Black Rebel Motorcycle Club
Wrong Creatures

2018, Vagrant
Garage Rock

Recensione di Salvatore Dragone - Pubblicata in data: 20/01/18

L'essere umano, per quanto incredibile e affascinante, è una creatura sbagliata. Un'opera d'arte con i propri difetti, capace di cose grandiose, ma al tempo stesso fragile davanti alle sue stesse emozioni. Sbagliata come imperfetta, ed è qui che probabilmente risiede la sua bellezza. Così è anche il rock, la bestia indomabile che prende vita dai "suoni sbagliati" degli strumenti distorti e capace di esprimere in mille modi diversi la nostra vera essenza. Così lo sono i Black Rebel Motorcycle Club, fedeli custodi dello spirito autentico della musica ribelle.
 

 

"Wrong Creatures" è la risposta del trio californiano a chi si chiede se è ancora opportuno o meno parlare di rock nel 2018, quando la rockstar più chiacchierata è quella di Post Malone in cima a tutte le classifiche internazionali. Dopo aver ascoltato la doppietta "Spook" e "King Of Bones", piazzate subito dopo la mistica traccia d'apertura "DFF", si capisce che possiamo tranquillamente continuare a farlo, e anche con un bel sorriso stampato sulla faccia. Sono passati cinque anni dall'ultima prova in studio, trascorsi col brivido di perdersi per strada (la batterista Leah Shapiro è stata costretta a combattere una terribile malattia), eppure i BRMC dimostrano ancora una volta che da un basso, una chitarra e una batteria possono venire fuori le idee più brillanti.
 

 

Avvalendosi del tocco di Nick Launay, famoso per il suo lavoro con Yeah Yeah Yeahs, Arcade Fire e Nick Cave & The Bad Seeds, e già cercato dalla band ai tempi di "Specter At The Feast", "Wrong Creatures" contribuisce a mettere un altro prezioso mattoncino a quanto fatto fino ad oggi senza snaturarne la formula, semmai affinandola. La produzione firmata dal guru inglese riesce in effetti nell'intento di catturare l'anima ruvida e sensuale degli strumenti che fuoriesce dagli amplificatori, bilanciando le diverse personalità in un mix dinamico e attento alle sfumature.

 

Ecco quindi il basso saturato da overdrive e fuzz, l'ampia batteria acustica che esalta il beat e le chitarre intrise di delay e riverberi. Dentro l'album c'è di tutto: dal garage rock e dal punk si passa con facilità allo stoner fino ad arrivare a momenti di psichedelia pura che ricordano i Doors. Succede per esempio con "Calling Them All Away", "Carried From The Start" e sopratutto "Circus Bazooko", si proprio «quello che il mondo alla moda sarebbe al sabato sera se i tedeschi avessero vinto la guerra, è il Sesto Reich» (cit. la voce narrante del film "Paura e delirio a Las Vegas").

 

In barba ad ogni logica attuale, che vorrebbe stringere al dunque entro trenta secondi o giù di lì, il minutaggio delle canzoni è sempre piuttosto lungo, eccezion fatta per il primo singolo "Little Thing Gone Wild". Come loro stessi hanno dichiarato, il processo creativo si è sviluppato sotto forma di lunghe jam session da cui hanno estrapolato i pezzetti ricomposti successivamente in brani veri e propri. Lo si intuisce da come crescono d'intensità girando sullo stesso tema musicale: in "Haunt" sembra di trovarsi in qualche angolo della discografia di Nick Cave, "Question Of Faith" parte piano per esplodere in un gran finale. Peter Hayes e Robert Levon Been si scambiano spesso di posizione lasciando difficile intuire chi suona cosa, tanto lo stile è ampiamente collaudato.

 

Con "Wrong Creatures" i Black Rebel Motorcycle Club hanno mantenuto altissima l'asticella compositiva, facendo convergere il loro credo e le proprie emozioni in un album di chiaroscuri, sensuale e fuori dal tempo. Il viaggio dei motociclisti ribelli di Marlon Brando continua, sperando non ci vogliano altri cinque anni per la prossima sosta.





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