Helrunar
Sol

2010, Prophecy Productions
Black Metal

Recensione di Federico Botti - Pubblicata in data: 30/12/10

Dopo alcuni album a cavallo tra il viking e il pagan black più efferato i tedeschi Helrunar paiono finalmente aver trovato la loro strada, sfornando un lavoro, il qui presente “Sól”, che si candida senza ombra di dubbio a opera di punta della loro discografia. Una precisazione è subito dovuta: siamo di fronte a un doppio disco. Sì perché i Nostri, forse investiti da un'inusitata verve creativa, forse perché si son ritrovati con troppo materiale nei cassetti, hanno deciso di far uscire due album, “Sól I – Der Dorn Im Nebel”, dal sapore più introspettivo, e “Sól II – Zweige Der Erinnerung”, più orientato verso una critica socio-politica (questo stando alle dichiarazioni della band). I dischi sono acquistabili sia separatamente che in coppia, con un booklet in edizione speciale di cinquanta pagine a corredo del packaging.

Come detto gli Helrunar hanno un suono gelido e feroce, che in questo “Sól” si orienta con decisa convinzione verso lidi (pagan) black, non disdegnando aperture acustico-atmosferiche e elementi dal sapore epico. In soldoni i Nostri possono sferrare poderosi attacchi frontali stile Immortal ma anche circuire l'ascoltatore con parentesi atmosferiche che mi hanno portato alla mente, per rimanere in Germania, i Dark Fortress; infine certi riff portano con sé un sentore titanico e maestoso tipico del viking bathoriniano. Una formula composita quindi, che si avvale di un cantato in lingua madre, di cambi di atmosfera continui e di parentesi narrative in voce pulita (impostata, profonda e teatrale) a mio avviso tutto sommato trascurabili poiché il loro inserimento spezza il ritmo e la tensione accumulata nei pezzi. Sommando i due album ci troviamo di fronte a 15 pezzi, per un totale che supera l'ora e mezza: un bel monolite oscuro, che ha però il merito di scorrere via piacevolmente, senza particolari intoppi e senza annoiare l'ascoltatore. Va infatti riconosciuta alla band una buona capacità di variare le proprie melodie, cercando le soluzioni più varie e evitando di sfociare (salvo alcuni casi) nel black più becero e scontato. Quantità e in generale qualità quindi, fattore più che positivo che eleva “Sól” qualche gradino sopra tanti dei dischi dello stesso genere usciti quest'anno.
Diverse sono le canzoni da segnalare, su tutte “Kollapsar”, “Praeludium Eclipsis” (tratte da “Sól I”), “Rattenkönig”, “Moorgänger”, “Aschevolk” e la titletrack (tutte appartenenti a “Sól II”): menzione particolare va comunque alle ultime due tracce citate, davvero convincenti sotto tutti i punti di vista, perfette nel ricreare gelide e malefiche atmosfere.

Se esaminiamo in lavoro nella sua completezza, “Sól” risulta essere un'opera di black metal veramente ben riuscita e confezionata, con i suoi alti e bassi certo, ma senza dubbio superiore a tante altre ciofeche viste in giro. Se proprio volete scegliere uno dei due dischi che compongono questo lavoro il mio consiglio è di gettarvi a occhi chiusi su “Sól II”, il meglio riuscito tra i due, il più accattivante sotto tutti i punti di vista. Fermo restando comunque il fatto che, se ne avete la possibilità, dovreste cercar di far vostra l'edizione doppia (o al più acquistare entrambi gli album separatamente), al fine di gustarvi al meglio la malvagia esperienza sonora che gli Helrunar ci propongono.




Sól I - Der Dorn Im Nebel

01. Gefrierpunkt

02. Kollapsar

03. Unter dem Gletscher

04. Nebelspinne

05. Praeludium Eclipsis

06. Tiefer als der Tag

07. Nur Fragmente…

08. Ende 1.3

 

Sól II - Zweige Der Erinnerung


01. Europa Nach Dem Eis

02. Aschevolk

03. Die Mühle

04. Rattenkönig

05. Moorgänger

06. Lichtmess

07. Sól

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