Crazy Lixx
New Religion

2010, Frontiers Records
Hard Rock

Recensione di Gaetano Loffredo - Pubblicata in data: 18/03/10

Atmosfera anni ottanta, stile da strada, assoli graffianti, canzoni ispirate: tutto questo era “Loud Minority”, il primo disco degli svedesi Crazy Lixx uscito nel 2007, gruppo che in pochissimo tempo si è guadagnato rispetto e fama nel paese d’origine ma anche una buona visibilità in Europa, sino alla sottoscrizione di un contratto con la prestigiosa Frontiers.
Sono passati tre anni e finalmente possiamo tornare a parlarne grazie al nuovo parto discografico intitolato "New Religion", un album che nasce però sotto il segno di un’assenza pesantissima: quella del chitarrista Vic Zino, sedotto e poi definitivamente ingaggiato dagli Hardcore Superstar, sostituito dai Crazy Lixx con la new entry Andy Dawson.


Assenza pesante, come detto, e purtroppo penalizzante. Vic Zino non è soltanto uno dei migliori chitarristi scandinavi in circolazione ma fondamentale, almeno per quanto concerne/concerneva i Lixx, su fasi nodali quali la composizione di un disco e la scelta di una precisa direzione stilistica. Il riffmaker svedese cambia strada e il gruppo ne risente realizzando un album che a fatica riconosco come il successore di "Loud Minority", perché nonostante una produzione migliorata sotto ogni aspetto, vanno segnalati una qualità dei brani palesemente inferiore e uno stile uniformato e molto meno personale.
La colonna sonora hard rock (e a proposito di stile, ora è impensabile parlare di Sleaze o Glam) che il quartetto ha approntato per l’occasione è tuttavia piacevole, sottolineo la buona attitudine alla melodia facile rivestita da una sezione ritmica di tutto rispetto, discreti i fraseggi e gli assoli di chitarra firmati Dawson e, infine, è conforme alla buona prova vocale dell’esordio quella di Danny Rexon al microfono.


"New Religion" è, a parere di chi scrive, un lavoro transitorio. Le basi per fare bene ci sono ma siamo costretti a registrare, per le cause conclamate nel corso della recensione, due passi indietro e non uno in avanti. Resto fiducioso per il futuro, ma oggi, se dovessi consigliare qualche nuovo disco hard rock su cui investire del denaro… non inserirei nella fatidica lista quello dei Crazy Lixx.





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