One Ok Rock (Taka)
Lo scorso 19 dicembre, l'Alcatraz di Milano ha ospitato i giapponesi One Ok Rock per la loro seconda volta in Italia. Davanti al locale, un nutrito gruppo di fan già in attesa per il concerto saluta calorosamente Taka, che compare per i pochi secondi necessari a raggiungere la stage door dal tour bus. È proprio con lui che abbiamo avuto il piacere di scambiare qualche parola sull'ultima fatica della band e sui progetti futuri.
Articolo a cura di Giulia Franceschini - Pubblicata in data: 07/01/16

Avete pubblicato lo scorso novembre una versione "internazionale" del vostro 35xxxv. Tutti i testi sono stati tradotti in inglese. È stato difficile per te? Non avevi paura di perdere una parte del significato delle canzoni originali traducendole?

 

Sì, è stato molto difficile, sai, le due lingue sono molto diverse. Però ho la fortuna di avere un amico americano. Mi ha aiutato molto, mi insegna sempre tantissime parole nuove, e altre cose. È stato difficile, ma è stato anche bello per me.

 


Il vostro disco è stato prodotto da John Feldmann. Avete già lavorato con lui in passato. Quali ragioni in particolare vi hanno spinto a contattarlo di nuovo?

 

Sì, abbiamo già lavorato con lui in passato. La scorsa volta si è occupato del mixing, non della registrazione vera e propria come invece ha fatto con questo album. L'abbiamo contattato perché ha prodotto molte band negli States, anche la mia band preferita. Poi è davvero bravo, è fantastico, per questo l'abbiamo chiamato.

 


Che significato ha per te il numero che avete scelto come titolo dell'album?

 

Continuavo a vedere il numero trentacinque quando ero negli Stati Uniti. Stavamo registrando, e mi capitava spesso che comparisse questo numero. Ho iniziato a pensare che avesse qualche significato. È diventato una sorta di "segno", per questo l'ho scelto come titolo del disco.

 

 

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Che rapporto avete con i vostri fan al di fuori del Giappone?

 

 

Sono fantastici. Ci sono molti paesi che ancora ci stanno aspettando, dove ancora non siamo stati. Sarà una sorpresa in quel caso. La cosa buona è che la mia musica ha raggiunto il pubblico di altri paesi. Questo mi rende felice.

 


Com'è andato il tour fino ad ora? Avete suonato anche allo Yokohama Stadium davanti a 60.000 persone. Com'è stata questa esperienza?

 

È stato fantastico. Non avevamo mai suonato un posto così grande, come uno stadio. È stato incredibile. Ci piacciono gli show così grandi. Abbiamo in programma untour per il prossimo anno, a proposito! L'anno prossimo ci sarà un tour in Asia, poi probabilmente registreremo qualcosa per il nuovo album, faremo dei festival in Europa, magari.


Non è la prima volta che suonate in Italia, vero? Cosa vi aspettate dal concerto di stasera?

 

No, la seconda. Abbiamo suonato ai Magazzini Generali l'ultima volta, conosciamo già il pubblico italiano e ci piace molto.




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