Twelve Foot Ninja - Outlier Tour 2017
04/05/17 - Traffic Live Club, Roma


Articolo a cura di Valerio Cesarini

Nella Roma Est che si affaccia appena verso il centro, il Traffic rappresenta una realtà unica e particolare. Intimo e fumoso, è infatti l'unico luogo nel giro di qualche kilometro che sia teatro di esibizioni delle più disparate realtà del prog e del metal mondiale, dalla riservata raffinatezza di Arjen Lucassen alla... potenza di Richard Benson. Quando pensiamo alle più moderne band metal, il Traffic è decisamente la venue più gettonata: i Twelve Foot Ninja, dimensione libera e arlecchina dell'alternative metal, non fanno eccezione nell'organizzare il loro show a Roma proprio nel pub su via Prenestina.


Apertura cancelli ore 21, apertura delle musiche qualche minuto dopo con i romani Omega, giovane band al primo disco ("Ocean's Paradox Chapter I"), di chiara ispirazione Dream Theater e dai volumi impressionanti.

Con le orecchie che ancora fischiano si aspetta la prima band internazionale, con il palco a dimensione ridotta a causa degli orpelli, ancora velati, dei Ninja, e una divertente alternanza di tecnici e musicisti che montano e smontano alla velocità della luce.


Luce che presto cala, all'ingresso degli Uneven Structure, gruppo francese anch'esso legato alle accordature bassissime, ma votato ad un djent decisamente più pesante e saturo.
Un'entrata in scena ruggente, con il growl del carismatico vocalist Matthieu Romarin, stella della serata assieme al giovanissimo batterista Arnaud Verrier. Gli Uneven Structure scaldano un pubblico giovane, già su di giri, galvanizzato dalle atmosfere oscure, dalla voce risonante di Romarin e dal wall of sound che, anche privi di un chitarrista, la band francese scolpisce. Protagonista della serata è il nuovo disco "La Partition", decisa evoluzione, più centrata e matura, dal primo lavoro "Februus". In fondo, è sempre un piccolo orgoglio vedere un gruppo non inglese - benchè anglofono - riuscire a scalare la montagna della fama, mettendo su uno spettacolo di buona durata, intensità e, soprattutto, che sia convincente: se la serata fosse finita lì ci avremmo quasi creduto.


Ma per fortuna c'è ancora il piatto forte, preannunciato dai veli che cadono a scoprire la complessa batteria, i minuscoli rack tutti digitali, e i velli rossi dei Twelve Foot Ninja.
Alle 23:15 la band australiana fa il suo ingresso in un Traffic già caldissimo, ora praticamente pieno, e pronto ad urlare la propria passione ai Ninja.

 

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Un secondo di atmosfera, un urlo che squarcia la folla con gli occhi spalancati, il riff di "Collateral": Stevic, Kin e compagnia fanno il loro ingresso sul palco, nell'usuale mise da ninja, coi loro movimenti fra l'aggraziato e l'irruente. Come da copione l'esibizione è relativamente corta, estentendosi per poco più di un'ora, coprendo la maggior parte dell'ultimo album "Outlier" e toccando i brani forse più pertinenti (dunque più heavy?) del precedente "Silent Machine" – la serata è stata già riempita di metallo dalle due opening band, lasciando il concerto dei ninja d'oltreoceano come l'attesissimo finale.

 

Molto dialogo col pubblico, impronta più pesante rispetto ai dischi, inni come "Invincible" o "Sick" cantati da un Kin sovrastato dalle voci della folla. Che di per sè è un ottimo biglietto da visita per il luogo e la fanbase, ma duole dire che vi si nasconde una mancanza, forse meno avvertita nelle file lontane, per cui la voce, anche dirompente come quella di Kin o Romarin, veniva piuttosto sommersa da un mix, un'acustica o che-so-io (guai a puntare il dito) decisamente troppo "smiley": bassi mortali, alte taglienti. Fortunatamente, ci sono stati svariati intermezzi in cui la band intratteneva la folla, compresi alcuni piccoli regalini musicali, scherzetti o piccole improvvisazioni, utili a prendere tempo, a coprire le falle ma anche, diciamolo, a creare un'atmosfera al massimo del coinvolgimento.

 

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E' raro tornare da un concerto da cui fischiano le orecchie e non rammaricarsene; così come è raro attraversare la città per ascoltare la propria band preferita e potersene gustare solo un'ora; la verità è però che un'organizzazione del genere ha reso la serata godibile dal primo all'ultimo istante, senza (per nulla!) sacrificarne la potenza.

E dopo un tour in Australia in apertura ai Disturbed, i Twelve Foot Ninja trovano le loro personalissime soddisfazioni nel loro Outlier Tour, mettendo piede per la prima volta in un'Italia che è sembrata decisamente accogliente, in cui speriamo di vederli sempre più spesso.


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