Kenny Wayne Shepherd Band (Kenny Wayne Shepherd)

A due anni dal precedente "Lay On Down", Kenny Wayne Shepherd intraprende un nuovo capitolo della sua carriera artistica con "The Traveler", album per certi aspetti unico rispetto ai precedenti. Tra momenti di riflessione e il racconto degli stili che lo hanno maggiormente influenzato, il bluesman americano racconta il processo che lo ha spinto alla realizzazione del suo nono album in studio.

Articolo a cura di Simone Zangarelli - Pubblicata in data: 30/05/19

Ciao Kenny e benvenuto su SpazioRock. Il tuo nuovo album, "The Traveler", sta per uscire molto presto. Che tipo di viaggio vuoi raccontare con questo disco?


K: è un album blues-rock con molte influenze diverse, è abbastanza variegato, ha tanti sound e trame diverse, e racconta varie storie attraverso le canzoni. L'obiettivo finale è farti fare un viaggio musicale, sai, farti sentire bene semplicemente ascoltandolo.


Durante il percorso che hai fatto in questi anni, cosa è cambiato dalla tua ultima pubblicazione? Qual è la differenza questa volta?


K: Stavolta credo che il sound dell'album sia abbastanza differente. Si possono sentire alcune delle vecchie influenze nelle canzoni, ma se dovessi classificarlo lo metterei più nella categoria "blues-rock". Molte canzoni tipo "Woman Like You", "Long Time Running", "Mr. Soul", "Turn The Stone", sono abbastanza rock e blues. Ma l'obiettivo di questo album è lo stesso di quello precedente, cioè scrivere il disco migliore possibile, magari addirittura il migliore della mia carriera. E inoltre scrivere belle canzoni, raccontare qualche bella storia e suonare delle chitarre ben fatte.

 

Certamente questo disco presenta un'alta dose di chitarre, in pieno stile Kenny Wayne Shepherd, ma quali sono secondo te gli altri punti di forza sui quali dovrebbe concentrarsi l'ascoltatore?

 

K: Innanzitutto, suonare la chitarra con sentimento, tutto il mio approccio si basa su questo, cioè provare a emozionarti anziché stupirti suonando il più veloce possibile con tutti i leak che conosco. Si tratta di suonare nel modo più appropriato per la canzone e ciò che spero è di trasportare emotivamente l'ascoltatore. Ovviamente, sento che nel corso della mia carriera uno dei punti di forza sia stata la scrittura dei brani che finiscono nei miei dischi, cerchiamo di far in modo che escano tracce che crediamo siano le migliori.

 

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Vorrei parlare della cover di "Mr. Soul", che mi è piaciuta molto sia per il groove trascinante, un po' come i primi pezzi dei The Rolling Stones, sia per la dedica ai Buffalo Springfield. Si può dire che questa canzone riassuma le tue influenze come musicista?


K: Sì, ho sempre amato questa canzone e i Buffalo Springfield facevano la versione originale che ho avuto il piacere di suonare con la mia band parallela in cui suona anche Stephen Stills. Ci sono molti motivi per cui ho scelto di rifare questa canzone: l'ho suonata con lui e Neil Young a un evento di beneficienza tre anni fa e suonarla con i ragazzi che l'hanno scritta è stata un'esperienza grandiosa. Ho pensato che potesse essere una bella cosa rendere omaggio alla band che ha contribuito a quell'esperienza registrando questa cover con il mio gruppo.


Abbiamo menzionato tracce come "Woman Like You", "Tailwind" e "I Want You", che sono già state pubblicate e abbastanza diverse fra loro. Sono una rappresentazione dei diversi generi presenti nell'album?

 

K: Tutte le canzoni nel disco, ad eccezione delle due cover, le ho scritte io in modo che potessero funzionare bene dal vivo e potessero entrare a buon diritto nel catalogo dei pezzi che ho composto negli ultimi 30 anni. Ma sai, ci sono alcune cose che puoi sentire in queste canzoni che suonano familiari ma ci sono anche elementi totalmente diversi da ciò che io e la mia band abbiamo fatto. Questo è il punto, non voglio continuare fare lo stesso disco, voglio che ogni album sia diverso e unico e si presenti da solo. Così questo album ha una sua identità ed è basata sul concreto.


Il tuo tour sta proseguendo negli Stati Uniti e toccherà l'Europa con una data speciale in Italia... Stai dividendo il palco con Buddy Guy, Beth Heart e la sua band. Quali sono i tuoi punti in comune con questi due grandi esponenti del blues?


K: Ovviamente il tratto comune è il blues, tutti e tre abbiamo questo tipo di formazione e influenze nella nostra musica. E sai cosa è sorprendente? Il tour con queste band e la mia sta andando benissimo e questo perché abbiamo molti punti in comune, ma i gruppi sono diversi e così la nostra musica. E così puoi assistere a due show diversi nello stesso concerto e non c'è rivalità tra musicisti o cose del genere. È successo lo stesso durante gli altri tour che ho fatto insieme a Buddy. Ci sono abbastanza affinità e comunanza tra le band e per questo funziona così bene.


Di te si legge che sei un chitarrista autodidatta, cosa che mi ha abbastanza sorpreso. Quali sono gli artisti che ti hanno aiutato a sviluppare il tuo stile e la tua tecnica?


K: Be', ovviamente Stevie Ray Vaughan e Jimi Hendrix hanno avuto una grande influenza su di me e anche sulla mia musica ma ci sono un sacco di altri ragazzi: ZZ Top, Duane Allman degli Allman Brothers, Muddy Waters, BB King e Albert King, Albert Collins, Robert Johnson e una lista davvero lunga. Anche John Lee Hooker e Buddy Guy... Ci sono così tanti artisti di cui ho studiato la musica e da ognuno di loro ho preso qualcosa lungo la strada. Impari qualcuno dei loro leak e provi a trovare un modo per suonare quelle cose alla tua maniera, è un buon modo per sviluppare un tuo stile.


Leggendo un po' in giro, troviamo articoli del tipo "gli assoli di chitarra nelle canzoni mainstream sono roba vecchia". Tu cosa ne pensi?


K: Sai, gli assoli di chitarra nella mia carriera, soprattutto all'inizio, sono stati un modo per mostrare chi ero e cosa sapevo fare. Crescendo ho capito che non tutte le canzoni sono un'occasione per dare prova di me stesso, ma oggi li considero, di nuovo, un modo per emozionare le persone attraverso il mio strumento. Suono ciò che è più appropriato per la canzone e non considero più ogni pezzo come se ci dovessi inserire un esteso assolo dove le chitarre corrono e picchiano in testa l'ascoltatore.

 

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E cosa ne pensi della musica odierna?


K: la musica mainstream ha iniziato a distaccarsi dagli assoli di chitarra dalla fine degli anni '90 e ha continuato altrove e quello che credo accadrà fiduciosamente sarà un ritorno a quello stile. Questo perché le persone torneranno indietro. Il pubblico inizia la ricerca quando la musica mainstream comincia a suonare saturata, tutto suona allo stesso modo. Perché c'è una ricetta che qualcuno ha creato del tipo "così si scrive una canzone popolare oggi". Le persone si annoiano e iniziano a cercare altrove per della musica vera e trovano una strada che li riporti ai vecchi generi come il blues, il rock o il classic rock o che altro, e iniziano a riprendere familiarità con la bellezza degli assoli di diversi strumenti che non sentono attualmente in radio. Così ragazzi giovani o band inizieranno a suonare assoli di chitarra, a registrarli e così via e spero che riportino in vita tutto ciò. È già successo prima, tutte queste cose accadono ed è un ciclo e deve fare il suo corso e vedremo cosa accadrà stavolta.


Ok Kenny, grazie per il tuo tempo. Ti piacerebbe lasciare un messaggio ai nostri lettori e ai tuoi fan?


A coloro che stanno leggendo l'intervista e mi hanno appena conosciuto, vi invito ad ascoltare la mia musica. Se vi piace la vera musica, suonata con passione, anima e cuore, penso che amerete ciò che facciamo. E per coloro che ci seguono e ci supportano, sappiate che lo apprezziamo. Sono quasi trent'anni di sostegno da parte loro. Senza i tuoi fan che ti supportano non potresti mai fare ciò che fai.


Sono sicuro che i fan lo comprendono e vi ameranno come hanno sempre fatto. Grazie!




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