Avatar
Avatar Country

2018, Century Media Records
Melodic Death Metal

Recensione di Pamela Piccolo - Pubblicata in data: 01/03/18

Parola d’ordine: semplificazione. Gli svedesi Avatar tornano a due anni di distanza da “Feathers & Flesh” con un nuovo prodotto auto celebrativo. Band artisticamente matura e dal notevole successo di critica e pubblico, nel 2018 ha deciso di tornare alla ribalta con un concept che narrasse le vicende di un Re nel suo Paese natale. Non è un caso che i titoli di ogni traccia di questo settimo full-length riportino al loro interno la parola King, andando a narrare, tra le fila del discorso, anche la storia della band.

Avatar Country” si apre con un inno in onore del Sovrano di Avatar Country in accompagnamento a “Legend Of The King”, brano in perfetto stile Avatar caratterizzato, pertanto, da un’alternanza heavy, hard rock e blues sottolineata dai virtuosismi delle due chitarre, da scream e da clean vocals. Mentre su “The King Welcomes You To Avatar Country” Johannes Eckerström cede la propria voce al country, di matrice death è “King’s Harvest”: diretta, oscura, groovy, potente. Qui Eckerström non fa altro che confermare le ottime abilità canore al servizio di un muro del suono privo della melodia delle chitarre nei brani precedenti che si fanno invece dure e vigorose, quasi furiose. Seguono una orecchiabile “The King Wants You” e un intermezzo discorsivo del Re di Avatar Country che ci conducono alla seconda parte dell’album. 

“Avatar Country” ha dalla sua melodie esplosive e attrattive. La minore particolarità delle stesse a livello tecnico, se pensiamo alle ultime tre pubblicazioni della band, non toglie l’interesse a perdersi in questo nuovo capitolo. “A Statue Of The King” martella l’ascoltatore in un climax emotivo che trova terreno fertile nell’equilibrio che regna in casa Avatar tra Jonas Kungen Jarlsby e Tim Öhrstrom alle chitarre, Henrik Sandelin al basso e John Alfredsson alla batteria. Accanto a doppio rullante, ritmi thrash e refrain musical-melodici, la struttura del teatro che la band di Göteborg porta in sala di registrazione e sui palchi di tutto il mondo non cambia. “Avatar Country” è un viaggio sonoro vario nei tempi e nelle sfumature che si conclude con due pezzi strumentali: il primo, languido ed elettronico, alimenta un crescendo emozionale che sfocia in un più complesso epilogo, a corollario della molteplice e sfaccettata personalità del cuore pulsante della band. Al servizio del Re, al servizio della Melodia.




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