Sound Storm (Valerio Sbriglione, Elena Crolle, Massimiliano Flak)
In attesa dell'uscita di "Vertigo", la band torinese ci ha svelato nuovi dettagli dell'ambizioso progetto, non solo musicale ma anche visivo, che li vede protagonisti di una nuova dimensione creativa.
Articolo a cura di Marta Scamozzi - Pubblicata in data: 15/11/16

Ciao ragazzi, è un vero piacere darvi il benvenuto su SpazioRock.it dopo quanto ho già potuto sbirciare dietro le quinte del vostro ultimo e visionario progetto. Partiamo proprio dall'impenetrabile mondo incantato appositamente creato da voi quale ambientazione del vostro concept. Perché non introducete i nostri lettori a "Vertigo", magari anche spiegando loro perché è stato chiamato così?


Valerio:
Ciao Marta, grazie averci dato l'opportunità di raccontare che cosa è Vertigo e cogliamo l'occasione per salutare tutti i lettori di SpazioRock. "Vertigo" è un progetto, nato non solo dal punto di vista musicale ma anche cinematografico, nel senso che quando abbiamo iniziato a comporre le musiche avevamo già in mente una storia, un concept, a cui voler rivolgere la massima attenzione anche dal punto di vista visivo. Il significato di "Vertigo" in realtà è duplice: è il nome della città nella quale abbiamo ambientato la nostra storia (primo livello di significato, che possiamo definire "visivo"), ed è anche lo stato d'animo che pervade il nostro protagonista, Gabriel, durante tutta la vicenda. In questo caso parliamo di un secondo livello di significato che possiamo definire "psicologico". Il progetto "Vertigo" è dunque nato per essere un mondo, un' idea che abbiamo sviluppato secondo il nostro gusto sia a livello musicale che cinematografico, inserendo alcuni dettagli pittorici a noi molto graditi, come quello steampunk. Di questo mondo è quindi stato realizzato un album, il terzo della band, e una serie tv/web a cui stiamo lavorando e di cui è già disponibile l'episodio pilota.


Elena: Ciao Marta! Grazie anche da parte mia e di tutta la band per averci coinvolto in quest'intervista! Come diceva Valerio, è la sensazione appunto di ''vertigine'', al fondamento della trama e dell'ambientazione della nostra storia, un'isola città-stato a strapiombo sul mare, una sorta di Atlandide emersa dall'oceano. La vertigine però è anche una percezione che abbiamo (non sempre, per fortuna, ride, ndr) noi stessi nell'approccio alla scrittura. Spesso uno dei problemi per chi scrive consiste non solo nella scelta delle idee, nella loro organizzazione, nel dar loro un inizio e una fine, ma anche accontentarsi di dove si è arrivati, accettarsi e smettere almeno per un momento di cercare qualcosa di diverso. Nella composizione (non solo) musicale, così come nella ricerca di qualsiasi altro ambito, capita che ci si senta un po' alienati e che sembri impossibile arrivare alla conclusione di un percorso (mi viene in mente una catena infinita cui si è costretti ad aggiungere sempre un tassello). E' da questo limite e fantasma di insoddisfazione perenne che abbiamo fatto nascere l'ossessione del nostro Gabriel, un musicista che cerca di scrivere un'opera che lo realizzi come uomo e come artista ma che non trova l'ispirazione. Vorrebbe farsi immergere in quel senso di eternità e completezza così lontani per un essere umano, ma infondo di eterno c'è solo la morte, e non capirlo sarà il suo più grande errore. (Dal video di "The Dragonfly" si vede che finisce bene ma non benissimo!) Ti chiederai: perché proprio un'isola nel cuore dell'oceano? Volevamo che lo sfondo fosse un luogo potenzialmente meraviglioso e al contempo una prigione a strapiombo sul mare, un mare che gli abitanti di Vertigo non possono vedere in quanto la città, sommersa dal fumo dell'urbanizzazione (quasi come se la connotazione steampunk acquisisse una sorta di verosimilità nonostante l'anacronismo delle invenzioni tecnologiche) è circondata da imponenti cancelli che impediscono la vista della costa. Gli abitanti dell'isola vengono così indotti a credere di essere soli e di vivere nell'unica terra conosciuta, senza sapere di essere controllati. Solo un'artista -tra i pochi privilegiati- ottiene il permesso di varcare i cancelli: pittrice sin da bambina e attratta dagli elementi naturali nonché da qualsiasi forma di vita, Mariel viene presto conosciuta per avere un incredibile talento, tanto che il governo le concede di vedere l'oceano e sedare con i suoi ritratti la pericolosa curiosità della popolazione. Gabriel si innamora perdutamente del talento di Mariel, fino a sposarla e farle... una pericolosa richiesta!


Anche "Immortalia", il vostro lavoro precedente, era un concept album. Le tracce al suo interno erano legate da un filo conduttore: l'immortalità. Il concept alla base di "Vertigo", invece, è basato su una storia più intricata. Credete che la complessità della struttura musicale cresca di pari passo con quella tematica?


Valerio: Direi proprio di sì. "Immortalia" era un concept tematico, cioè i brani erano legati da un filo conduttore che era, appunto, la ricerca dell' immortalità. In "Vertigo" tutto è nato come un unico corpo, sia musicale che concettuale. Anche a livello compositivo, Immortalia era più eterogeneo, mentre Vertigo è sicuramente più omogeneo proprio perché parliamo di una maggiore complessità a livello di arrangiamenti e produzione.

 

Secondo voi qual è la traccia più intensa contenuta all'interno di questo vostro nuovo lavoro?


Valerio: Per chi scrive musica è sempre molto difficile scegliere un brano o un disco rispetto ad un altro, quindi trovo questa domanda molto ma molto difficile! Facendo uno sforzo, posso però affermare che "The Last Breath", la suite finale, è forse quella più complessa ed intensa a livello emotivo e di significato.


Elena: Anche io voto "The Last Breath"!


Max: Sono indeciso tra "Original Sin" e "The Last Breath", due brani molto diversi tra loro ma in grado di trasmettere all'ascoltatore le emozioni dei protagonisti di Vertigo. Provate a chiudere gli occhi e a concentrarvi sulla musica, vi sembrerà di vivere la storia in prima persona.

 

Sbaglio o ho sentito un po' di Ayreon in "Vertigo". Voi che dite?


Valerio: Non saprei, l'unica cosa che abbiamo in comune con Ayreon è il produttore Joost Van Den Broek! (Ride, ndr) A parte gli scherzi, quei pochi che finora hanno sentito l'album hanno effettivamente detto di aver notato più elementi prog rispetto al passato, ma è sicuramente colpa di Elena!

Elena: Loro mi piacciono molto e in effetti, nonostante ascolti diversi generi musicali, amo il progressive che racconta delle storie, quello più teatrale. Mi piace pensare che la musica (semplice o complessa che sia) abbia una funzione di colonna sonora di un'idea, e che sia solo un mezzo per estendere delle emozioni.


Tornando alla creazione del vostro concept, so che è stato costruito a partire da un disegno di Elena. Perché non ci raccontate per bene come è andata?


Elena: Il disegno è nato un po' per gioco! Vale ed io eravamo in montagna, e mentre stavamo buttando giù la prima stesura del concept ho disegnato la bozza di una scena che avevamo immaginato, in cui ci sarebbe stata Alice (figlia di Gabriel e Mariel) che una volta scappata dalla città e scavalcato i cancelli avrebbe visto il mare per la prima volta, guidata fino alla costa dalla libellula. Mentre Gabriel si sarebbe avvicinato alla scala a spirale che sprofonda verso il baratro (scena sulla conclusione del pilot ''The Dragonfly''), la bimba si sarebbe fermata sul ciglio dello strapiombo. Da lì abbiamo concepito pian piano Vertigo. Questa scena è stata pensata in realtà come ''to be continued'' rispetto alle vicende domestiche di Gabriel. Il disegno l'ho poi finito poco tempo fa, non l'avevo ancora colorato!


Nel disegno si nota la presenza di una libellula, che è uno degli elementi principali all'interno di "Vertigo". Avete dichiarato che è una sorta di guida, che altro potete raccontarci a riguardo del suo rapporto col protagonista?


Elena:
La libellula, oltre che essere un piccolo, fragile ma elegantissimo insetto, è una creatura ricca di simbologia. Legatissima all'acqua, muta repentinamente dallo stato di larva a libellula adulta, e per questo viene spesso associata a un concetto più profondo di trasformazione, cambiamento, di ''viaggio'' per l'affermazione della propria identità nonostante la realtà mutevole. Mutevole perchè anche le sue ali, che peraltro richiamano nella loro composizione geometrica la perfetta architettura della natura, sono cangianti per i diversi riflessi del sole. Vede quasi a 360 gradi ed il suo volo, quasi illusorio, cambia continuamente direzione. Da qui il legame con la ricerca di se stessi attraverso il sogno, e nel nostro concept con il viaggio introspettivo di Gabriel, che si fa guidare attraverso i suoi ricordi dall'ultimo essere ritratto da Mariel.


"Vertigo" e l'Inferno dantesco. In che modo sono collegati?


Valerio: Tutto è nato dall' idea di voler creare una sorta di viaggio come quello di Dante, ma senza gli stilemi canonici del metal riguardanti quasi esclusivamente l'horror, o solo ripercorrendo gli aspetti più macabri e legati alla morte. C'è sì una grossa tensione del concept sul tema dell'aldilà, ma anche a livello musicale si può notare una maggiore connotazione decadente rispetto al passato, abbiamo cercato di raccontare l'aspetto più psicologico e intangibile dello ''Inferno'', aspetto che a volte rende la realtà delle cose ancora più inquietante. Senza voler svelare troppo degli aspetti inerenti la storia, in "Vertigo" ci troviamo in una vicenda a metà tra mondo terreno e ultraterreno, con un protagonista (Gabriel) che si ritrova sul ciglio di una enorme scala a chiocciola che dovrà percorrere fino al fondo. Se avete in mente l' Inferno dantesco del Botticelli, la similitudine con "Vertigo" diventa lampante!


Una curiosità: il nome del protagonista del concept è Gabriel, proprio come nel caso di "The Metal Opera" di Avantasia. Si tratta solo di una coincidenza fortuita?


Valerio: Anche in questo caso devo deludere le aspettative! Per quanto siamo dei fans (io per primo adoro Avantasia!) dei capolavori metal del presente e del passato, non siamo in realtà molto afferrati su dettagli così specifici. Nel nostro caso Gabriel ha piuttosto un significato teologico e allegorico, è in qualche modo il predestinato a fare un viaggio di questo tipo.


Elena: Oltre all'assonanza dei nomi Gabriel e Mariel, volevamo fare un riferimento all'Annunciazione. Se Maria, pur intimorita, si concede totalmente al volere di Dio che si manifesta attraverso l'Arcangelo Gabriele, così anche Mariel si abbandona alla richiesta di Gabriel per il concepimento della sua opera, nonostante la paura. Anche se nella nostra storia non c'è nessuna presa di posizione religiosa (non vogliamo e non saremmo assolutamente in grado!), abbiamo inserito qualche piccola citazione solo per rimandare all'idea del viaggio di ''purificazione'', che nell'immaginario collettivo è anche legato al Cristianesimo. Tra l'altro nel periodo in cui scrivevamo mi è capitato di vedere un quadro di G. Rossetti che raffigurava il momento delll'Annunciazione e mi aveva colpito il modo così realistico ed umano in cui aveva ritratto Maria, un'adolescente impaurita che al primo impatto si rannicchia contro il muro.


Parlando di grandi nomi del Metal, chi sono le vostre maggiori fonti di ispirazione musicale e artistica? Che cosa li rende tali per voi?


Valerio: Per quanto mi riguarda, le fonti di ispirazione non si limitano al metal anche se ovviamente sono la fonte primaria. Ho sempre adorato il metal finlandese, dai Children of Bodom ai Wintersun, e ovviamente ai Nightwish. Credo che queste tre formazioni siano quelle che più contraddistinguono il mio modo di intendere il metal. Spesso e volentieri però ascolto musica classica, colonne sonore di film, passando da Michael Jackson, gli Oasis o gli Architects.


Elena:
Aiuto, ce ne sarebbero moltissimi e tutti per ragioni diverse! Per quanto riguarda la parte metal direi Nightwish, Dream Theater, Pain Of Salvation, The Gentle Storm, Symphony X, Architects e Wintersun (trovo che abbiano in comune una musica descrittiva oltre che bellissima), Amaranthe e Rammstein (se il metal è considerato un genere ''potente'', con l'elettronica ti spettina il doppio) ed Iron Maiden perché sono la prima band metal che ho ascoltato e di cui non mi sono mai disinnamorata. Un po' fuori genere (anche se spesso si incrociano) mi piacciono le soundtracks, musica classica, folk, house, trance.


I Sound Storm sono una band Power Metal che sta tentando di crescere in un paese, l'Italia, in cui la cultura Power è piuttosto diffusa e radicata. Ciò si traduce in un vasto numero di potenziali fan, ma anche in un vasto numero di band in competizione. È stato difficile emergere in questo ambiente?


Valerio: Non credo che i Sound Storm siano emersi (non più di altri per lo meno), però ti ringrazio per la considerazione. Credo invece che siamo quasi tutti nella stessa barca, quella in cui anche i grandi nomi del passato si stanno pian piano ritrovando. Una band "emergente" che ha anche solo il desiderio di esprimersi deve inoltre fare spesso i conti con la diffidenza della maggior parte dei "potenziali" fan del genere. E sai perché? Perché quasi sempre i fruitori della musica metal sono musicisti anch' essi, con le conseguenze che puoi immaginare. Credo infatti che, senza dover parlare di Sound Storm per forza, se alcuni ottimi album italiani fossero stati concepiti e prodotti da una band estera in Italia si sarebbe gridato al miracolo. In più aggiungi una più o meno celata competizione (senza motivo, secondo me) tra band della scena, la pochissima affluenza di pubblico ai concerti anche per i nomi più grossi, la difficile situazione discografica... Beh, non è semplice! Tuttavia, proprio per questo, da diverso tempo non mi (pre)occupo più di seguire queste dinamiche, facendo semplicemente il mio e andando ai concerti che mi interessa vedere.


"Vertigo" non è solo un album, ma una vera e propria serie televisiva. Ho avuto l'occasione di vedere il primo episodio... e ragazzi, a parte il livello estremamente mindblowing della storia in sé, la regia è di incredibile qualità. È stata una sfida la realizzazione pratica di un progetto così ambizioso?


Elena:
In effetti lo è stata! Quando siamo andati a parlare per la prima volta con l'equipe di Grey Ladder, i ragazzi si sono subito affezionati al progetto e ci hanno aiutato a svilupparlo nel modo più adatto all'approccio cinematografico. Da lì la produzione dell'episodio pilota (e singolo) ''Vertigo/The Dragonfly'' e quella dell'album si sono mosse di pari passo, e nonostante sia stato un lavoro che ha richiesto molti sacrifici siamo davvero felici di poterlo condividere! Abbiamo voluto provarci, sapendo che alcune scelte potevano essere rischiose.


Qualche aneddoto divertente sulle riprese di "Vertigo"?


Elena:
Ci sono delle testimonianze audio di una notte in studio in cui Max insulta (giustamente!) me e Rocco per cantare molestamente canzoncine improbabili (#ildisagio) durante le sue riprese di Metamorphosis.


Max: "...because I want to survive, because I want to surviveeeee! bastaaaa!" Ad ogni modo anche su Forsaken livelli di disagio altissimi e sempre in buona compagnia.

 

Nel 2015 la line-up dei Sound Storm ha subìto significative modifiche. Quanto è complicato ritrovare l'intesa dopo i cambiamenti di formazione?


Valerio:
Non è così difficile se hai la fortuna di trovare le persone giuste. Certo, in un primo momento bisogna prendere le misure sul modo di lavorare di ciascuno, ma se l'obbiettivo è lo stesso e si ha la stessa forza di volontà, i problemi sono poi altri!


Questa domanda è principalmente rivolta ai membri più "anziani": Valerio e Massimiliano. I Sound Storm hanno una significativa esperienza live internazionale: avete supportato molte band che hanno contribuito a costruire il metal europeo. Quali sono gli artisti che vi hanno colpito di più?


Valerio: E' vero, abbiamo avuto la fortuna di condividere molti palchi con molte band importanti nel corso degli anni. Ricordo ancora nel 2009 l'esperienza con Blind Guardian, Angra e molti altri in Portogallo. Vedere i Blind Guardian suonare dal backstage è stata un' esperienza unica, per noi giovani metallari cresciuti a pane e Nightfall! A livello di crescita professionale invece, credo che l'esperienza più significativa sia stato il tour europeo con i Therion nel 2013. Si impara e si migliora più in 20 giorni di tour che in 2 anni di sala prove!


Max: Effettivamente durante questi anni abbiamo avuto la possibilità di calcare palchi esteri importanti e di condividere i backstage con le band che erano miei idoli da bambino e lo sono tutt'ora. Anche io come Valerio ho un ricordo indelebile del 2009 in Portogallo, ma, come esperienza personale, ho sempre in mente il 2012 prima con gli Epica al Velvet di rimini e poi a Dicembre con il primo tour italiano di supporto agli Haggard!



A parte l'esibizione sul main stage del Lucca Comics & Games, il prossimo Halloween, c'è qualche altra data, o tour vero e proprio, in vista?


Valerio: Ci stiamo lavorando, speriamo di poter pubblicare al più presto qualche news al riguardo. Ad ogni modo sì, ci sarà sicuramente un tour promozionale che peraltro toccherà anche l'Italia in diverse città. Abbiamo sempre suonato molto poco nel nostro Paese, questa volta però cercheremo di portare la nostra musica un po' ovunque anche nella penisola.

 

In attesa dei prossimi episodi della serie, vi ringrazio per questa intervista e lascio a voi lo spazio per un messaggio ai nostri lettori e a quanti siete già riuscire ad intrigare con il vostro "Vertigo". Alla prossima.


Valerio:
Grazie ai lettori di SpazioRock che hanno avuto la pazienza e la voglia di arrivare a leggere fino a qui. Vorremmo invitare tutti coloro che ne avranno voglia, anche chi non ci conosce, a dare almeno una chance al progetto "Vertigo": potrebbe essere qualcosa di interessante da ascoltare e vedere! Se poi avremo catturato l'attenzione e l'interesse, sarebbe un piacere incontrare tutti ai prossimi concerti che terremo, anche per scambiare qualche parola sul progetto. A presto!




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