Sfido chiunque a non partire con l'headbanging sin dalla prima, strumentale, “Acheron/Unearthing The Orb”, tra l'altro uno dei migliori momenti di tutto il disco, aperta da tastiere atmosferiche che subito lasciano spazio alle prime delle tante, memorabili cavalcate nelle quali le sei corde saranno assolute protagoniste. Se non siete ancora convinti della bontà di questa release, ci penserà poi “Tres Brujas” a stendervi nel giro di due round con il suo ritornello avvolgente e assassino. Altri pezzi degni di nota? Quanti ne volete: “Arrows In The Dark” (di nuovo, mi pare di vederli i vostri capoccioni seguire i furiosi vortici innalzati dal suono bollente delle chitarre!), “The Chronomancer I: Hubris”, “Lawless Lands” (dotata di uno tra i migliori e più intensi chorus presenti in tutto “Warp Riders”), “Astraea's Dream”, “The Chronomancer II: Nemesis” e la conclusiva “(The Night The Sky Cried) Tears Of Fire”. Come dite, le ho praticamente citate tutte? Beh, sì, in effetti è vero, ma quando in un disco di dieci canzoni otto sono di una media qualitativa così alta non puoi non parlarne in toni entusiastici.
I The Sword non fanno come altri ottimi gruppi “retro metal” (esempio i Mastodon), che si perdono dietro assurdi ghirigoghi progressive: i Nostri non ci girano intorno, ti fanno vedere che hanno un maglio in mano già da un chilometro di distanza, e sai che di lì a poco partiranno in velocità e te lo sbatteranno nei denti. Ma sai anche che non ti sposterai, e che ti farai travolgere in pieno dall'esplosiva carica di questi quattro texani e del loro “Warp Riders”. Per quanto mi riguarda una delle sorprese di questa seconda parte di 2010.