Esiste musica scritta con eleganza e musica che non se ne cura. Esiste musica finemente studiata e musica che ti colpisce dritto in volto, esiste il bel canto e il latrato sguaiato. Esiste il fioretto ed esiste la clava. Se non lo avete capito, gli High On Fire usano la clava.
Basterebbe questo per inquadrare il nuovo album dei californiani, a ben vedere parole superflue per i sostenitori della band, ma se qualche curioso capitasse da queste parti, è nostro dovere fornire qualche informazione in più. Mente e leader degli High On Fire è niente meno che Matt Pike, colonna portante del movimento sludge/stoner/doom grazie ai fondamentali Sleep insieme al fido compagno Al Cisneros. Se quest'ultimo, al termine degli Sleep, ha deciso di abbandonarsi con gli Om a musica lisergica e metafisica, il nostro Pike deve aver cambiato spacciatore... Perché è da molti anni che è incazzato come una bestia e la sua “nuova” creatura ne è la dimostrazione.
Gli High On Fire sono ormai da dieci anni sinonimo di un terremotante ibrido sludge/stoner/doom (guarda caso) connotato da una rabbia dirompente, uno stile che non ama troppi giri di parole e che, come dicono gli americani, colpisce “straight to your face”. Un sound caratterizzato da imponenti influssi heavy, thrash e hard rock, rivisitato con un occhio di riguardo per atmosfere fumose, basso grasso e pulsante, riffoni dal sapore vintage e una voce che in confronto quella del buon Lemmy è un esempio di bel canto all'italiana. Pareti di amplificatori Orange, accordatura veloce e via... Si spacca tutto il possibile.
Attenzione però, non è tutto frastuono a caso. Matt Pike è un vero fuoriclasse del genere e sarebbe un delitto bollare la sua musica come qualcosa scritta di getto. Basti ascoltare la title-track "Snakes for the Divine" per rendersi conto di cosa il terzetto sia capace di fare: otto minuti in cui vengono toccati gli Iron Maiden, thrash metal d'annata e Motorhead, con una classe incredibile, rendendo questo miscuglio sonoro un qualcosa di perfettamente riconoscibile come High On Fire, personale sin dalla prima nota, una cavalcata di riff e cambi di ritmo sempre più spettacolari. "Snakes For The Divine" si distingue all'interno della discografia dei nostri, come l'album più veloce e diretto, in cui le partiture doom vengono meno messe in risalto, facendo capolino solo in "Bastard Samurai" (eccezionale) e nella monumentale "How Dark We Pray", un titolo decisamente esplicativo.
Un album di qualità superiore, che potrà incontrare i gusti di chi preferisce un approccio più immediato, benedetto in pezzi come "Frost Hammer", "Ghost Neck" (un inno all'headbanging) o "Fire, Flood & Plague", sorvolando su un leggerissimo livellamento delle composizioni, e che forse farà rimpiangere chi ama il lato più melmoso di Pike e compagni. Basta poco comunque per abbandonarsi a “Snakes for the Divine”, un magma sonoro che vi travolgerà.
High On Fire
Snakes For The Divine
2010, Relapse Records
Sludge
01.Snakes for the Divine
02.Frost Hammer
03.Bastard Samurai
04.Ghost Neck
05.The Path
06.Fire, Flood & Plague
07.How Dark We Pray
08.Holy Flames of the Fire Spitter