Il sangue è il prezzo della gloria. Più o meno recita così, se tradotto, il titolo di una vecchia canzone degli Ensiferum. Dall’esordio, i finnici ne hanno affrontate tante di battaglie: molte le hanno vinte, e qualcuna anche persa. Ma tirando le somme, non si ricorda un album scadente dei finlandesi. Certo, l’addio di Jari Mäenpää è pesato parecchio sulle spalle dei portatori di spada (ensiferum, dal latino) che con l’arrivo di Petri Lindroos hanno sì acquisito maturità (probabilmente dettata più dal tempo - sempre galantuomo - che dallo sbarco del nuovo frontman), ma si sono lasciati alle spalle una componente sfrontata e battagliera che è scemata album dopo album, da "Victory Songs" in poi. Come già detto, la legione nordica non ha mai dato segnali di resa e il livello qualitativo si è mantenuto sempre bene o male sullo stesso piano, anche se sul lato compositivo si è preferito virare verso una maggiore ariosità a discapito dell'aggressività. Piano piano gli Ensiferum hanno smontato la propria inossidabile corazza e si sono infilati un giustacuore ricamato, più adatto a cortigiani di palazzo che a guerrieri spietati. Se già in "From Afar" - che comunque registrava ancora una buona componente incisiva - si leggeva un ammorbidimento generale dei toni, con “Unsung Heroes” la vecchia prepotenza musicale si decompone fino a diventare terriccio per concimare il mercato e i cuori più sensibili.
“Unsung Heroes”, dal primo ascolto, fa scendere il latte alle ginocchia. Dov’è finita la tensione combattiva, la velocità di esecuzione e la forza travolgente che hanno fatto del debutto e di “Iron” album amatissimi dal pubblico e capisaldi del genere pagan/folk che proprio all’epoca passava dall’infanzia alla pubertà? Delle dieci tracce che compongono la nuova opera degli scandinavi sono giusto un paio quelle che vanno menzionate; su tutte la romantica “Burning Leaves”, che interpreta al meglio la svolta stilistica degli Ensiferum e la esalta facendo partecipe l’ascoltatore: un brano vibrante ed emotivo che completa i contorni del cerchio iniziato a tracciarsi con tratto marcato undici anni fa. Per il resto, si salvano la canonica “In My Sword We Trust” e la delicata “Celestial Bond”. Tragedia sfiorata con la conclusiva “Passion Proof Power”, che della vanità e della autocelebrazione fa troppo sostegno.
Gli Ensiferum con “Unsung Heroes” disegnano un quadro senza tela e nella marcia inarrestabile della carriera perdono il comando del reggimento e scivolano nel mezzo di un plotone, dove i soldati non hanno i lineamenti del volto e le uniformi si confondono con il colore della terra e della solitudine.

Ensiferum
Unsung Heroes
2012, Spinefarm Records
Folk Metal

01. Symbols
02. In My Sword I Trust
03. Unsung Heroes
04. Burning Leaves
05. Celestial Bond
06. Retribution Shall Be Mine
07. Star Queen (Celestial Bond II)
08. Pohjola
09. Last Breath
10. Passion Proof Power
02. In My Sword I Trust
03. Unsung Heroes
04. Burning Leaves
05. Celestial Bond
06. Retribution Shall Be Mine
07. Star Queen (Celestial Bond II)
08. Pohjola
09. Last Breath
10. Passion Proof Power
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