Ex Deo
Romulus

2009, Nuclear Blast
Death Metal

Recensione di Stefano Risso - Pubblicata in data: 19/06/09

Dischi come “Romulus” fanno riflettere su quanto sia “malato” il panorama musicale odierno e sulle logiche di mercato delle grosse label. Non voglio entrare in merito in questioni prettamente extra musicali, ma una piccola digressione mi sembra dovuta. Avevamo davvero bisogno di questi Ex Deo? C'era bisogno di dare risorse e ampio risalto a un disco tanto deficitario? Ma soprattutto i signori della musica credono che i metalhead abbiano tutti l'anello la naso?

Scusate la franchezza, ma di fronte a esempi come “Romulus” non si può non “sbottare” e pensare a tutta l'ottima musica che non viene adeguatamente supportata e valorizzata commercialmente, in favore di operazioni di questo tipo. Per chi non sapesse niente degli Ex Deo, è presto detto: il leader dei Kataklysm, Maurizio Iacono, di chiare origini italiane, ha deciso di tributare la sua terra d'origine con un nuovo progetto dal concept ben preciso, la storia di Roma. Niente da obiettare su questo ovviamente, una buona cosa sulla carta, pessima una volta trasformata in musica. Per formare la nuova band, Iacono ha chiamato a raccolta i suoi compagni nei Kataklysm, più Francois Mongrain dei Martyr al basso, per un risultato che ovviamente risente degli influssi della band madre.

Se facciamo un passo indietro ripensando alle ultime uscite dei canadesi, potete immaginare quale sia il livello di "Romulus". L'intenzione è di fare un death metal epico e marziale, con l'abbondante uso di orchestrazioni da colonna sonora e atmosfere solenni, accostandosi a grandi linee al filone portato al successo da Nile prima e Behemoth in seguito. Iacono però voleva qualcosa che fosse personale, quindi niente blast beat, velocità assassine e tecnicismi a gogò; "Romulus" si attesta su mid tempos dal gusto evocativo, seguendo la via dettata dai Kataklysm, con tonnellate di orchestrazioni in più e tutta una serie di accorgimenti per risultare appunto epici, come nelle intenzioni iniziali. Peccato che nel fare questo i nostri si siano dimenticati di scrivere buone canzoni, mettendo insieme idee insipide, riff banali, in un songwriting ampolloso e dimesso. Non basta la professionalità della band a risollevare le sorti di un disco che non trasmette nulla, non basta una produzione di alto livello, e non bastano neppure i super ospiti, la triade epica Nergal (“Storm the Gates of Alesia”, davvero inutile la sua partecipazione al brano, recitando un paio di versi), Karl Sanders (“in The Final War (Battle of Actium)”) e Obsidian C. (in “Cruor Nostri Abbas”). Forse qualche ragazzino alle prime armi potrebbe sentire il peso di contanti nomi e label, ma chiunque con un minimo di competenza si terrebbe lontano da “Romulus”, un disco deficitario su tutta la linea.

Come dicevano? De gustibus non disputandum est. Bene, se questo “Romulus” vi piacerà tanto meglio per voi, ma sappiate che ci sono caterve di dischi che meriterebbero ben altra attenzione, quindi il mio invito è di non perdere tempo con gli Ex Deo e passare ad altro. Inutile.



01.Romulus

02.Storm the Gates of Alesia    

03.Cry Havoc

04.In Her Dark Embrace    

05.Invictus    

06.The Final War (Battle of Actium)

07.Legio XIII

08.Blood, Courage and The God's That Walk The Earth

09.Cruor Nostri Abbas

10.Surrender the Sun    

11.The Pantheon (Jupiter's Reign)

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