Avvalendosi del tocco di Nick Launay, famoso per il suo lavoro con Yeah Yeah Yeahs, Arcade Fire e Nick Cave & The Bad Seeds, e già cercato dalla band ai tempi di "Specter At The Feast", "Wrong Creatures" contribuisce a mettere un altro prezioso mattoncino a quanto fatto fino ad oggi senza snaturarne la formula, semmai affinandola. La produzione firmata dal guru inglese riesce in effetti nell'intento di catturare l'anima ruvida e sensuale degli strumenti che fuoriesce dagli amplificatori, bilanciando le diverse personalità in un mix dinamico e attento alle sfumature.
Ecco quindi il basso saturato da overdrive e fuzz, l'ampia batteria acustica che esalta il beat e le chitarre intrise di delay e riverberi. Dentro l'album c'è di tutto: dal garage rock e dal punk si passa con facilità allo stoner fino ad arrivare a momenti di psichedelia pura che ricordano i Doors. Succede per esempio con "Calling Them All Away", "Carried From The Start" e sopratutto "Circus Bazooko", si proprio «quello che il mondo alla moda sarebbe al sabato sera se i tedeschi avessero vinto la guerra, è il Sesto Reich» (cit. la voce narrante del film "Paura e delirio a Las Vegas").
In barba ad ogni logica attuale, che vorrebbe stringere al dunque entro trenta secondi o giù di lì, il minutaggio delle canzoni è sempre piuttosto lungo, eccezion fatta per il primo singolo "Little Thing Gone Wild". Come loro stessi hanno dichiarato, il processo creativo si è sviluppato sotto forma di lunghe jam session da cui hanno estrapolato i pezzetti ricomposti successivamente in brani veri e propri. Lo si intuisce da come crescono d'intensità girando sullo stesso tema musicale: in "Haunt" sembra di trovarsi in qualche angolo della discografia di Nick Cave, "Question Of Faith" parte piano per esplodere in un gran finale. Peter Hayes e Robert Levon Been si scambiano spesso di posizione lasciando difficile intuire chi suona cosa, tanto lo stile è ampiamente collaudato.
Con "Wrong Creatures" i Black Rebel Motorcycle Club hanno mantenuto altissima l'asticella compositiva, facendo convergere il loro credo e le proprie emozioni in un album di chiaroscuri, sensuale e fuori dal tempo. Il viaggio dei motociclisti ribelli di Marlon Brando continua, sperando non ci vogliano altri cinque anni per la prossima sosta.