The Sword
Warp Riders

2010, Kemado Records
Stoner

Fatevi travolgere in pieno dall'esplosiva carica di questi quattro texani
Recensione di Federico Botti - Pubblicata in data: 17/10/10

Certi dischi sono travolgenti, c'è poco da fare: li metti nel lettore, schiacci “play” e via, vieni investito da una bufera sonora che ti fa sentire come se ti avessero piazzato accanto ai reattori di uno shuttle. In fase di decollo. Questa metafora “spaziale” ben si adatta alla nuova fatica dei The Sword, ne traduce la potenza che i dieci brani inseriti in “Warp Riders” sanno trasmettere anticipandone anche il tema, basato su  un concept ispirato ai viaggi intergalattici del protagonista Ereth, esiliato dal suo pianeta natale Acheron. Al di là della trama che guida lo svolgimento del disco, quello che più colpisce è, ovviamente e soprattutto, la qualità della musica dei Nostri. Unendo il doom sulfureo dei Black Sabbath al fuoco ed alla polvere dello stoner, nonché aggiungendo al tutto pesanti dosi di suono “southern” paludoso come i Down ci insegnano, i Nostri tirano fuori un album massiccio, fatto di sudore, riff granitici, basso e batteria roboanti e dannatamente carichi di groove.


Sfido chiunque a non partire con l'headbanging sin dalla prima, strumentale, “Acheron/Unearthing The Orb”, tra l'altro uno dei migliori momenti di tutto il disco, aperta da tastiere atmosferiche che subito lasciano spazio alle prime delle tante, memorabili cavalcate nelle quali le sei corde saranno assolute protagoniste. Se non siete ancora convinti della bontà di questa release, ci penserà poi “Tres Brujas” a stendervi nel giro di due round con il suo ritornello avvolgente e assassino. Altri pezzi degni di nota? Quanti ne volete: “Arrows In The Dark” (di nuovo, mi pare di vederli i vostri capoccioni seguire i furiosi vortici innalzati dal suono bollente delle chitarre!), “The Chronomancer I: Hubris”, “Lawless Lands” (dotata di uno tra i migliori e più intensi chorus presenti in tutto “Warp Riders”), “Astraea's Dream”, “The Chronomancer II: Nemesis” e la conclusiva “(The Night The Sky Cried) Tears Of Fire”. Come dite, le ho praticamente citate tutte? Beh, sì, in effetti è vero, ma quando in un disco di dieci canzoni otto sono di una media qualitativa così alta non puoi non parlarne in toni entusiastici.


I The Sword non fanno come altri ottimi gruppi “retro metal” (esempio i Mastodon), che si perdono dietro assurdi ghirigoghi progressive: i Nostri non ci girano intorno, ti fanno vedere che hanno un maglio in mano già da un chilometro di distanza, e sai che di lì a poco partiranno in velocità e te lo sbatteranno nei denti. Ma sai anche che non ti sposterai, e che ti farai travolgere in pieno dall'esplosiva carica di questi quattro texani e del loro “Warp Riders”. Per quanto mi riguarda una delle sorprese di questa seconda parte di 2010.





01. Acheron/Unearthing the Orb
02. Tres Brujas
03. Arrows In The Dark
04. The Chronomancer I: Hubris
05. Lawless Lands
06. Astraea's Dream
07. The Warp Riders
08. Night City
09. The Chronomancer II: Nemesis
10. (The Night the Sky Cried) Tears of Fire

Intervista
Anette Olzon: Anette Olzon

Speciale
L'angolo oscuro #31

Speciale
Il "Black Album" 30 anni dopo

Speciale
Blood Sugar Sex Magik: il diario della perdizione

Speciale
1991: la rivoluzione del grunge

Speciale
VOLA - Live From The Pool