Klogr
Black Snow

2014, Zeta Factory
Alternative Metal

Recensione di Stefano Torretta - Pubblicata in data: 26/02/14

I Klogr di Gabriele "Rusty" Rustichelli, cavalcando l'ottimo risultato ottenuto dalle loro due precedenti produzioni, si ripresentano sul mercato con questo "Black Snow", secondo full-lenght della band modenese. Sempre fedeli all'equazione di Weber-Fechner che "lega la sensazione soggettiva del soggetto (S) alla grandezza dello stimolo fisico (R) offerto dall'ambiente" (che è alla base del loro monicker), i Klogr continuano a stimolarci attraverso la gamma di sensazioni ed emozioni trasmesse dalla loro musica.

 

Lo stile della band viene perfettamente condensato nei due termini antitetici del titolo dell'album: il nero ed il bianco (della neve) ci mostrano i due opposti che compongono i dodici brani presenti, ovvero l'energia e l'irruenza delle chitarre che convive fianco a fianco con la melodia che domina in tratti più calmi e sognanti. Anche quando il brano fa affidamento soltanto sulla melodia, come nei due pezzi più lenti ("Heart Breathing" e "Ambergris"), il gioco degli opposti continua a persistere, seppur ad un livello meno evidente, mettendo in antitesi la pacatezza delle composizioni con la feroce critica sociale dei testi. Le restanti dieci tracce mostrano la profonda cura di Rustichelli nel confezionare ogni singolo brano, andando ad incastrare i vari componenti in modo tale da ottenere la perfetta miscela: assalti selvaggi di chitarre e melodie più pacate; voce pulita alternata a scream; assoli e sezioni oniriche. "Refuge" è il perfetto esempio di questa linea creativa, che si ritrova più o meno compiuta anche in tutti gli altri brani. La formula compositiva è di sicuro effetto, ma sulla lunga distanza si corre il rischio di una certa standardizzazione che potrebbe portare a fermare l'ascolto prima di essere giunti alla conclusione delle dodici tracce. Di sicuro ci troviamo di fronte ad uno stile che sta ancora maturando ed è in continua espansione (una maggiore ricercatezza del suono più pesante rispetto al passato, per esempio), quindi tutti questi timori potrebbero essere tranquillamente smentiti da un futuro album della band.

 

Tutta la confezione è impeccabile, a cominciare dalla scrittura dei singoli brani, passando dalla produzione, fino a giungere all'artwork di copertina. Il risultato è un prodotto molto moderno ed internazionale, che potrà incontrare il favore di larghe fasce di pubblico e ci mostra ancora una volta l'estrema cura che Gabriele Rustichelli profonde nel progetto Klogr, proiettato sempre più verso il resto del mondo, spesso molto più ricettivo di questo tipo di suoni rispetto alla piccola Italia.





Intervista
Anette Olzon: Anette Olzon

Speciale
L'angolo oscuro #31

Speciale
Il "Black Album" 30 anni dopo

Speciale
Blood Sugar Sex Magik: il diario della perdizione

Speciale
1991: la rivoluzione del grunge

Speciale
VOLA - Live From The Pool