Saranno anche passati ben cinque anni dall’ultima esibizione dei Death SS su suolo italico (se non contiamo la partecipazione lo scorso agosto al Metal Camp Sicily), ma per il pubblico presente al Live Club è come se non si fossero mai allontanati dalle scene.
Prima di potersi gustare nuovamente lo spettacolo del maestro cerimoniere Steve Sylvester, ad aprire la serata ci pensano i Wake Arkane (una giovane formazione milanese), forti di un ottimo album di debutto (“The Black Season”). Nella mezz’ora a loro disposizione cercano di scaldare il pubblico con il loro death metal dalle ampie venature prog: bravura e tecnica sono di certo due dei loro punti di forza, e nonostante diversi problemi tecnici si rendono autori di una buona prestazione sul palco, riuscendo ad attirare le simpatie di una buona fetta del pubblico presente in sala. Al termine dell’esibizione viene comunque spontaneo chiedersi, a prescindere dalla bravura innegabile della band, per quale motivo si sia scelto di far aprire il concerto ad un gruppo dallo stile così distante da quello dei Death SS, col rischio di non coinvolgere particolarmente gran parte del pubblico.
Un veloce cambio di strumenti e scenografia, ed arriva finalmente il momento tanto atteso: il nutrito pubblico presente (che va ad occupare un poco più della metà dello spazio disponibile nella sala, e vedetela un po’ come volete: se siete pessimisti come l’ulteriore fallimento di una band che ha già avuto modo di dire tutto quello che poteva e doveva, oppure, molto più intelligentemente, se siete ottimisti come il fatto che nonostante cinque anni di silenzio i Death SS riscuotono ancora i favori di un seguito affezionato) può finalmente applaudire il ritorno di una delle più amate band storiche della scena italiana, da sempre ammantata da un’aura maledetta e capace di causare qualsivoglia malasorte in chi incautamente ne incrocia il cammino. Il pubblico presente ieri sera al Live Club sinceramente più che a tutte queste stupide leggende urbane era interessato a potersi godere uno spettacolo dei rinati Death SS, ed è stato premiato con un’esibizione veramente di tutto rilievo. Nulla è mancato, a cominciare dalla scenografia tipicamente horror, agli innesti di belle fanciulle poco vestite all’interno delle vere e proprie storie raccontate dalle canzoni, ai costumi dei singoli musicisti/personaggi. Ma quello che soprattutto non è mancato è stata tanta ottima musica. Chiamatelo pure tour a supporto del nuovo album “Resurrection” ma a conti fatti, con soli tre brani provenienti dall’ultimo album, su un totale di diciassette proposti (toh, un diciassette di venerdì... diavolo di uno Steve!), si tratta di un vero e proprio tour per celebrare la carriera quasi quarantennale di un’istituzione musicale italiana. Tutti i brani più amati sono stati inclusi nella setlist, realizzando così il sogno di ogni appassionato di vecchia data: senza nulla togliere alle nuove aggiunte (tra queste, “The Crimson Shrine”, forse il brano migliore del nuovo album, e destinato a diventare un futuro classico tra le canzoni presentate durante le esibizioni dal vivo), ma canzoni come “Horrible Eyes“, “Baron Samedi”, “Scarlet Woman” o “Baphomet” riescono ancora a distanza di anni a trasmettere forti sensazioni nel pubblico. Ed il pubblico, sempre estremamente partecipe, pronto in ogni momento a cantare a squarciagola ed a scatenarsi in un immenso sabbath sulle note di “Let the Sabbath Begin” (e se fossero ancora vivi, credo che Aleister Crowley e Anton LaVey rimarrebbero stupiti della quantità di energie che una tale “congrega” è in grado di generare), ha ripagato più che degnamente i Death SS.
La rinascita dei Death SS si può dire perfettamente riuscita: la formazione attuale è di tutto rispetto e capace di presentare uno spettacolo dal vivo quasi perfetto sotto ogni punto di vista, per merito di quattro ottimi musicisti e di un maestro di cerimonie sempre estremamente carismatico e capace di catturare in un istante l’attenzione del pubblico. E nonostante le dicerie messe in giro dalle malelingue, lo show si è svolto senza che si presentasse alcun problema, segno che oltre ai fan, anche qualche altra entità superiore ha iniziato ad apprezzare i Death SS!
Setlist
1. Ave Satani (Intro strumentale)
2. Peace of Mind
3. Horrible Eyes
4. The Crimson Shrine
5. Where Have You Gone?
6. Baron Samedi
7. The Darkest Night
8. Scarlet Woman
9. Terror
10. Dionysus
11. Baphomet
12. Let the Sabbath Begin
13. Cursed Mama
14. Chains of Death
15. Hi-Tech Jesus
16. Vampire
17. Panic
18. Heavy Demons
Death SS - Resurrection Tour
19/10/13 - Live Club, Trezzo sull'Adda (MI)
Articolo a cura di Stefano Torretta
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