Counting Crows
August And Everything After

1993, Geffen Records
Alternative Rock

Recensione di SpazioRock - Pubblicata in data: 11/08/16

Articolo a cura di Simone Muzzoni

 

Inizia nell 'ormai lontano 1993 l'avventura dei Counting Crows e di Adam Duritz, singer e frontman del gruppo, che all'età di 29 anni riuscì a sottrarsi dall'underground e dai tanti lavori saltuari per riuscire a realizzare un sogno, per cui tanti altri prima e dopo di lui si sono arresi, pensando fosse troppo tardi.
In "August and Everything After" c'è tutta la vita di Adam Duritz, prima ancora che dei Counting Crows; come suggerisce lo stesso titolo, a partire da Agosto (mese di nascita del cantante) si entra nel suo universo personale, fatto dei tanti sogni, illusioni e speranze a volte disattese e non, esperienze che rispecchiavano anche quelle della tanto narrata 'X generation' dei giovani dei primi anni '90, che si riconoscevano nella perdita di valori e certezze cantate dal movimento grunge, proiettati verso un presente difficile ed un futuro ancora più incerto che li aspettava,al di là della fine del millennio.

 

Musicalmente, i Counting Crows non possono quindi essere estranei al fenomeno grunge che tanto dilagava in quegli anni, sebbene contaminino tale sound con le radici più pure del rock americano, dal country-rock dei CCR , Byrds e The Band, al roots rock dei Rem, per arrivare a Bruce Springsteen e agli U2. E sopra tutto si staglia la voce di Duritz, sempre profonda, penetrante e carica di introspezione e phatos.
Sono storie di tutti i giorni, quelle cantate da Adam Duritz, dalla semplicità e spontaneità a volte disarmanti, ma rivoltate e scosse da momenti di lancinante dolore e rabbia, tanto da azzerare qualunque rischio di banalità, e rispecchiare, almeno in parte, degli spaccati di vita dei quali non possiamo non sentirci coinvolti e protagonisti a nostra volta.
Tutto parte da 'Mr.Jones' rock song leggera e brano simbolo del gruppo, che racconta quasi in tono scherzoso e illusorio delle speranze di Duritz di arrivare al successo ( "when I look at the television, I wanna see me starin' right back at me), pezzo in cui compare per la prima volta la figura di Maria, donna schermo, qui intenta a ballare il flamenco, che rappresenta una delle tante controfigure e sfaccettature della personalità del singer, che riapparirà qua e là in altri brani futuri.

 

'Mr. Jones' è vista ancora da troppi come il brano manifesto della band, ma c'è molto altro che merita di essere scoperto in "August and Everything After' ; a partire dall'opener "Round Here" canzone profonda, introspettiva e dalle molte sfaccettature, in cui il singer narra del proprio smarrimento interiore, tramite la figura di Maria che vaga, come un fantasma nella nebbia, alla ricerca di se stessa, attraverso un tempo e uno spazio illusorio e indefinito.
La stessa perdizione riecheggia nell'inquieto viaggio del protagonista, tra le visioni oniriche di 'Perfect Blue Buildings' , nel grido rock disperato e lancinante di 'Time and Time Again' e nella claustrofobica 'Ghost Train', forse l'episodio meno significativo.
Contrastano con il mood cupo e riflessivo dell'album le più solari 'Omaha' (richiamo alla tradizione country-rock delle città sperdute nel centro degli USA) , 'Rain King' inno gioioso e scherzoso dotato finalmente di un ritornello canticchiabile, che ricorda le filastrocche dei REM ('Re della pioggia' sarà un altro degli epiteti di Duritz, che ritornerà in altre canzoni future), e nella conclusiva 'Murder of One' canzone pop-rock frizzante, allegra ed evocativa, in stile primissimi U2,che con le sue immagini fiabesche spiega le origini del nome del gruppo.
E arriviamo alle canzoni d'amore, intrise di un profondo romanticismo, anche se inteso nel senso più lato e intrinseco nel termine; mostrando cioè, accanto alla dolcezza e alla profondità del sentimento, l'inquietudine per il tendere ad un ideale di felicità, che pare ora irraggiungibile nel presente, ora perso in un passato idilliaco e inafferrabile. Partendo dall'iniziale 'Anna Begins', che narra di un amore impossibile in un dialogo ipotetico tra l'autore e un amico, in cui la difficile comprensione del sentimento si condensa nel finale, dolcissimo e amarissimo, con la scomparsa , fisica e ideale, della ragazza amata.
Il pianoforte passa invece in primo piano in 'Sullivan Street', tenera ballata ricca di ricordi lontani , che riaffiorano durante il passeggiare negli stessi luoghi ricchi di momenti felici, che devono lasciar spazio alla triste consapevolezza del presente (evidente nel verso ' Take the way home..the leads back to Sullivan street, where I'm just another rider burned to the ground.." ; mentre, giunti alla fine, il singer sale in cattedra al piano per introdurre 'Rainin' in Baltimore', elegia lenta, riflessiva e nichilista sull'inconsistenza delle delusioni e sofferenze personali,in confronto all'eterna mutabilità immutabile di tutto ciò che ci circonda.

 

'August and Everything after' è un disco che suona sempre attuale, anche a 23 anni di distanza, proprio per la sua capacità di raccontare storie riposte e nascoste da sempre nel profondo dell'animo umano, tanto che fu un grande successo commerciale, pur nel suo essere dichiaratamente anti-mainstream (anche nei singoli,nonostante i fraintendimenti). Successo tanto improvviso quanto difficilmente gestibile per la band e la stessa complicata personalità di Duritz, che subì un blocco di 3 anni prima di registrare nel 1996 'Recovering the Satellites', quasi un concept su un difficile 'ritorno alle origini' e alla semplicità degli esordi, che contiene altri dei più grandi classici della band. Futuro del gruppo che si snoderà, tra album piuttosto dilatati nel tempo ed un rapporto sempre più intimo e personale con i fan, fino ai giorni nostri (ultimo, per ora 'Somewhere under Wonderland' del 2014), senza mai cedere troppo al commerciale, e senza mai perdere davvero la voglia di suonare della buona musica. Ma il loro debutto resta tutt'oggi un disco senza tempo, scolpito tra i ricordi e le emozioni più belle che il suo ascolto non smetterà mai di suscitare.

 

"Step out the front door, like a ghost into the fog..
where no one notices the contrast of white on white.
And in between the moon and you, angels get a better view..
of the crumblin' difference between wrong and right.
I walk in the air,between the rain..through myself and back again..
Where? I don't know.."





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