Tre live album non sono poi tanti per una band in attività da quasi venticinque anni. L'ultimo arrivato si intitola “European Journey” ed è la sintesi del tour che nel 2014 ha condotto i britannici Threshold in lungo e in largo per il vecchio continente, di fatto unico mercato di riferimento della band. I più si chiederanno quali reali motivi di interesse possa avere la pubblicazione di un disco dal vivo per una band che, diciamolo, se da una parte è famosa per la sua meticolosità e non lascia mai niente al caso, dall’altro regala poco in termini di improvvisazione (on stage) e imprevedibilità (in generale).
I pezzi dei Threshold si caratterizzano da sempre per la loro immediatezza e per quella compressione che, se da una parte ne favorisce la fruibilità, col passare del tempo ha reso il sound della band fin troppo statico. Una caratteristica che è parsa evidente nelle ultime release, in cui non non sono mancati comunque dischi di levatura superiore come “March Of Progress”. La buona notizia è che “European Journey” regala diversi spunti positivi: la durata per esempio, oltre cento minuti di progressive metal puntualmente scandito come ci si attendeva. Il disco è anche l’occasione per godersi la performance del vocalist Demian Wilson in tutto il suo talento: la sua versatilità è cosa nota ed è proprio il singer a beneficiare della dimensione live e rappresentare la parte più gustosa di tutta l’operazione. La scaletta è imbottita di pezzi degli ultimi due dischi, fatto di per sé prevedibile, ma non mancano incursioni nel passato remoto della band: pezzi come “Part Of The Chaos” e “Long Way Home” ci ricordano che un tempo il sound dei Threshold aveva una certa fluidità e non soffriva di quella standardizzazione consolidatasi con gli ultimi lavori (o dall’ingresso in Nuclear Blast, se preferite…).
La dimensione live conferisce ai pezzi una maggiore profondità e il sound è corposo al punto giusto, come si conviene a una band che si ispira tanto ai Rush quanto ai Metallica (dopotutto i Threshold restano una band di puro heavy metal); insomma, non sono pochi i motivi di interesse verso “European Journey”, disco che nelle premesse non lasciava presagire chissà cosa, ma che si rivelerà per molti una gradita sorpresa.
I pezzi dei Threshold si caratterizzano da sempre per la loro immediatezza e per quella compressione che, se da una parte ne favorisce la fruibilità, col passare del tempo ha reso il sound della band fin troppo statico. Una caratteristica che è parsa evidente nelle ultime release, in cui non non sono mancati comunque dischi di levatura superiore come “March Of Progress”. La buona notizia è che “European Journey” regala diversi spunti positivi: la durata per esempio, oltre cento minuti di progressive metal puntualmente scandito come ci si attendeva. Il disco è anche l’occasione per godersi la performance del vocalist Demian Wilson in tutto il suo talento: la sua versatilità è cosa nota ed è proprio il singer a beneficiare della dimensione live e rappresentare la parte più gustosa di tutta l’operazione. La scaletta è imbottita di pezzi degli ultimi due dischi, fatto di per sé prevedibile, ma non mancano incursioni nel passato remoto della band: pezzi come “Part Of The Chaos” e “Long Way Home” ci ricordano che un tempo il sound dei Threshold aveva una certa fluidità e non soffriva di quella standardizzazione consolidatasi con gli ultimi lavori (o dall’ingresso in Nuclear Blast, se preferite…).
La dimensione live conferisce ai pezzi una maggiore profondità e il sound è corposo al punto giusto, come si conviene a una band che si ispira tanto ai Rush quanto ai Metallica (dopotutto i Threshold restano una band di puro heavy metal); insomma, non sono pochi i motivi di interesse verso “European Journey”, disco che nelle premesse non lasciava presagire chissà cosa, ma che si rivelerà per molti una gradita sorpresa.