggio, non è come i nostri lavori precedenti. Ha un'energia e una sorta d'oscurità che sono nuove per noi. E sono molto curioso di vedere dove ci porterà questa nuova direzione.


State seguendo la strada che avete intrapreso con "Animal Joy", che aveva un sound più "rock" dei precedenti album?

 

Come ho detto, questo qua è più rumoroso, ma non credo sia convenzionale come "Animal Joy". Quando torno ad ascoltare "Animal Joy", mi sembra un disco con cui giocavo molto sul sicuro. Con il nuovo album non ho la stessa sensazione.


E per quanto riguarda gli elementi folk, che sono sempre stati presenti nella vostra musica?

 

Questa componente non se n'è mai andata via completamente, ma voglio trovare nuovi modi di lavorare con essa, cose che non abbiamo mai provato prima. Ci saranno alcuni strumenti acustici sul disco, e questo tipo di cose, non saremo mai una band completamente elettronica o cose del genere. Ma vorrei ricostruire il 1980, dal punto di vista sonoro ed emozionale. Credo che il 1980 fosse un periodo molto interessante, con un gran numero di paralleli col mondo in cui viviamo adesso.


Puoi dirmi di più su questi elementi degli anni '80 che vorresti ricreare?

 

Guarda, non direi proprio gli anni '80, ma intendevo con precisione il 1980. Perché era appena prima che una serie di elementi cominciassero a prendere il sopravvento nella produzione musicale, che la scrittura diventasse meccanica, e che la musica cominciasse a essere orribile. Ma nel 1980 la tecnologia nascente portava con se svariate promesse: nessuno sapeva cosa stava per succedere esattamente, ma tutti sapevano che le cose stavano per cambiare. Credo che stiamo sperimentando pressioni di questo tipo anche di questi tempi. Per il nuovo disco, sto rispolverando cose come primi campionatori, e sintetizzatori analogici: c'era questa nuova tecnologia che stava sbocciando nella musica, ed era veramente affascinante. Ci sono molti capolavori che sono stati pubblicati in quell'anno, come "Scary Monsters" di David Bowie, Peter Gabriel III, o "Remain In Light" dei Talking Heads... questo è il tipo di disco ibrido che veniva creato in quel periodo, ed è anche l'energia che vogliamo esplorare nel nostro nuovo album.


Quindi secondo te il decennio successivo ha tradito le aspettative positive che c'erano nel 1980.

 

Non del tutto, ma sicuramente la musica pop si è imbarcata in un cammino solitario, che adesso sembra abbastanza incomprensibile, per un bel po' di tempo. Stavo parlando proprio ieri con qualcuno della Yamaha X7, quella tastiera che era praticamente ovunque, e che aveva un suono orrendo. Se ci fai caso, anche con tutti quei revival di band anni '80 che ci sono stati negli ultimi anni, nessuno ha provato a rispolverare la DX7. E' stata completamente ripudiata!

 

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Cosa ti ha fatto entrare nel mondo della musica? Secondo te, quali sono i lati migliori e peggiori dell'essere un musicista?

 

Di sicuro non ci sono mai stati troppi soldi in giro e ce ne sono ancora meno adesso, quindi se vuoi fare musica per fare soldi è sicuramente la motivazione sbagliata. Ma d'altro canto c'è molta libertà di questi tempi, ci sono molte possibilità interessanti per creare il tuo album, la libertà di fare esattamente quello che vuoi dal punto di vista estetico, senza che qualcuno ti dica che cosa devi fare. Anche se la libertà a volte è orribile, perché è anche la libertà di commettere qualsiasi tipo di errore che con una guida al tuo fianco non faresti. Come ho detto, sono felice di poter fare musica ancora oggi, perché non siamo mai stati una grande band, abbiamo sempre avuto un seguito abbastanza contenuto, che adesso però sempra in crescita - lenta, molto lenta, ma comunque in crescita - e il nostro ultimo tour è stato il migliore che abbiamo mai fatto. Ogni tanto qualcuno mi chiede qualche consiglio per chi vuole entrare nel mondo della musica... di solito quello che rispondo è: "Se non sei sicuro al 100% che la musica è l'unica cosa che vuoi davvero fare, non farla."


Sei un ornitologo, e hai sempre piazzato uccelli sulle tue copertine, nei tuoi testi, nelle tue canzoni. Cosa rappresentano questi animali nel tuo immaginario?

 

Mi affascina l'intero mondo naturale, non soltanto gli uccelli. Gli uccelli li vedo come messaggeri, mi hanno portato a guardare al mondo naturale con uno sguardo più ampio, più d'insieme. Vivo a New York, vedo uccelli praticamente ogni giorno, e ciascuno di loro mi ricorda che c'è un mondo più grande che vive al di fuori delle cose di cui io mi preoccupo giornalmente. Questo è ciò che rappresentano per me, principalmente: mi ricordano che c'è un mondo vivente a cui tu non interessi, a cui non interessa quello che fai, che è completamente indipendente da te, ma che al tempo stesso è in qualche modo correlato a te, è parte di te. Questo senso di prospettiva è quello che cerco di rievocare nella mia musica, perché credo che sia in questa prospettiva che la nostra vita acquisisca il suo significato.


Dato che gran parte della tua musica è fortemente legata alla natura, come hai detto, ci sono dei posti dove senti di più il legame con essa, dove sei più ispirato a comporre?

 

Non deve essere necessariamente in mezzo alla natura incontaminata. Sì, mi piace andare in posti di questo tipo: immediatamente dopo la fine di questo tour - credo che quella di Milano sia la penultima data - andrò a fare un'escursione in un posto veramente sperduto, un canyon nel Sud Est. Questi luoghi sono ottime fonti d'isipirazione, ti permettono di lasciare vagare la tua mente, e a volte da questi momenti nascono idee che poi puoi mettere in musica. Ma la cosa può accadermi anche quando sono seduto in un posto affollato a New York. Per esempio, mi è venuta in mente una nuova canzone l'altro giorno, camminando per la sesta strada. In generale, ciò che mi ispira è la tensione tra il mondo umano e il mondo naturale, e puoi sentire questa tensione sulla tua pelle praticamente ovunque.


shearwater_itw_05E dal punto di vista dell'ascoltatore: qual è il posto ideale per ascoltare una canzone degli Shearwater?

 

Dipende dal pezzo: per alcune delle canzoni potresti voler essere da solo, in un posto tranquillo, di notte. Credo che, in generale, qualsiasi posto in cui puoi isolarti un po' dal resto del mondo, per immergerti nel sound, sia perfetto.

Quindi non hai ancora pensato a qualche canzone adatta per pogare.

 

No, e purtroppo temo che non abbiamo canzoni che vadano bene per le discoteche!


Puoi confermarmi che il vostro nuovo album uscirà quest'anno? Puoi dirmi qualche dettaglio su di esso?

 

Non uscirà quest'anno, uscirà nei primi mesi del prossimo anno, forse intorno a questo periodo dell'anno prossimo. Speravo di poterlo fare uscire quest'anno, ma ero troppo ottimista, non potevamo riuscirci. Sarà qualcosa di diverso, credo. Avrà lo stesso spirito, le stesse ispirazioni di tutti i dischi degli Shearwater. Ma non sarà una ritirata, non sarà un album come "The Golden Archipelago", "Rook" o "Animal Joy". Sarà qualcosa di diverso, e sto ancora cercando di capire cosa sarà.


Siete stati in tour al fianco di band affermate come Coldplay, Clinic, Dinosaur JR. Cosa avete aggiunto al vostro bagaglio grazie a queste esperienze?

 

I Coldplay realizzano live di una grandezza che non avrei mai potuto immaginare. Non avrei mai immaginato di avere un team così grande che lavori con me, e una produzione così grande, costosa, incredibilmente dettagliata. Ma è stato molto divertente vedergli fare queste cose, e vedere quanto lavoro c'era dietro. Avrebbero potuto lavorare la metà di quanto hanno lavorato, e il pubblico sarebbe stato soddisfatto lo stesso: si impegnavano al massimo per realizzare quello che loro stessi desideravano, e questa cosa mi ha colpito davvero tanto. Sono stati molto gentili con noi, peraltro: ho soltanto cose positive da dire sui Coldplay. I Dinosaur JR sono stati un fantastico promemoria del fatto che devi divertirti quando fai musica. Guardare questi ragazzi suonare è come guardare una band della scuola superiore che sta vivendo la migliore sessione di prove della sua carriera. Sono veramente presi dalla loro musica, veramente felici di trovarsi dove si trovano, scherzano sempre tra una canzone e l'altra. Sono veramente informali, e credo che sia una cosa bellissima. Per quanto riguarda i Clinic: questi ragazzi sono amici da quando erano bambini, e i Clinic sono l'unica band in cui abbiano mai suonato. E' l'unica musica che abbiano mai fatto: non suonano cover, non suonano pezzi di altri artisti. Amo la loro dedizione, la loro devozione al loro sound, alla loro musa. Ammiro veramente questi ragazzi.


Sarete in Italia il mese prossimo: cosa pensate del pubblico italiano? Com'è stata la risposta ai vostri show precedenti?

 

Il pubblico italiano è stato sempre speciale, e la cosa mi ha anche sorpreso: mi ha sempre stupito che qualcuno in Italia ci conoscesse! Abbiamo fatto un live fantastico a Milano, penso tre tour fa, uno splendido a Roma, un altro in una spiaggia che non ricordo dove si trova. L'Italia per noi è sempre uno dei momenti più belli dei nostri tour. E' molto bello poterci tornare, e mi dispiace di non poter tenere in Italia più di una sola data questa volta.


Questa era l'ultima, Jonathan. Vorresti lasciare un messaggio ai nostri lettori o ai tuoi fan?

 

Sicuramente: grazie mille per averci ascoltato e seguito nel corso degli anni. Speriamo di poter continuare a lungo. E per tutti quelli che possono fare un salto e vederci a Milano: per favore fatelo, saremo felici di vedervi!




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