Johnny Cash
Out Among The Stars

2014, Legacy Recordings
Country

Un indispensabile tassello perduto nella storia del "man in black"
Recensione di Nicolò Rizzo - Pubblicata in data: 17/04/14

In genere sono sempre stato diffidente verso le opere postume, non solo per quel che riguarda l'ambito musicale. Pensiamo alla necrofilia morbosa con cui critici letterari o presunti tali continuano ad accanirsi su autori passati e trapassati (escono più opere di Bukowski all'anno che di Fabio Volo...il che in effetti è un bene), rispolverando interviste, opere, racconti, poesie e spazzolini da denti che, molte volte, con tutto il rispetto, non hanno nessuna rilevanza se non quella di far capire al pubblico che, se il lavoro in questione non ha mai visto la luce, forse un motivo c'era.

 

Fortunatamente, questo non è il caso di "Out Among The Stars", album inedito del celeberrimo Johnny Cash, cantautore che, tra bootlegs e raccolte, può vantare il maggior numero di pubblicazioni postume al mondo. Cronologicamente parlando, le registrazioni di questo disco si collocano tra il 1984 e il 1985, anni che non segnano esattamente il periodo più gioioso della carriera di Cash. Dopo il riconoscimento della Country Music Hall of Fame nel 1980, il leggendario "man in black" si prepara ad affrontare un periodo di transizione, che coinciderà con il declino della sua produzione discografica, minacciata e scavalcata di continuo dalle nuove mode musicali, e di cui "Out Among the Stars" ne è una testimonianza impeccabile: prodotto da Billy Sherill, il materiale viene giudicato di "scarso interesse" dai discografici e, di conseguenza, scartato. Il motivo di questo rifiuto non va ricercato nella qualità (ineccepibile) del disco, ma nel suo contesto storico: se oggi il valore storico (perché è di storia che si parla) di questo album è indiscutibile, nella sua giusta collocazione temporale "Out Among The Stars" è un gigantesco dinosauro che difficilmente sarebbe sopravvissuto alla pioggia di meteore discografiche che si stava abbattendo sul mercato in quegli anni. In effetti, già da un primo ascolto, ci accorgiamo quanto questo disco appartenga ancora alla produzione più classica di Johnny Cash. "Out Among The Stars" svolge alla perfezione il suo compito di title track, dimostrandosi non solo uno dei brani più importanti del disco, ma anche un perfetto sunto dello spirito dell'intero album: raccontando la storia di un ragazzo che rapina un negozio di liquori, Johnny Cash allarga la sua riflessione a tutti i diseredati che perdono la testa per la povertà, senza però scadere nella banalità dei toni tragici, ma preferendo una poetica agrodolce che, anche nei brani più disperati, non abbandona mai la solarità delle ritmiche country e la bellezza dei ritornelli, con dei cori che, come al solito, danno una nuova apertura e luminosità alla celebre voce di Cash.

 

E' un album assolutamente coerente in ogni sua parte, destreggiandosi tra rockabilly, blues e counry, in cui ogni brano potrebbe assume piena dignità. Tuttavia, ci sono alcune tracce che, più di altre, meriterebbero la dignità di singolo: oltre alla già citata "Out Among The Stars", "Baby Ride Easy" (cantata in duetto con la moglie June Carter), "She Used To Love Me a Lot" (presente anche nell'interessante, ma forse fuori posto, versione di Elvis Costello) e "Rock and Roll Shoes" sono pezzi che, più di altri, si incagliano all'anima già ad un primo e distratto ascolto, con melodie e testi in continuo contrasto che mi piace definire come un sentimento di "allegra nostalgia", una riflessione sullo scorrere del tempo (vedi Don't You Think It's Come Our Time) che sa però guardare con ottimismo ad un futuro che saprà lasciarsi alle spalle questo momento di blackout discografico di cui questo disco non sarà nient'altro che una testimonianza postuma. Infine, è interessante la registrazione dal vivo di "I'm Movin' Out", eseguita in duetto con l'amico Waylon Jeggins, grande cantautore con cui, nel 1985, insieme a Willie Nelson e Kris Kristofferson, formerà il supergruppo country The Highwaymen. Sembra impossibile che un duetto del genere sia rimasto inedito fino ad oggi, così come sembra impossibile il fatto che un album di Johnny Cash sia stato bocciato e rimsto sepolto per ventisette anni. Eppure è successo.

 

"Out Among The Stars" è un disco indispensabile, che non si esaurisce nel semplice culto disinteressato di un'artista, ma che sa regalarci, con nostalgia, un episodio purtroppo dimenticato che ci fa riscoprire, con nostalgia, un Cash a metà tra il man in black del passato e il leggendario personaggio che ha fatto echeggiare le sue note fino al 2003, lasciandoci come epitaffio la bellissima versione di "Hurt" che tutti conosciamo. Muore l'uomo, ma non la sua leggenda.





01. Out Among the Stars
02. Baby Ride Easy
03. She Used to Love Me a Lot
04. After All
05. I'm Movin On
06. If I Told You Who It Was
07. Call Your Mother
08. I Drove Her Out of My Mind
09. Tennessee
10. Rock and Roll Shoes
11. Don't You Think It's Come Our Time
12. I Came to Believe
13. She Used to Love Me a Lot (Elvis Costello version)

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