Phil Campbell And The Bastard Sons (Neil Starr, Todd Campbell)
In attesa della release dell'album di debutto della nuova creatura di Phil Campbell, i Phil Campbell And The Bastard Sons, che avverrà il 26 gennaio via Nuclear Blast, abbiamo raggiunto telefonicamente Todd Campbell e Neil Starr. Leggete cosa è emerso dalle quattro chiacchiere scambiate con loro...
Articolo a cura di Pamela Piccolo - Pubblicata in data: 23/01/18
Ciao ragazzi e benvenuti su SpazioRock!
 
L’ultima volta in cui abbiamo avuto l’occasione di vedervi dal vivo è stato alla Festa Bikers di Bergamo, un evento annuale che combina l’amore per le due ruote unito con una sana dose di rock ‘n’ roll. Come descrivereste la vostra relazione con il pubblico italiano?
 
 
T: È grandiosa, l’Italia è stato uno dei primi paesi in cui abbiamo amato suonare e venire in tour per i festival. Probabilmente il concerto alla Festa Bikers è stato il nostro più grande show come band. Ne conserviamo dei bei ricordi. 

 
Vi abbiamo altresì visto esibirvi sul palco dell’Hellfest. Quali sono stati l’aspetto migliore e peggiore di questa esperienza?

 
N: La mia esperienza preferita riguarda l’aver cantato con il singer degli Ugly Kid Joe, qualcosa che mi sono divertito molto a fare essendone un grande fan. È stato fantastico per me poter cantare con Whitfield Crane. L’esperienza peggiore ha invece avuto a che fare con la mia impossibilità di rimanere per tutto il weekend, dovevo prendere un aereo di ritorno verso casa non molto dopo la nostra esibizione. Sfortunatamente, non ho quindi potuto trascorrere tutto il fine settimana all’Hellfest, che sarebbe stata una grande opportunità. Lo rimpiango... Sai, quel festival è fantastico.

 
Il vostro primo album, “The Age Of Absurdity”, sarà rilasciato il 26 gennaio per Nuclear Blast. L’album è stato registrato in Galles e masterizzato presso i più famosi studi di registrazione: gli Abbey Road Studios. Lo avreste mai immaginato? Cosa potete raccontarci a tal riguardo?

 
N: Siamo dei grandi fan dei The Beatles e tutto quello che ha a che fare con Abbey Road è un’ode a loro. Sfortunatamente non siamo andati agli Abbey Road Studios per i master, è un grande nome e ha un sacco di storia, ma quando il produttore ci ha detto che voleva fare lì i master eravamo contentissimi e ha fatto un lavoro fantastico. Personalmente ci sono stato una volta soltanto per una settimana, sono andato con Romesh, il nostro produttore. Ho assaporato tutta la storia di cui gli Abbey Road Studios trasudano, ho visto i microfoni che hanno utilizzato i The Beatles e tutti i posti più belli… Ho passeggiato e ho scattato fotografie sulle strisce pedonali fermando mezzo al traffico (ride, ndr)
 
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“The Age Of Absurdity” è un titolo particolarmente significativo, soprattutto considerando il periodo storico in cui viviamo. È questa la ragione della vostra scelta? 

 
T: Sì, penso che riassuma e rifletta i tempi che viviamo oggi e penso sia una buona connessione con quest’ultimo periodo. Ha in qualche modo a che fare con il pessimismo e le assurde situazioni che si stanno verificando in tutto il mondo, con i Motörhead e tutto il resto. Il titolo dell’album si adatta al concept dell’artwork che ho ideato. Sono sicuro che la gente amerà il significato nascosto del disco.

 
Le vostre canzoni odorano di puro rock ‘n’ roll. Sono veloci, pesanti, groovy e molto graffianti. Cosa potete dirci del processo compositivo? Vi è una canzone di “The Age Of Absurdity” a cui siete particolarmente legati?

 
N: Sì, volevamo comporre e registrare canzoni che realmente ci piacevano, anche da suonare in sede live. Abbiamo scritto in un modo tale che il sound suonava particolarmente bene prima del mixaggio. Ci siamo divertiti a raccogliere brani per un disco. Una delle mie canzoni preferite dell’album è “Dark Days”, una di quelle su cui mi fermo ogni volta che ascolto l’album. L’abbiamo suonata un paio di volte nel nostro recente tour ed è andata bene, ai fan che erano agli show è piaciuta. Penso che la mia canzone preferita sia quella che sappia sorprendere le persone quando ascoltano l’album aspettandosi di trovare un certo tipo e stile di brano con quell’aspettativa che scaturisce da un pezzo della band di Phil Campbell. Sai, una delle cose migliori che abbiamo sono le influenze differenti, e il blues è una di queste, per questo i pezzi hanno un determinato mood. La band è nuova e siamo al primo album, siamo liberi di scrivere quel che pensiamo sia bello perché non devi necessariamente forzare un particolare sound o stile. Spero che al pubblico piaccia il risultato.

 
Quali sono le vostre influenze musicali fatta eccezione per i Motörhead? 

 
T: Quando ero più giovane ascoltavo il grunge dei Nirvana e altri, mentre crescendo mi sono addentrato al classic rock di band come i Black Sabbath e gli AC/DC. Mi piacciono le chitarre rumorose… 

 
N: Anche a me piace il grunge anni novanta, i Soundgarden e quel genere di band, amo anche artisti come Stevie Wonder. Onestamente mi piace qualsiasi canzone abbia una buona melodia più di qualsiasi altra cosa. Se una canzone ha melodia, il 99% delle volte ti piacerà. Più recentemente mi sono avvicinato al rock più classico per via della band che mi ha aperto gli occhi ad altre cose. Ascolto quello che non andava a casa mia…

T: Gli piacciono anche i Guns n Roses, vero Neil?
N: A te piace il classic rock?
T: Ora sì (ride, ndr)
N: Se il sound è buono ci sono dentro. Ascolto anche i The Beatles e gruppi che non ti aspetteresti necessariamente. Sono definitivamente addentro al rock, il genere numero 1.

 
Chi suona la fisarmonica in “Dark Days”? Penso che essa dia al pezzo una tale attitudine blues, al di là del bellissimo assolo di chitarra, tanto da far risaltare il brano dalla tracklist.

 
T: Sono io nel tentativo di provare a suonare la fisarmonica. Immagino di avere fatto un buon lavoro, ho usato uno specifico microfono e suona molto bene. È una canzone molto difficile, ma naturale nel suo lato blues. Penso suoni e risalti bene all’interno della trackist.

 
La bonus track del disco è “Silver Machine”, cover degli Hawkwind per la quale avete richiesto la partecipazione del cantante e chitarrista Dave Brock. Cosa potete dirci circa questa collaborazione? Chi ha scelto questo brano e per quale motivo?
 
 
T: Penso tra le molte canzoni alle quali abbiamo pensato per un ottimo tributo a Lemmy dopo la sua scomparsa sia “Silver Machine”. Dave Brock è la connessione a Lemmy e quando abbiamo registrato ai Rockfield Studios di Monmouth, nel Galles, con gli Hawkwind ne è uscita una collaborazione davvero spettacolare. Avevamo già comunque suonato questa canzone dal vivo e ci è sembrata una buona idea registrarla. Abbiamo chiesto, pertanto, a Dave Brock se voleva cantare e suonare con noi alla chitarra e lui è stato generoso a dirci sì e a dedicarci il suo tempo. È una commistione della storia di quei tempi, penso lo si possa sentire dal brano e credo che ai fan piacerà molto.
 
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Neil, tu e i Campbell vi conoscete da molto tempo prima che nascesse la band. In che modo questo legame vi ha aiutato nel costruire il gruppo?

 
N: È stato tutto molto semplice perché eravamo amici già prima. Per andare insieme in tour e poter passare tanto tempo insieme in luoghi ristretti come il tour bus devi saper andare oltre altrimenti si verificano problemi. Penso sia molto semplice perché ci conosciamo da moltissimo tempo, coltiviamo anche la passione per la stessa musica, pertanto le sessioni di songwriting sono semplici, ad esempio. Se qualcosa va bene a qualcuno è facile che probabilmente piaccia a qualcun altro all’interno della band. È una band semplice della quale far parte. Tutti vogliono essere il più professionale possibile ed essere coinvolti in qualsiasi faccenda. Ognuno di noi fa musica perché lo diverte farlo, esattamente come dovrebbe essere. Si basa tutto sul godere al 100% di quello che si realizza, scrivere musica, divertirsi e stare bene suonando, prendere qualsiasi cosa arrivi perché non sai mai quale sarà il tuo ultimo concerto. Non sai mai cosa c’è dietro l’angolo, abbiamo il raro privilegio di essere musicisti e di viaggiare per il mondo. La gente pensa che siamo differenti perché coinvolti in faccende diverse, ma non date mai nulla per scontato. Divertitevi!

 
Com’è lavorare con Phil Campbell?

 
N: Per me?

 
Per entrambi…

 
T: (ride, ndr). Per me è normale, è una cosa che ho sempre fatto. Suonavo la chitarra già quando avevo 14 o 15 anni in varie band, questa è una estensione che prosegue. Ho sempre suonato con Dane e i miei fratelli, è come una cosa italiana, c’è un legame familiare, è family business e ritengo sia stupendo.

 
N: Conosco Todd, Tyla e Dane da molto tempo. Per me sono tre bravi ragazzi con cui mi piace creare musica. Phil Campbell è un po’ come un padre per me. È  fantastico  essere con lui nella band. Per quanto mi riguarda è sempre stato pronto a farmi scrivere canzoni, mi ha spronato fino ad essere più coinvolto, ad esempio. Mi ha sempre lasciato libertà e fiducia nel fare quello che ritenevo più giusto, è una bella sensazione. Alcune persone nella sua posizione non si comporterebbero così.

 
T: Penso che mentre nei Motörhead Lemmy era il main guy, qui diciamo tutti la nostra, siamo eguali.

 
Avete già dei piani per un tour europeo a supporto di “The Age Of Absurdity”? 

 
N: Abbiamo già annunciato 3 show in Italia a marzo, forse ce ne sarà un quarto. Amiamo suonare in Italia, in luoghi di cui godere della storia e che possiamo vivere. 

 
Era la nostra ultima domanda, grazie molte per il vostro tempo. Potreste lasciare un messaggio ai vostri fan italiani.

 
N: Speriamo di vedervi, pazzi fan italiani, nel prossimo 2018. Se volete condividere con noi un bicchiere di vino rosso venite a divertivi ai nostri concerti. Ascoltate il nostro album e fateci sapere cosa ne pensate!



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