Killswitch Engage
Killswitch Engage

2009, Roadrunner Records
Metalcore

I Killswitch Engage sono sempre gli stessi, nel bene e nel male.
Recensione di Stefano Risso - Pubblicata in data: 03/07/09

Nuovo album per i Killswitch Engage, band del Massachusetts diventata ormai portabandiera di un intero genere e una delle realtà più affermate commercialmente del momento, come testimoniano le oltre cinquantamila copie vendute negli Usa nella prima settimana di pubblicazione di questo lavoro, chiamato senza troppa fantasia “Killswitch Engage”. Una scelta che lascia un po' interdetti, visto che i nostri hanno già all'attivo un album omonimo (il debutto), giustificata però come la volontà di rivendicare un nuovo corso per la formazione, iniziato proprio con questo full.

Un disco che viene accompagnato da diverse dichiarazioni da parte dei nostri, tutte all'insegna del rinnovamento, del cambio di sound (mai veramente specificato nel dettaglio), della volontà di rischiare e di non ripresentare ai fan un album “prevedibile”. Noi leggiamo, facciamo partire la prima traccia e qualcosa subito non quadra. I Killswitch Engage sono sempre gli stessi, nel bene e nel male, la solita band dai due volti, che da un lato guarda all'hardcore e al cosiddetto metal “moderno”, dall'altro si lancia in ritornelli caramellosi da classifica. Proseguiamo con l'ascolto e i tanto sbandierati cambiamenti non riusciamo a trovarli, se non in una certo irrobustimento delle parti prettamente metal, vedi il blast beat in “Reckoning”, o in ritmiche sempre energiche. Anzi, più andiamo avanti e più ci sembra di avere a che fare sempre i soliti Killswitch Engage, alternando canzoni che faranno sicuramente presa dal vivo, ad altre obiettivamente zoppicanti, come la scontatissima ballata “The Return”.

Tutto sommato la band fa il suo compito più che egregiamente, la voce di Howard Jones è sempre in bella mostra, esprimendosi bene a tutti i regimi, le chitarre sono energiche e la sessione ritmica compatta. Sulla carta niente da obiettare, se non fosse che in “Killswitch Engage” mancano le canzoni. O meglio, mancano brani che possano lasciare il segno e identificare questo album come vero inizio di un nuovo corso. Il merito dei  Killswitch Engage è comunque quello di essere dei “trendsetter” e non dei semplici emulatori, ricordandosi di piazzare qualche buon colpo in “A Light in a Darkened World”, in “Save Me” o nel primo singolo estratto, “Starting Over”, a mio avviso il brano più appetibile e radiofonico del platter. Troppo poco per raggiungere risultati soddisfacenti.

Un album che farà buona impressione nei fan, che però non mantiene le promesse dettate dalla band stessa, sempre incanalato nei soliti binari a cui siamo abituati, col risultato di risultare fin troppo patinato e scontato. Le parole stanno a zero, la prossima volta sarebbe meglio lasciar parlare i fatti.



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